Diego Hargreeves, chiamato anche Numero Due, é un ragazzo molto testardo e determinato. Cerca di fare il leader e di comandare i suoi fratelli. Con la sua abilitá speciale con i coltelli, è una vera e propria macchina per la distruzione.
Quella fatidica sera in cui se ne andó dalla Umbrella Academy, andó verso un grande campo di grano. Si accampó lí per la notte. Mentre provava a dormire, qualcosa lo sveglió, un rumore. Anzi ,della musica. Vide delle luci colorate. Seguí quelle luci e ,se pur da lontano, riuscì a vedere qualcosa. Era un grande tendone bianco e rosso, circolare, con una punta come tetto. Diego capí che era un circo, e si diresse verso di esso. Una volta entrato vide acrobati, clown, giocolieri ed elefanti che venivano addomesticati. Sentí qualcuno che gli parlava: "Hey giovanotto. Che ci fai qui tutto solo? Ti sei perso?" "No, signore. Non mi sono perso." Rispose il ragazzo. "Oh, che maleducato! Non mi sono presentato. Io mi chiamo Dustin Bukoski e sono il direttore di questo Circo. Posso esserti utile in qualche modo?" Chiese guardandolo. "Non é che potrebbe ospitarmi, solo per questa notte?" Chiese il ragazzino. "Non hai una famiglia, caro ragazzo?" Chiese il direttore. "No, non c'é l'ho." Rispose Diego mentendo. "Oh mio caro. Certo, puoi restare quanto vuoi." Disse il direttore. "La ringrazio." Rispose il ragazzo. "Senti ragazzo, magari puoi unirti a noi! Hai qualche talento particolare?" Chiese il direttore. "Si, signore. Io sono abile con i coltelli." Affermó Diego. "Quanto abile?" Chiese il direttore. Cosí Diego tiró fuori da una tasca un coltello e miró al cappello di un clown a circa 200 m di distanza. "Affascinante! Stupefacente! Incredibile! Tu hai davvero talento ragazzo mio! Benvenuto al Circo Sparta!"
Passarono molti anni, tantissimi anni. Diego cominciava ad essere stanco di lavorare al circo. Stava pensando da molto di mollare. La paga era minima e per gli spettacoli che facevano era quasi ridicola. Quando ,un giorno ,vide il suo direttore che contava i soldi alla biglietteria. Erano molti di piú della paga di Diego in un mese. Vide che il suo capo si stava intascando i soldi, cosí cominció a capire perché la sua paga era cosí bassa. 'Grandissimo figlio di puttana.' Pensó Diego. D'un tratto vide che al suo capo squilló il telefono. Si allontanó dalla biglietteria ma dimenticó i soldi sul bancone. Diego ,allora ,decise di prenderli. Una volta arrivato in camera sua li contó. 10-20-40-50-70-90-100-150-250-350-450-550-650. Erano ben 650 dollari. D'un tratto sentí che qualcuno bussava alla sua porta, cosí nascose i soldi sotto al materasso ed andó ad aprire. "Hey, ciao Dustin." Disse Diego ritrovandosi davanti il suo capo. "Ciao Diego. Spero di non disturbarti." Disse. "No no affatto. Prego entra." Disse Diego in modo da non destare sospetti. Il direttore si cominció a guardare in giro. "Cerchi qualcosa?" Disse Diego come se fosse ignaro di ció che cercava. "Si, in effetti si. Oggi sono spariti dei soldi dalla biglietteria. Sto controllando che qualcuno di noi non ci abbia derubato. In questo momento non posso fare eccezioni, capisci no? Ma tranquillo. Non hai nulla da temere se non hai nulla da nascondere." Concluse il capo guardandolo per vedere una sua reazione. "Ma certo, comprensibile. Non preoccuparti fai pure." Dustin si mise ad ispezionare da cima a fondo la sua stanza, ma non trovó niente. "Ok, ho finito. Ero convinto che non fossi stato tu, peró dovevo comunque verificare, capisci no?" Chiese il capo. "Si certo, capisco." Rispose. "D'accordo, ora vado. Buona notte Diego." "Notte." Quando sentí chiudere la porta riprese i soldi per contarli di nuovo, ma sentí che la porta si riaprí di scatto. "Grandissimo stronzo. Ti ho cresciuto come un figlio e tu osi derubarmi?! Sei una vergogna! Canaglia! Ora chiamo la polizia!" Prese in mano il telefono componendo il numero. "Pronto polizia! Mi hanno derubat-" ma Diego mise giú. "No, non dirai assolutamente niente, stronzo." E lo picchió facendoli picchiare la testa contro lo spigolo del letto. Diego, rendendosi conto di ció che aveva fatto, scappó. Corse per circa un'ora fino ad arrivare in strada, ma qualcuno lo investí. "Signore, si sente bene?" Gli chiese l'uomo. "Si, sto bene." E cercó di andarsene, ma l'agente lo fermó. "Hey, puoi dirmi il tuo nome?" Disse l'agente. "Diego. Diego Hargreeves." Rispose. "Oh, d'accordo." Rispose l'agente, che prese le manette e gliele mise ,mettendo la sua faccia contro la sua auto. "Ma che sta facendo? Mi lasci!" Disse Diego. "Signor Diego Hargreeves, lei é in arresto per aggressione e furto aggravati al direttore del Circo Sparta. Ha diritto a rimanere in sil-" ma Diego gli tiró un calcio e cominció a picchiarlo facendolo svenire. Prese le chiavi dalla sua tasca e si liberó.
Corse fino ad arrivare in un bar. "Un cappuccino, grazie." Chiese Diego alla barista. Sentí qualcuno parlare al telefono e dire: "Polizia, Diego Hargreeves é qui! Allo Sweetie Café!" Cosí Diego si affrettó a finire il suo cappuccino prima dell'arrivo delle autoritá. "Ecco a lei, arrivederci." Disse Diego lasciando Cinque dollari al bancone.
Una volta fuori vide una macchina della polizia, con dietro seduti due agenti che dissero a Diego: "Diego Hargreeves, sei in arresto per furto, tentato omicidio e aggressione ad un pubblico ufficiale. Hai diritto a rimanere in silenzio..." disse l'agente mentre ammanettava Diego.
Venne portato alla centrale di polizia, dove venne arrestato e messo in una cella di detenzione, isolata dalle altre.
Il mattino dopo Diego si sveglió sentendo dei rumori, ma non ci fece molto caso. Dopo un po', sentí la cella aprirsi. Senza nemmeno girarsi disse: "Cosa c'é adesso? É arrivato il mio avvocato?" Con la testa girata verso il muro. "Qualcosa di meglio." Sentí in risposta. Riconobbe quella voce. "Non é possibile..." disse. Si giró e disse: "Luther? Ragazzi? Che cosa ci fate qui?"
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L'apocalisse Hargreeves
FanfictionLa famiglia Hagreeves? Beh, non é di certo una famiglia normale, ma questo é esattamente il bello di questa famiglia. Uno dei tanti dei pregi di questa famiglia è il senso di protezione che hanno gli uni per gli altri. Una storia della famiglia Har...