~Perché sono qui?~

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Questa mattina mi alzo con un senso di confusione. Perché sono in questa stanza? Non è la mia. Prendo dall'armadio dei vestiti comodi ed esco. -Hey, ciao. Leila perché non hai la divisa?-. Chiede lei. Ma chi è questa? -Come chi sono? Sono Elisabeth, non mi riconosci?-. Mi mette le mani sulle spalle e mi scuote un po'. -Andiamo da Ashton, intanto chiamo il preside-. Dice lei preoccupata. Allora sono in un'accademia. Ma non ho mai cambiato accademia. Mi fanno sedere su un lettino e il dottore mi visita. -Fisicamente non ha niente che non va, solo che a quanto pare non ricorda niente di quello che è successo fino ad oggi. Mi chiedo come però. Non ha avuto botte alla testa neanche quando ho dovuto visitarla qualche settimana fa-. Dice lui mentre io mi guardo attorno. L'ho già visto questo posto ma non mi ricordo dove. -Leila sei qui da più di un mese è normale che ti sia famigliare questo posto-. Dice Elisabeth? Mi accarezza la guancia ed è piacevole. -Mi avete chiamato?-. Chiede un uomo di circa quarant'anni. Occhi neri e capelli marroni scuro. -Leila non ricorda-. Dice Ashton. Lui sgrana gli occhi e mi fissa spiritato. -Voi chi siete?-. Chiedo io e lui scuote la testa. -Leila. Non ricordi proprio niente?-. Chiede lui ed io scuoto la testa. In quel preciso momento il mio cellulare suona e lo estraggo dalla tasca. Syrius. Accetto la chiamata e metto l'ologramma.

~Ciao Leila, come va? Allora hai ottenuto altre informazioni?

-Ehm... Syrius sei in vivavoce e con l'ologramma, non dovresti dire certe cose-

~Oh, me la culpa. Qualcosa non va? Sei seduta su un letto dell'infermiera e c'è anche il preside quindi deduco che è successo qualcosa.

-Leila ha dimenticato-. Dice il preside e Syrius si immobilizza

~Da quanto non ricordi?

-Credo a questa mattina ma non ne sono sicura-.

~Signor Black la tenga con lei o con qualcuno di fidato, se è solo da stamattina le serviranno solo poche ore per ricordare e pentirsi di quello che ha fatto nel frattempo. La chiamerò io dopo per darle risposte. 

Dice ridendo e chiudendo la chiamata. Sono più confusa di prima. -Eli rimani sempre accanto a lei oggi e non farle fare cose di cui poi si pentirebbe-. Dice il preside per poi uscire dalla stanza. -Allora che vuoi fare? Abbiamo circa un'ora e mezza libera-. Dice lei facendomi scendere dal lettino e accompagnandomi fuori. -Scusa ma non abbiamo lezione ora?-. Chiedo io. -Si ma abbiamo gli allenamenti ora e tu avevi detto che non avresti partecipato e poi ormai abbiamo saltato già mezz'ora e non credo che mi facciano fare qualcosa-. Dice lei saltellando. -Non è che "mi stai usando" solo per saltare le lezioni?-. Chiedo io con un sopracciglio alzato. -Nooo. Ma che dici. Sono tua amica, non ti userei mai-. Dice lei mentre soffoca una risata. Le sorrido perché so che lo sta facendo per mettermi a mio agio. -Hai sorriso-. Dice lei entusiasta. -Ehm, si perché?-. Chiedo mentre camminiamo per i corridoi cercando di farmi ricordare qualcosa. -In questo mese  e. Il trasferimento, la Serra, la gita e l'inferno e la minaccia/confessione di Devon al quale  devo stare a debita distanza. Tutto grazie ai racconti di Eli. -Ehm... grazie Eli, per tutto. Ma... posso chiederti una cosa?-. Le chiedo un po' a disagio. -Certo dimmi pure-. Dice lei sorridendo. -Perché ti comporti così con me? So e mi ricordo quello che hai detto tu e gli altri il primo giorno ma perché?-. Chiedo mentre ci sediamo su una delle panchine del cortile esterno dell'accademia. -Perché, come ho già detto, tutti ti reputano l'errore di questo mondo e voglio capire se è così o no. Forse dopo questo penserai che lo stia facendo per me ma so che non mi sto sbagliando. Forse in parte, come ci hai già fatto notare in precedenza sei come dicono ma non sei del tutto così e voglio vedere questa altra parte di te. Sei sempre seria e chiusa in te stessa e non capisco il perché-. Dice lei e mi si stringe il cuore a sentirla. Un lacrima sfugge al mio controllo e un sorriso sincero compare sul mio volto. -Perché molti mi odiano per quello che sono. Vogliono la mia morte perché credono che io abbia lasciato che Eric e Jennifer morissero per mano di uno spietato cacciatore-. Dico guardando il cielo che si imbrunisce e pensando a mamma e papà. -Scusa ma tu cosa c'entri nella morte degli Stone?-. Chiede guardandomi confusa. -Lunga storia e sinceramente non mi piace parlare di questo argomento-. Dico io mentre mi guarda strabuzzando gli occhi. -Quindi centri qualcosa-. Dice lei sconvolta. -In parte si ma non come pensi tu. Volevo aiutarli e ho fallito-. Dico io stringendo i pugni. -Tu fai parte del loro popolo vero?-. Dice mentre ci alziamo e andiamo in camera mia. -Sei perspicace ed intelligente, ma come hai fatto a capirlo?-. Le sorrido. -Il fatto che tu sappia del programma della gita da loro e del fatto che, durante chiamata di stamattina ho riconosciuto il ragazzo che è anche il capo dei Guardiani. Poi ho notato il labiale di David quando ti h guardata-. Dice mentre mi tolgo la maglietta stando solo in reggiseno. -La tua schiena-. Dice sussurrando e mettendosi una mano sulla bocca. -Oh si, colpa di quel giorno e dei cacciatori-. Dico io. Ormai mi fido ciecamente di lei e poi è una buona osservatrice quindi lo capirebbe durante la permanenza nel territorio. -Sei loro figlia vero?-. Chiede mentre cambia discorso e si siede sul letto. Annuisco sdraiandomi sul letto. Sospiro. -I cacciatori ci hanno obbligato a cambiare territorio, è per questo che nessuno sa dove abitiamo-. Dico io. -Mi dispiace-. Dice e, di nuovo sorrido. -Non dispiacerti, la colpa non è tua-. Dico io mettendomi seduta. -Suppongo che sia per colpa loro che tu non abbia un drago-. Dice lì mi muto. Lei capisce e, prendendomi alla sprovvista mi abbraccia e cadiamo sul letto. Piango perché dopo tre anni qualcuno finalmente mi capisce. La stringo a me. Ci stacchiamo e le sorrido di nuovo. -Sarai bravissima alla prova-. Dico io. -Quale prova?-. Chiede lei. -Per arrivare nel nostro territorio si deve affrontare una prova. Il drago si fida di te ma tu ti fidi di lui?-. Le chiedo ed annuisce decisa. -La prova consiste nel buttarsi da un precipizio. Se ti fidi di lui allora ti butterai senza pensarci ma se non ti butti allora il tuo drago capirà che non ti fidi di lui ma comunque verrà da te per portarti nel nostro territorio. Dopo questa esperienza in genere il drago apre gli occhi ma questo non vuol dire che ti abbandonerà-. Dico io mentre lei sembra rapita dal racconto. -E tu come farai?-. Chiede riflettendoci su. -Per la prova verranno due guardie e io salirò su uno de loro draghi o me ne porteranno uno-. Dico io. -Meglio se vada domani partiamo presto-. Dice mentre sbadiglia -Eli non dire niente di quello che ti ho detto a nessuno, alcuni di loro non sono degni ma verranno comunque solo per la prova-. Dico io e lei annuisce. Questi tre giorni saranno particolarmente difficili. Devo anche ricordarmi che devo stare lontano da Devon.

La  Ragazza senza DragoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora