❝you have to❞

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Capitolo 22.

(Ivy's Pov)

Quando mi svegliai erano appena le cinque di mattina. Me ne stavo sdraiata su di un letto con in dosso la camicia che avevo tolto ad Harry, e con la testa poggiata sul suo petto. Lo senti respirare pesantemente mentre la leggera luce del mattino illuminava il suo viso. Gli accarezzai lentamente il petto facendo attenzione a non svegliarlo, era cosi bello, cosi perfetto. Un angelo greco che riposa in pace.

Se fosse stato un'emozione non avrei saputo descriverla, e chi potrebbe definire cosi tanta bellezza? Chi potrebbe mai odiarla?

Nessuno.

Ecco perchè sono fortunata.

Perchè tra tante lui hai scelto me.

Ha scelto di amarmi malgrado tutto, malgrado i miei problemi, le mie paure, le mie bugie.

Lui ha scelto me.

Gli lasciai un tenero bacio sulla guancia allontanandomi con delicatezza da lui, per poi infilarmi nuovamente il vestito della sera precedente. Mi avvicinai alla scrivania posta davanti al letto e presi il cellulare controllando le chiamate: erano tutte di Greg e qualcuna di mia madre.

Non avrei mai voluto lasciarlo lì da solo, in quella casa con Zayn che malgrado la sera prima continuavo a non fidarmi di lui.

Era cosi strano, cosi contraddittorio. Come può una persona sembrare cosi dannatamente menefreghista, insensibile e il giorno dopo andare in giro a fare ritratti alla gente. Avrei potuto immaginarlo da...Liam, ma non da uno come lui.

Presi un foglio e scrissi sopra: "Vorrei rimanere per guardarti dormire ancora un po', ma devo tornare a casa. Ti chiamo. Ivy

Oh, Buon Natale x"

Mi avvicinai al letto e lo posai sul cuscino al suo fianco lasciandogli un altro bacio sulla fronte. Ero convinta di potermene andare, ma mentre stavo scendendo le scale qualcuno mi chiamò alle spalle: era Zayn.

«Ivy, per ieri sera...» cercò di dare spiegazioni ma subito lo fermai «Non devi darmi spiegazioni per come decidi di decorare la tua camera o per chi decidi di ritrarre nei tuoi disegni. Non mi interessa, ma non sono scema e alcuni di quelli sono troppo vecchi!» esclamai guardandolo negli occhi.

Feci un respiro profondo, senza volerlo mi ero alterata, chiusi gli occhi e li riaprì velocemente tornando a guardare i suoi occhi color nocciola. Lo vidi passarsi una mano dietro la nuca con fare imbarazzato, non lo avevo mai visto cosi in difficoltà.

«Potremmo parlarne davanti a un caffè, magari... - fece una pausa rivolgendo lo sguardo altrove - potrei spiegarti come è andata.»

«Va bene, mi farò sentire» annuii per poi scendere velocemente le scale e correre verso l'uscita di quella casa enorme.

Quando salii in macchina ero fin troppo confusa, avevo accettato una sorta di appuntamento? O stavo semplicemente cercando risposte?

Forse era pura curiositá e mi stavo facendo trascinare dagli eventi.

Scossi la testa e con destrezza misi in moto l'auto e mi diressi verso casa. Durante il tragitto continuavo a pensare a quella assurda serata, al bacio di Gemma e Louis, a Liam e Caroline, alla clinica psichiatrica vecchia di Harry, alla stanza numero 17 e poi quello: Zayn Malik che mi fa dei ritratti. E non uno, ma album interi pieni di disegni, di pose, di posti.

Mi sentivo cosi in imbarazzo, cosi a disagio in quella fottuta situazione.

Mi chiedo perchè le cose piú assurde accadono sempre a me.

DEMONS 》 h.s (#WATTYS2015)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora