❝cause i knew❞

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Capitolo 34.

(Ivy's Pov)

«Allora...Ci vediamo domani?» chiesi sorridendo, poggiando la schiena alla porta di entrata.

Harry annuì lentamente avvicinandosi a me, sentii le sue mani trovare appoggio sulla superficie fredda del legno dietro alle mie spalle. Ghignò notando come stessi fremendo nell'aspettare ancora un altro bacio, l'ultimo di quella serata cosi stupenda.

Quando le nostre labbra s'incontrarono di nuovo, non potei trattenermi dal sorridere su di esse. Non avrei mai creduto che quella sera potesse finire in quel modo, con me che lo saluto baciandolo prima di entrare a casa.

«Perchè sorridi?» sussurrò dolcemente spostando i suoi baci sul mio collo, facendomi rabbrividire.

«Perchè sono felice» mormorai ad occhi chiusi.

«Devo andare, Greg mi starà aspettando» aggiunsi.

Conoscendo mio fratello, era ancora in piedi ad aspettarmi sveglio. Erano circa le tre e mezzo, ed inoltre avevo spento il cellulare cosi che non potesse rovinare la serata con Harry.

Ma sapevo che una volta varcata quella soglia, mi sarei dovuta scontrare con una furia senza eguali: Greg in preda ad un'attacco d'ansia e d'ira.

«Greg?» rise mostrandomi le fossette, quasi non morì alla loro vista.

«Sa essere peggio di mia madre, quando vuole» sbuffai leggermente. Il riccio posò la sua mano destra sulla mia guancia e mi lasciò un tenero bacio sulla fronte, per poi distaccarsi da me a malincuore.

«Domani, ovvero più tardi, vengo da te, okay? Cosi non dovrai sopportare la furia di Greg che ti assale tutta da sola».

Accennai una risata che faticai a trattenere, e annuii alle sue parole salutandolo poi con la manina. Il ragazzo indietreggiò fino ad arrivare sul marciapiede, e dopo avermi salutata, infilò le mani nelle tasche del jeans e se ne andò.

Chiusi la porta alle mie spalle sospirando beata per la bellissima serata, accesi la luce ma notai che non c'era nessuno in salotto.

Probabilmente si era stancato di aspettare ed era andato a letto.

Mi tolsi gli stivali lasciandoli affianco all'appendiabiti, e salii lentamente le scale sbadigliando. La serata era stata alquanto impegnativa, ciononostante andare al Bipper era stata la cosa migliore che potessi fare.

Quando aprii la porta della mia stanza quasi non mi venne un colpo: accesi la luce e trovai Greg sdraiato sul mio letto mentre imprecava contro il cellulare.

«Ma che ci fai qui?» chiesi incrociando le braccia al petto.

«Ehi ragazzina, piuttosto perchè sei tornata a quest'ora? - si alzò di scatto venendomi incontro con tono autoritario - Lo sai che ore sono?» chiese mostrandomi l'orologio.

Alzai gli occhi al cielo sbuffando rumorosamente, e mi avvicinai all'armadio prendendo una maglietta e un paio di pantaloncini che utilizzavo da pigiama. Li gettai sul letto e tornai a guardarlo, «So benissimo che ora è, infatti vorrei andare a letto se non ti dispiace» brontolai.

Ma Greg alzò un dito muovendolo velocemente di fronte a me. «Eh no cara, non puoi tornare a casa quando ti pare e pretendere che non ti dica niente. Sono tuo fratello, è normale che mi preoccupi per te, soprattutto se sono le tre del mattino e sei in giro con un'idiota!» il suo tono si fece più severo.

«Harry non è idiota» replicai, ma non mi diede retta.

«Come si può chiamare una persona che ti molla senza un'apparente motivo, e poi ti fa una scenata in un locale picchiando il tizio con cui esci? Idiota!» gesticolò frettolosamente.

DEMONS 》 h.s (#WATTYS2015)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora