❝were so❞

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Capitolo 8.

(Ivy's Pov)

Sentii un tonfo provenire dal fondo del corridoio, aprii gli occhi e vidi la figura di Harry guardarmi confusa.

Improvvisamente cominciai a tremare, la mia mente elaboró qualche frase alla rinfusa, ma niente mi parve abbastanza.

Lo guardai deglutendo a vuoto per qualche istante, finchè non si decise ad avvicinarsi a me con un borsone.

Non disse niente, si limitó a sedersi al mio fianco continuando a fissare un punto avanti a sè, ben presto lo imitai taciturna. Sentivamo quel beep risuonare fra le pareti, le voci lontane di altre persone e quel bianco troppo bianco delle pareti.

«Come sta?» chiese improvvisamente senza distogliere lo sguardo dal vuoto; sospirai appena abbassando lo sguardo per guardarmi le mani.

«Male, non si sveglia...» mormorai.

«Ivy, per stamattina...» cercò di giustificarsi, ma lo interruppi prima che potesse dire qualsiasi cosa.

«Non importa, davvero. Mi ero illusa, ma in fondo dovevo capirlo che era impossibile.»

«Cosa?» chiese alzando appena il sopracciglio destro guardando verso di me.

Alzai appena le spalle «Che una persona come te potesse amare una come me» sospirai poggiando la testa al muro e chiudendo gli occhi. Sentivo i suoi occhi puntati su di me, mi sentivo in imbarazzo ma volevo, per una volta, mostrarmi più forte.

«Perchè? Che persona saresti, sentiamo.» Replicò Harry guardandomi con aria di sfida, ma io ignorai il suo sguardo e continuai a sospirare.

«Problematica.»

«Anche io sono problematico» affermò lui imitando la mia posizione per poi incrociare le braccia al petto.

Questa frase mi fece saltare i nervi. Cominciavo ad odiare il fatto di non poter sapere niente di lui mentre lui, però, sapeva tutto di me. O quasi...

«É questo il problema» sospirai chiudendo gli occhi. I suoi bellissimi occhi verdi si focalizzarono su di me, li sentivo scrutarmi ogni singola parte scoperta della mia pelle. Quasi non tremai per via dei brividi che percorrevano la mia pelle.

«Il problema è che sono problematico?» domandò confuso.

«Il problema è che non mi dici perchè, - sbottai in fine aprendo gli occhi per fissarlo - So che sei pieno di problemi, anche io lo sono, ma tu sai tutto di me ed io di te cosa so?»

«Sai che puoi fidarti di me!» esclamò e la sua voce fece eco nel corridoio vuoto. Abbassai lo sguardo rivolgendo attenzione altrove, non riuscivo più a reggere i suoi occhi. Non riuscivo più a sopportare quella situazione.

«A quale prezzo se tu non ti fidi di me?» domandai più a me che a lui, ma Harry non disse niente. Se ne rimase in silenzio, prese il suo borsone e sparì.

Una lacrima mi rigò il volto, e ben presto mi ritrovai a singhiozzare mentre la voglia di urlare cresceva dentro me. Non ne potevo più.

(Harry's Pov)

Uscii dall'ospedale ed improvvisamente uno scatto di rabbia mi accecò la vista facendomi tirare un pugno al muro. Non ce la facevo più a tenermi tutto dentro, non ce la facevo più a restarmene in silenzio mentre vedevo le persone scappare da me.

Presi il cellulare e con la mano sanguinante composi il numero di Louis.

«Pronto...» disse lui dall'altra parte con la voce ancora impastata dal sonno. Guardai l'orologio, erano solo le otto e mezza, probabilmente stava dormendo.

«L-Louis, vieni a prendermi» balbettai con voce rotta, un nodo alla gola mi bloccava le parole. Avrei voluto piangere.

«Harry, che succede?» sentii Louis assumere un tono preoccupato, ma io mi limitai a ripetere la mia richiesta.

«Arrivo subito, dove sei?»

«Fuori l'ospedale...» farfugliai sedendomi a terra. La chiamata si chiuse improvvisamente e in meno di dieci minuti vidì l'auto di Louis a pochi metri da me.

Uscii dall'auto correndomi in contro, mi alzai e lo abbracciai cosi forte da fargli probabilmente mancare il fiato. Lui non chiese niente, si limitò a strigermi a se e a prendere il mio borsone per caricarlo in auto.

Il tragitto non fu dei migliori: continuavo a guardare fuori dal finestrino cercando un qualcosa a cui appigliarmi, ma mi sentivo vuoto. Avevo perso la mia piccola Ivy, non si fidava più di me ed era soltanto colpa mia. Non le avevo dato modo di farlo.

E avevo perso anche mia madre, da anni ormai, senza poterla riavere indietro.

Io ero il mostro adesso. Colui da cui doveva difendersi. Non più mio padre, ma io che non le avevo mai fatto niente.

«Puoi rimanere da me se vuoi» propose Louis guidando verso casa sua. Io annuii silenziosamente tornando a guardare fuori dal finestrino.

«Posso sapere perchè eri in ospedale?» insistette.

Perchè? Perchè era stata colpa mia. Perchè avevo chiesto io a Zayn di fare qualcosa, perchè ero stato io a nascondere la verità ad Ivy.

Perchè ero stato io a far arrestare mio padre.

Nella mia testa cominciarono ad arrivare flashback tutti assieme, come un lungo cortometraggio fatto a scatti. E una voce dentro di me continuava a dirmi che ero colpevole.

Era stata colpa mia.

Mi rannicchiai su me stesso portando le mani agli orecchi, presi a dondolare quasi isterico.

«Non è stata colpa mia, non è stata colpa mia, non è stata colpa mia» continuavo a ripetere come una cantilena.

Louis mi guardò preoccupato, per poi cercare un posto dove parcheggiare.

«No, Harry, non di nuovo...» la sua frase sembrava più una preghiera.

E non gli diedi retta, continuavo a dondolare ripetendo che non era stata colpa mia.

«Ero solo un bambino - sussurrai scoppiando a piangere dal niente - Non potevo fare niente, non è stata colpa mia!»

Il mio tono di volce si alzò fino a gridare quelle parole quasi istericamente. Mi dimenavo sul sediolino dell'auto gridando.

«Harry, calmati!» gridó Louis ma fece solo peggio. Si voltò verso i sediolini posteriori e cercò nelle tasche della giacca le mie medicine. Una volta trovate ne prese tre e mi convinse a mandarle giù avvicinandole alla mia bocca.

Mi ci volle un pò per calmarmi, la mia cantilena era sempre la stessa mentre la voce andava a scemare. Louis si lasciò cadere sul seggiolino sospirando e ringraziando il cielo che stessi meglio; una sua mano si posò sulla mia testa scuotendo i ricci.

«Sei cosi piccolo Harry, sei cosi piccolo...» sospiró lui prima che potessi addormentarmi.

EEEEEEEEEEEH

COSA VE NE PARE????

EHEHEHEHEH.

HO IN MENTE COSE CHE NON POTETE NEMMENO IMMAGINARE! :)

VOTATE E COMMENTATE.

DEMONS 》 h.s (#WATTYS2015)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora