Capitolo diciannovesimo *Boyd*

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La baciai, ma staccandomi vidi che i suoi occhi non brillavano più della stessa luce di poco prima, bensì erano lucidi e sfuggivano il mio sguardo.

"Hey, che succede?" mormorai preoccupato, cercando di scrutare la sua espressione.

Lei evitò di guardarmi ancora e cominciò a torcersi nervosamente le mani.

"Io... io... tocca a me raccontare, adesso" mormorò in un sussurro appena udibile.

Sospirai a quelle parole e le presi nuovamente il viso tra le mani per fare in modo che mi guardasse, poi le sorrisi.

"No, non tocca affatto a te. Come ti ho già detto quella volta in spiaggia, non voglio che me lo racconti sentendoti obbligata, voglio che tu me lo dica quando ti sentirai pronta. Questo sicuramente non è il momento giusto"

Sgranò i grandi occhi verdi per lo stupore e il sollievo le illuminò il viso perfetto.

Non potevo credere che si sentisse obbligata a raccontarmi la sua storia dopo che l'avevo fatto io: non l'avrei mai spinta a fare nulla senza che prima lei ne fosse pienamente convinta.

"Ti amo così tanto!" mormorò a contatto con la pelle del mio collo.

Cazzo, non mi sarei mai abituato a sentirglielo dire.

Forse perché sentivo di non meritarmela. 

Forse perché tutto dentro di me urlava che era sbagliato. 

Forse perché ogni volta che glielo sentivo dire, qualcosa dentro di me guariva.

"Ti amo anche io, amore. Che ne dici se torniamo dentro?" le chiesi, intrecciando le dita alle sue.

Sarei rimasto per ore su quella panchina con lei sulle ginocchia, ma non potevo perdermi alcuna notizia che la dottoressa avrebbe dato su mio padre. In quel momento, la priorità l'aveva lui.

Blaire scattò in piedi.

"Certo che sì, vediamo se ci sono novità" rispose.

Tornammo nella grande sala d'aspetto dell'ospedale e non appena Chloe alzò lo sguardo sulle nostre mani intrecciate, sorrise e mi fece l'occhiolino.

Sapeva quanto avevo dovuto rimuginarci sopra prima di raccontare a Blaire il mio passato e, da buona sorella, sapeva anche quanto lei fosse importante per me. 

Non le avevo mai esposto esplicitamente i miei sentimenti, ma vedeva da sola il bene che quella ragazza mi faceva. Vedeva come mi aveva fatto tornare a vivere.

Io e Blaire sedemmo vicino a loro e quasi simultaneamente chiedemmo:

"Ci sono novità?"

Il sorriso scomparve dalle labbra di Chloe e si fece seria prima di rispondere:

"Nessuna. La dottoressa Mabel ha detto che sarà qui a momenti per aggiornarci"

Calò improvvisamente il silenzio tra di noi, mentre il cuore minacciava di uscirmi dal petto per la tensione. 

Nella mia testa esplodevano gli scenari più disparati, in cui mio padre era morto o si contorceva tra atroci dolori.

Quell'impotenza mi stava uccidendo e avrei fatto qualsiasi cosa per mettere a tacere i miei pensieri.

Blaire, come se avesse capito ciò che pensavo, allungò esitante la mano verso la mia, quasi temendo che la respingessi, allora io gliela afferrai e me la portai alla bocca per baciarla.  

Lei sospirò e mi poggiò la testa sulla spalla, comunicandomi così tutto ciò che non serviva che mi dicesse a parole.

Lei era lì, era Blaire la mia scialuppa di salvataggio da tutta quella merda.

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