❝the fucking❞

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Capitolo 26.

(Ivy's Pov)

La campanella era suonata da poco al segnare della fine dell'ora, ed io ero già davanti al mio armadietto riponendo i libri di algebra che non mi servivano.

Tornare a scuola non era stato semplice, soprattutto dopo l'esperienza che aveva legato me ed Harry alla bocca delle persone. Gli studenti non facevano che parlare dell'accaduto, ognuno con una propria versione dei fatti. Ne avevo sentite a quantità industriale: c'era chi diceva che a tagliarmi fosse stato proprio Harry in preda ad una crisi isterica, chi diceva che avevo tentato il suicidio gettando un phon nella vasca da bagno, e chi addirittura credeva in una possibile storia tra me e Greg che aveva portato Harry ad una crisi nervosa. Questo perchè Greg era conosciuto a scuola nostra, anche se mi sfuggiva il motivo di tutto ciò, era molto popolare e nessuno sapeva del nostro legame sanguigno - almeno non a scuola - e questo implicava un'ulteriore libera interpretazione.

Niall continuava a sdrammatizzare dicendo che dovevo guardare il lato pasitivo della faccenda. "Adesso sei popolare" aveva detto, ma la verità è che provavano solo pietà per una persona come me.

Harry, invece, viveva la questione con più leggerezza rispetto a me. Aveva ripreso a giocare a basket nella squadra della scuola e a frequentare anche quel gruppo di amici. Se qualcuno gli chiedeva cosa era realmente successo, lui scuoteva il capo sistemandosi i ricci sul lato della fronte e girando i tacchi se ne andava via dalla parte opposta.

Ammiravo il suo atteggiamento completamente indifferente alle critiche della gente, diversamente da come reagivo io.

Tornai alla realtà quando sentii un gruppo di ragazzi ridere pochi metri più in là, e sospirando profondamente chiusii l'anta dell'armadietto sobbalzando improvvisamente.

Mi trovai di fronte una ragazza dai capelli corti fino alle spalle - era bionda ma si notava fossero tinti - fissarmi da sotto gli occhiali. Quasi non mi prese un'infarto nel vederla cosi all'improvviso, ma incurante della mia reazione prese la cartella che aveva sotto braccio e fece schioccare col police la penna facendo aderire la punta col foglio bianco.

«Tu devi essere Ivy!» esclamò la ragazza rivolgendomi un ampio sorriso. Non ebbi la forza di risponderle cosi mi limitai ad annuire, guardandola un po' spaesata.

«Io sono Karma, piacere di conoscerti - mi porse la sua mano presentandosi ed io ricambia la stretta abbozzando un sorriso - Noi non ci conosciamo, ma io ho sentito molto parlare di te. Lavoro per il giornale della scuola e mi chiedevo se fossi disponibile per qualche domanda sull'accaduto.»

Non penso fosse cattiva, probabilmente non si era nemmeno accorta del poco tatto che aveva adoperato. Aveva tutta l'aria d'essere una ragazza sincera, senza peli sulla lingua ed era una cosa che amavo delle persone.

«Accaduto?»

«Sì, tu ed Harry siete stati assenti per quasi un mese prima delle vacanze natalizie e sai, le voci corrono e le persone ipotizzano tante cose» si strinse fra le spalle continuando a sorridermi speranzosa, ma feci cenno di no col capo e mi incamminai verso l'uscita della scuola. Avrei preferito mille volte affogare con la buccia della mela che avevo per pranzo che sbattere in prima pagina i miei problemi e quelli di Harry.

Karma, peró, aveva tutta l'aria di essere un osso duro. S'incamminò seguendomi fino all'uscita, finchè non riuscì a placarmi.

«Ivy, per favore, le persone hanno il diritto di sapere!»

«Hanno il diritto d'immischiarsi nella mia vita privata?» domandai sull'orlo della rabbia più assoluta.

"Le persone hanno il diritto di sapere" ...o di spettegolare? Perchè raccontare a tutti l'accaduto sul giornale della scuola, era come dare a tutti qualcosa di cui parlare per i prossimi vent'anni. E non era certo quello che desideravo.

DEMONS 》 h.s (#WATTYS2015)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora