Capitolo dodicesimo *Blaire*

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Quella mattina mi svegliai con sensazione difficile da descrivere, come se all'interno di me ardesse un sole e questo irradiasse raggi che mi scaldavano tutta.

Ero euforica, come da troppo tempo non mi capitava. Inoltre, mi sentivo fresca e riposata, perché nessun incubo aveva disturbato il mio sonno.

In realtà, a dirla tutta, non sapevo come le cose stessero con Boyd: la sera prima mi aveva riaccompagnata a casa dopo la clinica e mi aveva baciata una volta - okay, un paio di volte- prima che rientrassi, ma quello di certo non ufficializzava una relazione.

Non mi sarei di certo azzardata a dire di essere la sua ragazza, ma dopo quello che c'era stato tra di noi il giorno prima, dopo le cose che mi aveva detto, dopo come mi aveva baciata... beh, di sicuro qualcosa c'era.

Mi alzai con un balzo dal letto e mi raccolsi i capelli in uno chignon, uscendo in fretta dalla mia camera. Quando ero rientrata, la sera prima, ero sola in casa e mi ero addormentata prima di poter aspettare il ritorno di Selina, così non vedevo l'ora di aggiornarla sulle novità.

Ma la scena che mi si presentò davanti, non appena giunsi in soggiorno, aveva dell'esilarante e scoppiai a ridere: la mia migliore amica dormiva della grossa, nonostante il salotto fosse inondato di luce. Era sdraiata con metà corpo sul divano, mentre le lunghe gambe poggiavano sull'orribile tappeto peloso che avevamo trovato anni prima ad un mercatino delle pulci.

Doveva essere una posizione davvero scomoda, ma vedendo come russava, Selina non pareva notarlo, probabilmente stremata dai postumi della sera prima.

Toccava a me l'ingrato compito di svegliarla, altrimenti avrebbe fatto tardi al lavoro, quindi mi avvicinai al divano e le sollevai le gambe dal tappeto, in modo che giacesse in posizione orizzontale sul sofà. Poi mi inginocchiai al suo fianco e cominciai a scuoterla delicatamente per una spalla:

"Principessa, il mattino ha l'oro in bocca!" annunciai a piena voce, dopo che lei continuava a russare.

Per essere una ragazza minuta e graziosa come Selina, era veramente sorprendente il rumore da locomotrice ingolfata che faceva quando russava: di sicuro i suoi ragazzi dovevano avere una vasta collezione di tappi per le orecchie.

Selina sembrò non reagire al richiamo, emise un borbottio dal quale mi parve di intuire un 'via dalle palle' e si girò nel sonno, facendo sì che i suoi lunghi capelli scuri le coprissero il viso.

Risi e scossi la testa, tentando ancora di prenderle il viso tra le mani e dirle: "Devi alzarti, pigrona, altrimenti arriverai tardi al lavoro"

Lei ringhiò e si premette un cuscino sulla faccia, poi boffonchiò: "Fanculo il lavoro, fanculo il signor Woody del cazzo"

"Sel, la te lucida saprebbe che mandare a fanculo il suo capo non è la cosa più intelligente da fare" le dissi, senza riuscire del tutto a rimanere seria.

Lei piagnucolò e mugolò ancora qualcosa, ma non aprì gli occhi e dopo qualche secondo stava già dormendo di nuovo.

Eh va bene, Blaire: a mali estremi, estremi rimedi.

Ancora ridacchiando, mi avviai verso la cucina e, afferrati una padella ed un mestolo, cominciai a batterli uno contro l'altro cantando a piena voce:

"Se sei felice tu lo sai... batti le mani!"

Selina mi avrebbe letteralmente ucciso in modo doloroso per quel trattamento: era il contrario di una persona mattiniera e odiava i risvegli bruschi, ma continuai imperterrita. D'altronde era per il suo bene.

Battei il mestolo sulla pentola a ritmo e continuai:

"Se sei felice tu lo sai... batti le mani!"

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