Capitolo 14 - Teatro

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Alle sei meno dieci sentiamo squillare il mio telefono, Matteo è di sotto che mi aspetta. Così infilo le scarpe e saluto Emma.

«Ci vediamo dopo, prega per me!» Scherzo con la mia amica che, vedendo la mia riluttanza ad uscire, quasi mi butta fuori.

Mentre sto scendendo le scale della palazzina, riesco ad intravedere Matteo. È elegantissimo stasera. Indossa un completo blu notte con camicia bianca. È sexy da morire.

Anche io questa sera sono molto elegante. Indosso un lungo abito blu da sera e Emma mi ha abilmente raccolto i capelli lasciando qualche ciocca libera qui e là. Come trucco ha usato uno Smoky-eyes blu. Ai piedi ho preferito indossare delle zeppe, molto delicate, per poter camminare meglio.

Esco dalla porta e lo saluto con un bacio sulla guancia mentre lui mi porge una mezza dozzina di bellissime rose blu, senza dire nulla.

«Come fai a sapere che il blu è il mio colore preferito? Grazie sono bellissime» Dico mentre sento il profumo delle rose.

«Le ho prese blu perché mi hanno ricordato il colore dei tuoi occhi.» Arrossisco e mi porto una mano sulla guancia, intimidita. Lui la afferra e ci infila la sua mano.

«Andiamo?» Domanda poi.

«Andiamo!» Affermo subito.

Mano nella mano ci avviamo verso la sua macchina e lui da gentiluomo mi apre la portiera per farmi accomodare. Mentre mi abbasso per sedermi lui avvicina il suo viso al mio.

«Comunque sei meravigliosa, questa sera.» E mi deposita lentamente un bacio sul collo.

«Solo questa sera?» Chiedo io per superare l'imbarazzo e l'eccitazione del momento.

Lui mi fissa e sorridendo mima la parola «Sempre».

Ecco ora a vederci così, sembriamo davvero una coppietta ad un appuntamento galante. Non posso non pensarci, è più forte di me. Cavolo, se avesse voluto solo il sesso, non sarebbe uscito così tante volte con me. Non avrebbe aspettato tutto questo tempo. No?

«Tutto bene Alice? Sei stranamente silenziosa, stasera.» Mi fa notare Matteo. E delicatamente poggia la sua mano sulla mia coscia, per attirare la mia attenzione.

«Pensavo a quanto sia strana la vita.»

«In cosa in particolare?» Domanda incuriosito.

«Se un mese fa mi avessero descritto tutto questo» Con la mano indico noi, da soli in macchina, con la sua mano sulla mia coscia. «Non ci avrei mai creduto. E tutto per uno strano caso del destino.»

«Non mi sopportavi proprio!»

«Sinceramente non ti potevo proprio vedere. A lezione, se capitavo vicino a te cercavo di rendermi più invisibile possibile e appena terminata correvo via.» Gli confido, quasi in colpa.

«Quando siamo stati vicini a lezione?» Mi chiede. Allora sono stata proprio brava se non se ne è mai accorto.

«Un giorno ti stavi lavorando una moretta che ti sedeva vicino. Eri troppo indaffarato per accorgerti di avere un'altra vicina. Mentre ultimamente stavi litigando con una ragazza. Devo dire che sembrava riuscisse anche a tenerti testa!» Commento ridendo.

«Impossibile.» Afferma presuntuoso.

«Non fare l'arrogante con me. Sappiamo benissimo entrambi quanti rospi tu abbia ingoiato da quando ci conosciamo!» Gli faccio notare orgogliosa.

«Lo ammetto. Sei l'unica ragazza con cui ho rischiato il tutto per tutto. Com'è che si dice? Meglio rischiare e perdere che non provarci nemmeno no?» Le stesse parole che ha usato Emma con me.

Alice - Serie DESTINY 1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora