Capitolo secondo *Boyd*

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Quella mattina ero arrivato alla Annapolis' Dance School di pessimo umore.

D'altronde, non me ne poteva fregar di meno di sprecare i successivi tre mesi della mia vita con una ragazzina problematica e in piena crisi adolescenziale.

Era un favore personale che facevo a Claire poiché le dovevo tanto e odiavo indossare i panni di debitore.

Finiva lì, per me.

Continuavo a ripetermi che si trattava solo di tre mesi che sarebbero trascorsi in fretta, dopodiché sarei tornato alla mia vita, senza più sentirmi in debito verso nessuno.

Mai più.

Poi, però, l'avevo vista in quella palestra.

Cazzo, mi aveva completamente colto alla sprovvista: Claire mi aveva avvertito di quanto fosse bella, ma avevo pensato lo dicesse apposta affinché io accettassi di aiutarla.

Invece non mentiva affatto, Blaire sembrava un angelo.

Quando ero entrato nella stanza, aveva i capelli biondi raccolti in uno chignon disordinato che si era prontamente sciolta non appena si era accorta di me, lasciando che le lunghe ciocche chiarissime le ricadessero morbide fino alle costole, arricciandosi appena sulle punte.

Aveva lunghissime ciglia, nonostante non fosse truccata e gli occhi più incredibili che io avessi mai visto: di mille sfumature diverse di verde, che si amalgamavano tra loro formando il colore dello smeraldo, che andava scurendosi via via che l'iride si avvicinava alla pupilla.

Indossava solo un body che aderiva alle forme minute ma armoniose del suo corpo e dei pantaloncini che lasciavano nude le gambe lunghe e snelle.

Si muoveva leggera sulle note della coreografia, come se stesse in un mondo tutto suo, le mie mani aderivano al suo corpo e lei non sembrava nemmeno accorgersene, come fosse sola con la musica.

Aveva un profumo inebriante, dolce e leggero, come di frutti di bosco.

Quando sulle ultime note della musica lei alzò gli incredibili occhi verdi su di me e mi sorrise affannata, dovetti deglutire per riprendere coscienza di me e del motivo per cui ero lì.

Ed il motivo non erano certamente i pensieri poco casti che stavo avendo in quel momento.

"Allora sai muoverti" esclamò lei, ancora con un sorriso luminoso.

"Diciamo che me la cavo" le risposi in tono beffardo, strizzandole l'occhio.

"Diciamo che me la cavo..." mi scimmiottò, ridendo.

Su qualsiasi altra ragazza l'avrei trovato fastidioso, ma su di lei era... adorabile.

Mi misi a ridere e scossi piano la testa, mentre afferravo il cellulare dalla tasca della giacca appoggiata alla sbarra.

Il buonumore mi passò all'istante quando vidi il messaggio di Chloe:

<Boyd!Ti scongiuro, vieni subito a casa! Papà è fuori controllo!>

Il cuore mi accelerò nel petto all'istante e mi sentii un emerito pezzo di merda.

Come avevo potuto essere così stupido da lasciare la mia sorellina da sola con mio padre?

Ero un coglione, la risposta era elementare.

Da lontanissimo mi raggiunse la timida voce di Blaire:

"Di solito sotto prove pranzo alla caffetteria dell'accademia. Ti va di unirti a me? Così, giusto per conoscerci..."

"NO, CAZZO!" risposi impulsivamente, pentendomene all'istante.

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