Capitolo 9 - Ritorno Alla Realtà

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Entriamo in acqua e delicatamente inizio a bagnarmi per non far sentire troppo lo sbalzo termico al mio corpo

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Entriamo in acqua e delicatamente inizio a bagnarmi per non far sentire troppo lo sbalzo termico al mio corpo. In quel momento, Matteo alle mie spalle, si tuffa proprio davanti a me, bagnandomi completamente.
Lo odio.
Non mi resta che entrare in acqua, ormai.
«Matteo!!!!!!!» Urlo arrabbiata. «Ma devi sempre e per forza farmi entrare in acqua così?»
«Dai Alice, non ti arrabbiare sempre. Divertiti!» E inizia nuovamente a schizzarmi.
Io non riesco quasi a respirare per la forza dell'acqua che getta addosso a me. Così esco fuori e inizio a correre sul bagnasciuga per sfuggirgli. Lui da dietro urla di fermarmi. Ma io continuo a correre ridendo con le lacrime agli occhi.
«Guarda che quando ti prenderò, perché sai benissimo che lo farò, sarà peggio. Ti conviene fermarti ora e sarò clemente!» Continua ad urlare mentre corre dietro di me.
«Solo se mi prendi! Non ci penso proprio a fermarmi! Anzi facciamo così, se arrivo a quell'ancora lì in fondo prima di te, sono salva e non mi potrai fare nulla.» Propongo tra le risate e l'affannamento della corsa.
«Va bene, ci sto. Se ti prendo, farò quello che voglio!» Urla soddisfatto.
«Non è quello che ho detto!!» Non riesco a finire di replicare che in pochi attimi mi afferra dal polso.
Cadiamo entrambi sulla sabbia distrutti e continuiamo a ridere a crepapelle.
«Ora sei mia Alice.» Afferma serio, dopo esserci calmati.
«Non era questa la scommessa e non ho accettato» Ribatto io continuando a sorridere. Ma lui persiste a fissarmi serio.
«Alice, sto per baciarti. E non per una scommessa, ma perche lo voglio.»
In un piccolo momento di lucidità riesco a bloccarlo. «Perché?» Domando turbata. «Perché vuoi baciarmi?»
«Perché mi piaci Alice, non si è ancora capito?» Risponde come fosse la cosa più naturale del mondo.
«Matteo, meglio di no. Tra poche ore torneremo alla nostra vita di sempre, qui abbiamo vissuto dentro una bolla. Ci siamo divertiti, abbiamo litigato, ma siamo stati bene. Ora però dobbiamo guardare in faccia la realtà, abbiamo due vite opposte e vogliamo cose diverse. Io non sono proprio il tipo di ragazza da una botta e via. Mi hai vista? Ho bisogno di stabilità e tu stesso hai detto di avere tantissime ragazze e ...» Non mi fa terminare.
«Hai ragione. Ma ho troppa voglia di baciarti.» Così mi prende e ci baciamo. Un bacio lungo, dolce e delicato. Sento il bisogno nei suoi baci. Quando smette continua a tenermi tra le sue braccia e lo sento respirare tra i miei capelli.
«Meglio se rientriamo.» Affermo io e in silenzio ritorniamo indietro. Arrivati davanti ai nostri asciugamani, Matteo si piega per raccogliere il mio e con un abbraccio mi copre. Prima di lasciarmi mi da un piccolo bacio a stampo e raccoglie anche il suo asciugamano.
Io entro in casa e vado nella mia camera per farmi una doccia e preparare il borsone.
Sono frastornata e non riesco a capire più nulla. Mentre prendo i miei vestiti dall'armadio penso a quanto sia stata bene qui in questi giorni. Non ho proprio voglia di tornare alla vita di tutti i giorni.
«Ok, ho finito.»
Controllo il telefono e trovo un messaggio di Matteo:
"Ti aspetto giù!".
Così gli mando un messaggio audio:
«Da quando mi mandi i messaggi trovandoci a un metro di distanza?»
Lui mi risponde subito:
"Così ti cominci ad abituare all'idea di sentirmi via messaggio ..."
Cosa vuol dire?
Faccio prima a scendere!
«Già pronta?» Domanda sorpreso.
«Perché sei così stupito? Ti ricordo che non mi trucco, non mi faccio acconciature particolari e non mi vesto in maniera ricercata.» Dico semplicemente.
«Non ne hai bisogno» Risponde ammiccando.
«Allora andiamo?» Chiedo in imbarazzo.
«Dato che ancora è presto, ti va di accompagnarmi in un negozio? Devo comprarmi delle magliette.» Propone lui e felice accetto. Mi piace stare in sua compagnia.
In macchina parliamo della mia passione per il teatro, di quando mi esibivo e l'adrenalina che il palco sapeva darmi ogni volta.
«Hai gli occhi che ti brillano quando parli di teatro.» Osserva lui meravigliato.
«È vero. È stato uno dei periodi più belli della mia vita quando recitavo.»
«Come mai hai smesso?» Domanda interessato, mentre abbassa il volume dello stereo in macchina.
«Ho iniziato ad abbandonare a pochi mesi dalla maturità, poi con la morte dei miei ... » Oddio, cosa ho detto?!
Non so perché l'ho fatto, ma in quel momento mi è sembrato così naturale parlare con lui, come se sapesse già.
«Capisco, secondo me dovresti ricominciare. È giusto coltivare le nostre passioni.» Risponde per nulla turbato.
Non mi ha fatto nessun tipo di domanda e gliene sono grata, non sono ancora pronta per parlarne.
«Si hai ragione. Ci penserò.» Prometto infine.
«Cosa vuoi ascoltare?» Domanda poco dopo, cambiando argomento. «Se vuoi i Cd li trovi dentro al cruscotto.»
Immediatamente, senza farmelo ripetere due volte, apro il cassetto. Trovo diverse carte di spartiti e documenti. Poi un porta Cd. Mi va subito all'occhio uno con su scritto "Inediti". «Tuo?» Domando.
«Si, sono veramente inediti. Non li ha mai sentiti nessuno.»
«Mi piacerebbe ascoltarli.»
Dopo attimi di indecisione, prende il Cd e lo inserisce.
Ascolto in silenzio ogni brano e resto incantata dalla dolcezza e semplicità dei testi. Non sono smielati o sdolcinati, ma solamente bellissimi. Lui ogni volta che può, distoglie lo sguardo dalla strada e mi guarda cercando di decifrare il mio sguardo.
In totale sono sei brani. Dopo una mezz'ora finisce l'ultima canzone e Matteo parcheggia la macchina, siamo arrivati.
«Allora?» Domanda curioso.
«Sono bellissimi. Perché non li proponi a Mario? La musica ti entra dentro, anche i testi, sono molto semplici, di quelli che ti capita di canticchiare mentre cucini, quando non pensi. Hai presente quelle canzoni che non riesci a levarti dalla testa? Sei veramente molto bravo. »
«Grazie»
«Ora basta però, non ti montare la testa!» Lo prendo subito in giro. Metto il mio braccio intorno al suo e ci avviamo verso il centro commerciale, ridendo.
Matteo inizia a provare magliette su magliette chiedendo la mia opinione.
«Sono troppo da figlio di papà.» Scarto ogni suo look.
«Allora scegli tu, vediamo.» Propone esausto.
Io inizio a girare per il negozio e prendo un paio di t-shirt con stampa londinese e gliele porgo. Lui le guarda indeciso, ma poi decide di provarle.
«Stai benissimo» Batto le mani entusiasta. «Secondo me dovresti metterci questi.» E gli lascio un paio di pantaloni blu e un altro rosso. «Sei molto british!» Dico felice quando esce.
Quanto è fico!
«Va bene, se ti piacciono così tanto li comprerò!»
Dopo aver pagato usciamo dal negozio. Matteo si ferma per guardare l'ora nel telefono.
«Ancora sono le cinque. Abbiamo un paio d'ore, devi andare da qualche parte?» Chiede speranzoso.
«In realtà dovrei fare la spesa. Ma non voglio costringerti ad accompagnarmi! Non lo farei mai!» Rido all'idea.
«Per me va benissimo. In quale supermercato ti porto?» Domanda euforico e galante.
«Va bene anche questo.» Dico, indicando il supermercato del centro commerciale, di fronte a noi.
Dopo aver lasciato in macchina i suoi acquisti, entriamo nel supermercato. Matteo, per nulla annoiato, mi segue passo passo e mi osserva curioso. Ci prendiamo in giro e continuiamo i nostri battibecchi. Il tempo passa veloce in sua compagnia. Infatti quando arriviamo in cassa sono già le sette e dopo avermi lasciato a casa con tutte le buste della spesa, corre al bar.

Alice - Serie DESTINY 1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora