Capitolo quindicesimo *Blaire*

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Arrivammo mano nella mano al portone e gli lanciai un ultimo sorriso prima di pigiare il tasto del citofono. Aspettai qualche secondo che Selina rispondesse e ci aprisse, ma nulla del genere accadde.

Provai a suonare un'altra volta e poi una successiva, ma non ottenni alcuna risposta.

"Non capisco... io... lei dovrebbe già essere a casa" balbettai.

La consueta ansia di perdere chi amavo mi avvolse nei suoi tentacoli come una piovra, rendendomi difficoltoso respirare.

Cristo santo, mi bastava così poco!

Boyd se ne accorse e mi prese di nuovo per mano, cercando di rassicurarmi.

"Piccola, è tutto ok. Selina sta bene, avrà solo fatto un po' di ritardo. Può capitare a tutti, no? Guardami, Blaire"

Alzai il viso verso di lui e mi persi nei suoi occhi caldi e luminosi. Quel solo sguardo color ruggine mi infuse un'incredibile calma, perciò annuii piano, cercando di imprimermi le sue parole nella mente.

Ha ragione lui, ha ragione lui... Respira.

"Ora apri la porta con le tue chiavi e aspettiamo Selina a casa, va bene?"

Annuii di nuovo e abbozzai un piccolo sorriso, lui si abbassò su di me e mi lasciò un bacio sulla tempia, mentre io cercavo le chiavi dentro la sacca da danza.

Aprii il portone e lo guidai nell'atrio, diretta alle scale.

Salimmo la prima rampa di scale, ma appena svoltai per intraprendere la seconda, per poco non presi un colpo: Selina era accucciata sull'ultimo gradino prima della nostra porta di ingresso, si teneva la testa tra le gambe e le braccia le stringevano le ginocchia mentre singhiozzava sommessamente.

Senza pensarci due volte mi fiondai verso di lei e l'abbracciai, sentendo finalmente l'ansia abbandonare le mie viscere.

"Dio, tesoro, che succede?" esclamai, continuando a stringerla a me e ad accarezzarle la schiena con movimenti circolari.

Lei scosse la testa, ma poi alzò il viso rigato dal mascara nero verso di me e scoppiò a piangere ancora più forte. Tra i vari singhiozzi riuscii ad afferrare poche parole:

"Brian... puttana... anniversario..." singhiozzò prima di affondare di nuovo la testa tra le braccia.

Riuscii a capire che quel bastardo del suo ragazzo doveva averne combinata un'altra delle sue e il mio disprezzo per lui non fece che aumentare. L'avevo sempre odiato e Selina lo sapeva, ma era sicura di esserne innamorata.

"Oh Blaire... cosa faccio?" singhiozzò ancora la mia amica, alzando gli occhi gonfi verso di me.

Avrei tanto voluto strappare le palle a quello stronzo per aver ridotto la mia amica in quello stato, ma in quel momento mi accontentai di abbassarmi su di lei, stringerla forte e baciarle la testa.

"Ora io e te ce ne andiamo a casa, tu consumi le tue scorte di lacrime e poi finiamo tutto il gelato che abbiamo nel freezer mentre guardiamo qualche horror, va bene?" le dissi, pregando che accettasse.

Per lei avrei anche trascorso la notte su quelle sudice scale, ma se accettava di rientrare a casa era meglio, ovviamente.

Con mio grande sollievo, lei annuì e mi fece addirittura un debole sorriso, alzandosi ed entrando in casa.

Improvvisamente mi ricordai di Boyd, che aveva assistito per tutto quel tempo al Blaire& Selina's show senza fiatare.

Mi alzai e gli andai incontro, avvolgendogli le braccia intorno alla vita e sospirando. Sembrò gradire quel gesto, perché sorrise e mi accarezzò dolcemente gli avambracci.

"Mi dispiace tanto! Sembra che la nostra cena sia destinata ad essere rimandata" mormorai, facendo il broncio.

Lui si abbassò sul mio viso e mi tracciò una sfilza di baci dalla guancia fino all'angolo della bocca, finendo poi sul centro delle mie labbra. Mi prese il viso tra le mani e mi scoccò un bacio a stampo sulla bocca.

"Non dispiacerti, ci vediamo domani" mi disse, mettendomi una ciocca ribelle dietro l'orecchio.

Non avrei saputo dire il perché, ma rimasi delusa dalle sue parole: volevo che anche lui fosse dispiaciuto quanto me di non poter passare la serata insieme.

Non volevo che il mio tempo con lui finisse, ma la mia migliore amica aveva bisogno di me e lei c'era sempre quando ero io ad aver bisogno di lei.

Boyd mi tirò più vicino e si abbassò sul mio orecchio:

"Mi mancherai, piccola" sussurrò, quasi mi avesse letto nel pensiero.

Mi sciolsi come un ghiacciolo al sole e le parole mi uscirono di bocca spontaneamente, senza che riuscissi a fermarle:

"Ti... adoro"

Mi soffocai quasi.

Stavo per dirlo? Stavo per dirlo sul serio? Accidenti!

"E io ti amo, invece" mi disse lui, con tutta la naturalezza possibile, lasciandomi letteralmente senza fiato.

Tutto il mio mondo si fermò per un lungo secondo, poi riprese a ruotare vorticosamente facendomi girare la testa.

Nessuno me l'aveva mai detto.

Si, Derek aveva tentato di spiccicare qualcosa di simile, ma non avevo mai creduto ad una sola parola che usciva dalla bocca del mio ex. Era un violento, una mina vagante che si aggrappava ad ogni appiglio pur di non farmi andar via.

Ma Boyd... lui sembrava parlare sul serio.

Nel suo sguardo non c'era ombra di ironia, ma solo dolcezza ed una punta di preoccupazione.

"Cosa... cos'è che hai detto?" balbettai, incapace di svegliarmi da quel sogno che sembrava così reale.

Lui era il mio sogno, accidenti!

"Ho detto che ti amo, Blaire. Amo il tuo modo di ridere, di arrabbiarti, di scherzare con me, di morderti il labbro quando sei concentrata. Amo il fatto che ci sono un altro milione di dettagli di te che ancora devo conoscere e altri che non conoscerò mai" disse, guardandomi negli occhi con un sorriso, attendendo una mia risposta.

Il problema era che io una risposta non l'avevo.

Gli afferrai la nuca e unii le nostre labbra con impeto, cercando di trasmettergli con quel bacio tutto ciò che non riuscivo a tirare fuori a parole.

Mi ero ritenuta per anni un essere incapace di amare, ma in quel momento... amavo Boyd?

Non lo sapevo, ma sapevo con certezza che gli avrei detto quelle due paroline magiche solo quando sarei stata sicura al cento per cento di provarle.

Perché lui si meritava questo da me, lui si meritava tutto.

Mi avvolse le braccia intorno alla vita e mi strinse forte, come se non volesse più lasciarmi andare.

"Blaire..." sospirò quando ci staccammo

"Penserò a questo tutta la sera" concluse poi, sfiorandomi il labbro inferiore con il pollice.

Io ebbi un fremito a quel gesto e lui sorrise: "Va' da Selina, ci vediamo domani"

"Si... si, a domani" balbettai io, ancora scombussolata da tutte quelle sensazioni.

Mi accarezzò un ultima volta la guancia chinandosi per sfiorarmi le labbra e poi si avviò giù per le scale.

Non riuscii a smettere di guardarlo finché non scomparve dalla mia vista.

Poi mi lasciai scivolare con la schiena contro il muro e sospirai, incapace di trattenere un sorriso gigantesco.

Boyd Newmann mi amava.

Non era un sogno.

Avrei voluto mettermi a gridare o a ballare proprio lì, in mezzo alle scale del mio palazzo, ma improvvisamente il mio cervello mi ricordò di Selina, che aspettava all'interno dell'appartamento.

Sospirai un'ultima volta e scossi il capo, cercando di togliermelo dalla testa, ben sapendo che sarebbe stata una missione impossibile ed entrai in casa dalla mia migliore amica.

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