❝with all❞

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Capitolo 31.

(Ivy's pov)

«Ivy, devi mangiare qualcosa» sospirò Greg dall'altra parte della cucina.

Eppure continuavo a starmene seduta al tavolo fissando ciò che aveva cucinato per me, sebbene gli avessi detto che non avevo fame.

«Non puoi continuare cosi! - sbottó voltandosi verso di me - È un mese che non mangi e te ne stai tutto il giorno seduta sul divano o a piangere in camera tua. Esci solo quando devi andare a scuola, e Dio solo sa se non piangi anche lì».

Alzai lo sguardo fulminandolo con gli occhi, e con un cenno di mano spostai il piatto dalla mia vista. «Non lo voglio, te lo avevo detto che non ho fame» replicai ignorando il suo discorso.

«So perfettamente che me lo hai detto, è un mese che ripeti la stessa frase. Ma non ho intenzione di far trovare Maddy ciò che rimane dello scheletro di sua figlia...»

«Quindi ora mangia, per favore, prima che tua madre torni e mi uccida» ordinò mio fratello minacciandomi con la spatola da cucina e il grembiulino.

In un'altra situazione quasi sicuramente sarei scoppiata a ridere, ma ero troppo triste anche solo per poter sorridere. Scossi la testa poggiando il mento sul dorso della mano destra, e presi a fissare un punto sulla tavola.

Ero sicura che Greg stesse cercando in tutti i modi di tirarmi su di morale convincendomi a mangiare qualcosa, ma non ci riuscivo. Il mio stomaco era chiuso e tutto ciò che riuscivo a sentire era il magone che mi portavo dentro.

Quando il campanello suonò sussultai involontariamente. La mamma aveva accompagnato la nonna fino a New York, decidendo di rimanere lì per circa due settimane solo perché l'aveva convinta a salutare vecchi parenti, di cui probabilmente non sapevo nemmeno l'esistenza.

E questo mi spinse a credere e ad avere anche solo una minima speranza che fosse Harry, tornato per chiedermi scusa dopo un mese di dolore e lacrime. Ma quando corsi all'ingresso, e aprii la porta, mi resi conto che l'unica persona che avevo davanti era l'ultima che avrei voluto vedere: Zayn.

«Se sei qui per chiedermi come sto, sappi che sto di merda e tutto questo grazie a te» sbottai per poi cercare di chiudere la porta, ma con il piede impedì che questo avenisse.

Gli lanciai un'occhiataccia che lo fece sorridere, non so per quale strano motivo.

«Sono qui perché io e Greg usciamo, e sì, volevo sapere come stavi ma grazie per avermi evitato la fatica di trovare le parole adatte» mormorò poggiando una mano sulla porta aprendola completamente.

Non ebbi né la forza né la voglia di replicare, cosi lasciai che entrasse chiudendo la porta mentre mi mettevo comoda sul divano fissando lo schermo nero della tv.

Non sono mai stata una di quelle persone che piangono per un amore finito, sono sempre stata razionale per quanto possibile. Anche quando guardavo film in cui le coppie, anche quelle più belle, si rompevano: non sono mai stata una quelle ragazze che passano le giornate a piangere persino per questo. Ma avevo scoperto una parte di me che non conoscevo, una parte cosi fragile da urlare con ogni parte del mio essere che avevo bisogno di Harry nella mia vita.

Oramai non potevo più farne a meno, mi sentivo come un tossico dipendente nella sua crisi di astinenza più ardua.

Mi mancava una parte di me, nonostante tutto, nonostante i segreti, le paure, le lacrime. Avevo bisogno di lui, e sapere che probabilmente lui non aveva bisogno di me, mi faceva male.

Zayn si mise a sedere al tavolo, al posto mio, guardando il cibo che avevo lasciato nel piatto: «Non ha mangiato niente?» chiese.

«A quanto pare si è messa in testa di morire di fame» sbottò nuovamente Greg sistemando il resto dei piatti nella lavastoviglie. Zayn rise.

DEMONS 》 h.s (#WATTYS2015)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora