❝and about❞

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Capitolo 14.

(Harry's pov)

Non so esattamente per quale motivo avessi accettato di vederla, in fondo Caroline faceva parte del mio passato. Eppure la curiositá di sapere come stesse dopo quei tre anni aveva vinto sulla ragione.

E forse era anche per questo che mi trovavo seduto al tavolo di un bar nel centro di Londra a sorseggiare un caffè nell'attesa che arrivasse.

La mia paura più grande era che ci vedesse qualcuno, ancora peggio Ivy. Ma in fondo era occupata con il suo truth party e non mi avrebbe visto.

Improvvisamente sentii una mano posarsi sulla mia spalla, alzai lo sguardo e subito incontrai due bellissimi occhi azzuri che mi fecero mancare il fiato. Caroline, era lei.

Molto diversa da come la ricordavo: era molto più magra e alta rispetto a come me la ricordavo, i suoi capelli più biondi e corti sulle spalle. Sembrava essere felice, stare bene e sorridere. Questo mi fece sentire meglio, come se alleggerito da un peso.

«Harry, dio quanto tempo!» sorrise dandomi un bacio sulla guancia per poi sedersi di fronte a me. La guardai quasi ammutolito, non sapevo cosa dire. Ero confuso, stordito, come se rivederla avesse riacceso in me qualcosa di ormai sepolto.

«Che c'è, hai perso la lingua?» la sua loquenza mi metteva a disagio, non la ricordavo cosi schietta, bensi molto timida. Ma in fondo il tempo cambia tutti, anche io ero cambiato.

«No, ti osservavo. Sei cambiata tantissimo.» Sentenziai sorridendole, lei stessa ricambió il sorriso con lo sguardo di chi è fiero di se.

«In meglio spero» ammiccò facendomi andare il caffè di traverso. Cominciai a tossire e la sua risatina si fece sempre più prepotente.

Cosa voleva da me?

«Come mai mi hai chiamato? Insomma, è da tanto che non ci vediamo» dissi giocando col bordo del bicchiere, lei si morse il labbro inferiore ammicando con uno sguardo di chi sa il fatto suo.

Sì, era cambiata, ma non come mi sarei aspettato. Era diventata una ragazza sicura di se, fin troppo, beffarda, provocatrice e questo non era da Caroline. Eravamo stati insieme per quasi un anno prima che entrambi prendessimo strade diverse; me la ricordavo come una ragazza timida, introversa, innocente che arrossiva per qualsiasi cosa. Quella persona ormai non esisteva più.

Allungò la sua mano accarezzando la mia delicatamente, il suo gesto mi provocò dei brividi lungo la schiena. Ritrassi la mano nervoso, sentivo come se l'istinto stesse lottando contro la ragione e stesse avendo la meglio.

«Volevo rivederti. Sai, ti ho pensato in questi anni... - mormorò incatenando i suoi occhi ai miei - Harry, sto bene adesso e anche tu vedo. Magari potremmo...- la interruppi prima che potesse finire la frase, mi alzai posando le mani sul tavolo e la guardai severo.

«Caroline, sono cambiate molte cose da allora. Non è il caso, scusa.» E detto questo uscii dal locale sperando che non mi seguisse, ma cosi non fu. Mi corse dietro fermandomi per un polso costringendomi a guardarla ancora una volta. Mi uccideva doverla rifiutare.

«Harry, non è cambiato niente, ok? Tu sei lo stesso ragazzo dolce di due anni fa ed io la solita ragazza di cui eri innamorato» sospirò accennando un sorriso e accarezzandomi il volto con le sue mani calde.

Chiusi gli occhi, il cuore batteva all'impazzata e una valanga di ricordi mi crolló addosso. L'avevo amata come mai nessuna, era stata il mio primo amore, quello che non si scorda mai, quello che rimane impresso fino alla fine.

La mia prima cotta era avvenuta in quella clinica psichiatrica, era che avevo conosciuto Caroline.

La stanza numero 17.

DEMONS 》 h.s (#WATTYS2015)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora