❝i could be❞

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Capitolo 35.

(Harry's Pov)

Quando salii le scale per andare in camera di Ivy, lo feci con un vassoio fra le mani con la colazione. Greg mi aveva aiutato a prepararla dicendomi quale fossero i cibi preferiti di sua sorella.

Trovai divertente e anche un po' bizzarro il fatto che, dopo la notte scorsa, Greg non fosse affatto arrabbiato. Anzi, sembrava addirittura intento a stabilire un legame fra noi, come se cercasse di farmi sentire 'accettato' da lui. Perchè in fondo Maddy non aveva problemi con me, a lei piacevo.

Bussai alla porta della sua camera aspettando impaziente che mi facesse entrare, ma nessuno rispose. Decisi allora di aprire lo stesso la porta confermando il mio dubbio: stava ancora dormendo.

Istintivamente, pensai a quanto tempo fosse passato dall'ultima volta che l'avevo vista dormire. Pensai all'ultima volta che avevamo dormito assieme, e quando mi accorsi che il posto accanto al suo era stato consumato - segno che Greg aveva dormito con lei - provai un po' di gelosia.

Gelosia perchè vivere con Ivy poteva voler dire dormire con lei ogni volta che si voleva, e Greg questo poteva farlo. Sebbene fossi geloso, però, provai anche tanta tenerezza perchè sapevo quanto fosse importante per lei aver trovato di nuovo una parte della sua famiglia. E conoscevo quell'amore fraterno che ritrovavo in me e Gemma.

Poggiai il vassoio sul comodino e mi sedetti affianco a lei, osservandola dormire. Il suo respiro era cosi pacato, come se stesse sognando qualcosa di bello. Giurai di averla vista sorridere in qualche modo, e preso dalla voglia di baciarla, avvicinai le labbra alle sue sfiorandole.

Riuscivo a sentire l'odore della sua pelle, e il sapore delle sue labbra che sapevano cosi tanto di fragola. Quel tocco bastò a farle aprire gli occhi, e quando si accorse che ero io, le sue bellissime labbra si schiusero in un sorriso.

«Buongiorno...» bofonchiò con la voce ancora impastata dal sonno. Sorrisi di rimando e mormorai anche io un leggero "Buongiorno" prima di darle di nuovo un bacio a fior di labbra.

La sua mano si posò sulla mia guancia accarezzandola con il pollice delicatamente; quel tocco cosi premuroso mi fece sentire l'uomo più fortunato al mondo.

Perchè dopo essermi comportato come un coglione, lei era ancora lì. Perchè dopo averle spezzato il cuore, lei aveva colto i cocci e mi aveva perdonato senza esitare.
Perchè nonostante tutto, lei amava me. Aveva scelto me.

Per un attimo pensai di non meritare tutta quella dolcezza, dovevo farmi perdonare. Dovevo dimostrarle che anche noi potevamo essere felici.
Che anche per noi c'era una possibilità. Ed io non l'avrei sprecata.

«Che ci fai qui?» sussurrò a qualche centimentro dalle mie labbra.

I nostri nasi ancora si sfioravano, e i nostri occhi si guardavano cosi intensamente da sprofondare nelle nostre anime.

«I-Io... - cercai di borbottare qualcosa, ma la voce mi morì in gola. Tossii cosi da poterla sgranchire e mormorai, - Sono venuto a portarti la colazione».

Sul suo viso comprarve di nuovo un sorriso più raggiante del precedente tanto da farmi desiderare di vederla sorridere cosi ancora e ancora.

Il suo sguardo improvvisamente si posò sul vassoio, e sorrise guardando il bicchiere di succo di frutta.

«Succo di frutta?» chiese.

«Ai mirtilli, come piace a te» annuii divertito dalla sua espressione.

«E le frittelle?» domandó ancora guardandomi sorridente.

«Sciroppo d'acero. Greg mi ha aiutato» risi lievemente. Adesso sì che la sua espressione faceva ridere.

DEMONS 》 h.s (#WATTYS2015)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora