Capitolo ventiduesimo *Blaire*

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Dio, mancava solo lei!

Julia si avvicinò a noi con un sorriso malizioso dipinto sulle labbra perfettamente truccate.

Si muoveva e si atteggiava in modo provocante, come suo solito. Adorava essere al centro dell'attenzione e sentirsi gli occhi di tutti addosso.

Se fosse stata bruttina, la cosa sarebbe sembrata più accettabile. Almeno avrebbe avuto la giustificazione di voler ricevere attenzioni, ma Julia Smith Rose trasudava perfezione da tutti i pori. 

Aveva lunghi capelli scuri che le arrivavano fino all'attaccatura del sedere, grandi occhi nocciola e labbra rosse e carnose. A completare l'opera erano i vestiti sempre all'ultima moda e il suo corpo tutto curve.

Aveva schiere di ragazzi a sua disposizione, ma lei sembrava particolarmente interessata solo ad uno: il mio.

Tra noi non era mai corso buon sangue. Già all'asilo lei amava farmi piangere rasando a zero le mie bambole e poi, per discolparsi con la maestra diceva che ero io a soffrire di allucinazioni. 

Alle elementari aveva rubato il mio diario segreto e l'aveva letto davanti a tutta la scuola in mensa, facendomi vergognare così tanto che avevo pianto per un'ora nel bagno delle ragazze.

 Alle medie aveva cominciato a far circolare la voce che io avessi una malattia rara e molto contagiosa, così in poco tempo mi ero ritrovata ad essere una specie di emarginata ed infine, cercava di rubarmi il ragazzo.

Ma no, quella volta non gliel'avrei data vinta.

"Ecco il mio ragazzo preferito! Oh, Blaire, tesoro, oggi sei meravigliosa. Hai fatto qualcosa ai capelli?" esordì, sorridendomi in modo così falso da rasentare il ridicolo, osservando lo chignon disordinato in cui mi ero raccolta le mie lunghe ciocche poco prima.

Boyd mi strinse al suo fianco e mi diede un bacio sulla testa:

"Secondo me è sempre meravigliosa" affermò, guardandomi con un sorriso e una strizzata d'occhio.

Non riuscii a trattenere un sorriso alle sue parole e gli strinsi la mano come ringraziamento silenzioso. 

Julia fece una smorfia che per me ebbe il sapore della vittoria, ma riuscì subito a mascherarla dietro ad un altro falso sorriso.

Rivolse il suo sguardo solo a Boyd e, apparentemente in modo innocente, gli poggiò una mano sull'avambraccio, facendomi infuriare.

"Ci sei sabato alla festa di Lu? Sai, potremmo approfittare per rinvangare i vecchi tempi..."

Non so se fu la consapevolezza che anche lei era stata invitata, le sue parole allusorie o l'occhiolino che gli fece a farmi perdere definitivamente la pazienza, so solo che prima che Boyd avesse il tempo di replicare, avevo già fatto un passo avanti in modo da essere faccia a faccia con lei:

"Ascoltami bene, Julia: fin dall'asilo non ho mai saputo quale diavolo fosse il tuo problema con me, ma sai che ti dico ora? Non me ne frega niente di scoprirlo. Mi sono francamente rotta di sopportare i tuoi comportamenti da stronza. Smettila una volta per tutte di intrometterti nella mia vita e sta alla larga da me e da tutto ciò che è mio, hai capito?" sbottai.

Non potevo vedere quale fosse l'espressione di Boyd, standomi lui alle spalle, ma l'espressione di Julia era a dir poco sbalordita.

Credevo di averla stesa una volta per tutte, ma ovviamente non poteva essere così facile: sfoderò un sorrisetto maligno e mi puntò un dito affusolato direttamente ad altezza occhi.

"Carina, un giorno o l'altro si stuferà del tuo bel viso da santerellina e allora sarà da me che verrà, lo sai? L'ha sempre fatto, io e lui siamo uguali e tu non sai quello di cui ha bisogno. Quindi viviti la tua bella favola e l'illusione che sia te che vuole, perché potrai farlo ancora per poco"

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