CAPITOLO 3 - NOTTE FONDA

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9 GIUGNO 2015

SARA'S POV

Ore 4:00 : Non riuscivo a prendere sonno perciò decisi di tornare in giardino per sistemare un po' il casino che avevamo fatto. Quando spalancai la porta vidi in lontananza qualcuno seduto a bordo piscina e avvicinandomi capii che si trattava di Filippo. Ero terribilmente a disagio, ma visto che lui non mi aveva vista, cercai di non farmi notare e iniziai a raccogliere tutti i bicchieri di plastica che trovai in giro. Qualche secondo dopo inciampai in un sasso e caddi per terra emanando un piccolo gridolino che spaventò il ragazzo piumato e si accorse della mia presenza. Perché ero sempre così sbadata? Mi detestavo.

Lo vidi correre per poi chinarsi verso di me e subito dopo scoppiò a ridere.

"Oi ti sei fatta male?" chiese cercando di soffocare una seconda risata.

"Non è divertente." affermai seria, ma non riuscii a trattenermi e scoppiai a ridere anche io.

"Mi odio, sono sempre così sbadata" dissi e lui mi aiutò a rialzarmi.

"Hai intenzione di rimanere viva stanotte o stai cercando di farti del male Saretta? ahaha" La sua risata era terribilmente contagiosa e il suo sorriso bello come pochi.

"Probabilmente sto tentando il suicidio, ma dettagli" dissi e lui mi diede un colpetto sulla spalla.

"Dai ti aiuto a sistemare, vedo che non sono l'unico a non avere sonno"

"Già ahah da un po' di giorni dormo poco o non dormo proprio, passo le notti in bianco praticamente" dissi in tono serio.

"C'è qualcosa in particolare che ti preoccupa?" mi chiese sfiorando la mia mano e giuro di aver sentito il mio cuore perdere un battito a quel tocco.

"Beh sì tantissime cose in realtà. Mi preoccupa il mio futuro. Ho paura di quello che potrà succedere, ho paura di prendere le decisioni sbagliate. Voglio fare tantissime cose, ma allo stesso tempo non so quale sia la mia vera strada... ma comunque non voglio annoiarti con i miei problemi" dissi mentre buttai i bicchieri nel sacco della spazzatura.

"Ma figurati ti capisco. È normale avere paura di sbagliare o essere indecisi, non siamo programmi scritti Sara. D'altro canto io ho sempre saputo cosa voglio fare nella mia vita." Disse alzando gli occhi verso il cielo e sospirando, poi continuò "sin da piccolo ho sempre sentito il bisogno di scrivere testi, fare la mia musica ed esprimere tutto quello che sento. Io voglio diventare un cantante, trasmettere alla gente quello che sento, raccontare e raccontarmi. Per me fare musica non sarebbe solo un lavoro, sarebbe proprio tutta la mia vita. Io vivo di questo" rimasi spiazzata da quelle parole. Percepii questa sua necessità, questo suo estremo bisogno e mi aveva colpita davvero.

"Questa è una cosa davvero bellissima Filippo..non ti conosco, ma apprezzo ciò che hai appena detto, mi ha davvero colpita. Mi piacerebbe tanto sentire quello che hai da raccontare. Sembri così vero e sincero..." dissi in tutta sincerità.

"Poche persone hanno sentito i miei pezzi, anche perché sto per firmare con una casa discografica quindi se tutto va bene, poi potrò realizzare il mio sogno. Ma tu Sara mi ispiri particolarmente fiducia e se accetti di uscire con me uno di questi giorni, ti faccio ascoltare qualcosa".

"Wow sono molto contenta per te davvero. E per quanto riguarda il tuo ricatto, lo accetto più che volentieri ahah"

"Ma no dai non è un ricatto..." disse portandosi un braccio dietro la testa, imbarazzato.

"Ahaha ma si lo so scherzo, ho capito cosa intendi"

"E cosa avresti capito sentiamo?" quella domanda mi mise in seria difficoltà, perché non ero per niente capace di flirtare. Sono sempre stata impacciata, non so formulare frasi di senso compiuto e soprattutto quando sono sotto pressione. Per questo tentai di cambiare discorso.

"Ma non è che mi offriresti una sigaretta? Cioè in generale non fumo ma ne ho bisogno e poi non ho più voglia di continuare a sistemare, finiranno gli altri domani, o meglio tra qualche ora haha" gli chiesi.

"Guardala come cerca di cambiare argomento ahah, vabbè' per stavolta te la sei scampata. Comunque si, andiamo a sederci là dove ci sono le sdraio che fumiamo insieme"

Passammo ore sdraiati a parlare di moltissime cose, gli rivelai la mia passione per la danza e del mio grande sogno, seppur irrealizzabile dato che non avevo la possibilità di farmi notare sul serio e poi gli raccontai della mia famiglia e lui fece lo stesso con me. Non eravamo entrati nei particolari più profondi delle nostre vite perché ovviamente ci conoscevamo da troppo poco, ma con lui mi ero sentita davvero bene. Da tempo desideravo qualcuno con cui parlare e che potesse capirmi davvero. Non che le mie amiche non mi fossero d'aiuto, ma spesso non mi capivano e vedevano le cose troppo diversamente da me, così come la maggior parte delle persone che conoscevo. Ma con Filippo invece era diverso,con lui mi sono sentita libera di esprimermi e di parlargli di qualsiasi cosa ed era da tanto tempo che non mi sentivo così bene. Quel ragazzo aveva qualcosa di diverso da tutti quelli che avevo conosciuto prima, glielo leggevo negli occhi e questa cosa mi incuriosiva e non poco. 

Per Sempre || IramaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora