Capitolo primo *Blaire*

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"Al diavolo!" esclamai frustrata, dopo l'ennesima volta in cui sbagliavo il passaggio della coreografia.

La grande sala prove vuota della Annapolis' Dance School inghiottì la mia voce e mi restituì solo il ticchettio insistente delle gocce di pioggia che tamburellavano sulle finestre, mentre al di fuori di quella stanza illuminata, imperversava una tempesta come non se ne vedevano da mesi ad Annapolis.

Ero in palestra già dalle otto di quella mattina, poiché da quando avevo sentito da Claire della competizione, avevo intensificato alla grande gli allenamenti.

La Juilliard School di New York, una fra le più rinomate e prestigiose (nonché più costose) scuole di ballo, musica e spettacolo del mondo, aveva bandito una competizione di ballo in coppia.

In palio c'era niente di meno che una borsa di studio che bastava a ricoprire tutti gli anni di pratica di cui avevo bisogno.

Che una scuola prestigiosa come la Juilliard avesse offerto la partecipazione ad una competizione di cosí alto livello ad una studentessa di una piccola cittadina del Maryland e che quella studentessa fossi proprio io, mi riempiva di orgoglio e speranza per il futuro.

Vincere non era una possibilità, ma l'unica opzione: l'obiettivo di anni e anni di sudore e lacrime.

Mi ero quindi buttata letteralmente anima e corpo nel progetto e in quel momento stavo aspettando che arrivasse Derek, il mio ragazzo nonché partner di danza, per iniziare l'allenamento vero e proprio.

Provavo da ormai quasi due ore ed ero ricoperta da una leggera patina di sudore, eppure mi sentivo piena di energie.

Riprovai tutta la coreografia un'altra volta e quando decisi di fare un po' di riscaldamento muscolare alla sbarra, la porta della sala prove si spalancò lasciando entrare Claire, la mia insegnante.

I folti capelli rossi, resi ancora più ricci del solito dall'umidità, le volteggiavano intorno alla testa come un'aureola, mentre lei, sbuffando, cercava di sistemarseli in uno chignon.

"Oh! Al diavolo la pioggia!" esclamò sonoramente, arrendendosi alle sue ciocche indomabili.

Non appena mi vide, il volto le si aprì in un sorriso e venne verso di me spalancando le braccia:

"Blaire, gioia mia! Dovevo scommetterci che ti avrei trovata già qui, ma ora fermati un secondo e ascoltami: ho grandi notizie per te!"

Corsi ad abbracciarla e lei mi strinse forte a sé: dalla terribile notte che aveva cambiato per sempre la mia vita, Claire era il mio porto sicuro.

L'unica figura di riferimento che sentivo di avere al mondo.

Più che una seconda madre, era per me una madre vera e propria.

"Grandi notizie di prima mattina? Non so se spaventarmi o meno..." esclamai con un sorriso, staccandomi dall'abbraccio.

Lei rise e mi sistemò una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

Sembrava euforica, gli occhi le brillavano e un sorriso le increspava le labbra sottili e lievemente colorate da un rossetto color prugna.

"Okay, va bene. Non sto più nella pelle e devo dirtelo! Tutti questi mesi, tutta la fatica che ho fatto per destreggiarmi tra polizia, la tua confessione e le intercettazioni... finalmente hanno portato ad un risultato: Derek è agli arresti domiciliari!" esclamò, con tono entusiasta.

Il sorriso mi si spense tutto d'un tratto e il cuore mi sprofondò nello stomaco.

Cominciai a sudare freddo e dovetti tenermi alla sbarra dietro di me prima che mi cedessero le ginocchia, mentre cercavo disperatamente di aggrapparmi alla mia lucidità per analizzare la situazione.

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