SARA'S POV
Ore 17.00: mi trovavo a casa di Giulio insieme a Lorenzo, che da ore continuava a chiamare Filippo al cellulare ma quest'ultimo sembrava letteralmente scomparso. Aveva il telefono spento, era irraggiungibile. Io dovevo prendere il treno alle 17.30 e non potevo più stare ad aspettarlo.
"Senti Sara, ti porto io in macchina fino alla stazione, appena so qualcosa ti chiamo. Lasciami il tuo numero" disse gentilmente Lorenzo porgendomi il suo telefono. Registrai il mio numero e poi mi portò verso la stazione. Salutai Giulio e Lorenzo e li ringraziai.
Una volta salita sul treno, tentai di chiamare Filippo un'ultima volta anche se dopo 10 telefonate fatte nelle ore precedenti, più tutte quelle fatte da Lorenzo mi avevano fatto perdere le speranze. Pigiai sulla cornetta verde e feci partire la chiamata. Qualche secondo dopo lo vidi nell'altro vagone mentre girovagava come un disperato. Gli andai incontro e lo afferrai per un braccio trascinandolo faticosamente fino al posto in cui ero seduta prima. Notai che non era molto sobrio e che aveva un labbro gonfio.
"Oi Fil, ma che hai fatto a pugni? E poi come ti sei ridotto?" rabbrividii nel vederlo in quello stato. "Ti prego rispondimi. Parla. Dì qualcosa".
"Sono disperato Sara. Non so cosa fare. So di avervi fatto preoccupare, ma ora sono qui. Non parliamone ora ti prego, torniamo a casa". disse per poi appoggiarsi alla mia spalla chiudendo gli occhi.
Eravamo appena arrivati a Bergamo. Cercai di svegliare Filippo dolcemente e quando aprì gli occhi mi sembrò molto più rilassato e tranquillo rispetto a un'ora prima.
"Ei Fil, siamo arrivati dobbiamo scendere" dissi accarezzandogli il viso per poi incitarlo ad alzarsi. Una volta scesi dal treno, rimanemmo in silenzio finché non arrivammo fuori dalla stazione. Mi afferrò per un braccio e mi portò verso la panchina più vicina. Lui si sedette ma io rimasi in piedi, con le braccia conserte a fissarlo, sperando di ricevere qualche spiegazione.
"Allora prima di tutto non mi guardare così ti prego. Quando ti incazzi mi fai paura" disse facendo lo stupido e mi fece sorridere.
"Ok ora che ti vedo più sorridente, parlo. Mi dispiace che tu mi abbia visto in quello stato, mi dispiace avervi urlato addosso, ma ero completamente fuori di me. Non potevo credere a niente e..." non lo lasciai finire di parlare.
"Allora Filippo ascoltami, tu ed io non ci conosciamo nemmeno. Io capisco che tu ti sia sentito ferito e oltraggiato. So bene che le tue aspettative erano altre, ma non buttarti giù così ti prego. Una possibilità ce l'hai. So che non è quello che volevi, ma è comunque un'occasione che in futuro si trasformerà in qualcosa di spettacolare. Il tuo momento arriverà e ne sono certa perché un artista come te non può passare inosservato e presto se ne renderanno conto pure loro! Fidati di me."
Quelle mie stesse parole mi stupirono. Lui non contestò, anzi mi abbracciò e mi strinse forte a sé per poi sussurrarmi un "grazie" quasi strozzato. Stava piangendo, di nuovo. Vederlo stare così mi distruggeva. Mi aveva detto che lui odiava mostrare le sue deblezze e che si teneva sempre tutto dentro. Rinchiuso e intrappolato nella sua stessa anima ci stava tutto il suo dolore, ma quel giorno stava uscendo, piano piano e forse era ciò di cui aveva bisogno davvero.
Si alzò in piedi e mi prese per mano, per poi avviarsi verso una stradina che non avevo mai notato prima. Arrivammo davanti ad una porta altissima e molto antica.
"Questa è casa mia. O meglio la ex casa dei miei nonni." disse, spalancando la porta e facendomi segno con la testa di entrare, poi si avvicinò al mio viso guardandomi fisso negli occhi. Era bellissimo in quel momento e sembrava essersi ripreso dalla sbornia perché in ogni suo gesto sembrava diretto e sicuro di sé, proprio come la prima sera che lo vidi.
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Per Sempre || Irama
Fanfiction"Non ho mai creduto al per sempre lo ammetto. Perché non abbiamo la certezza che una cosa duri nel tempo e fatico anche a crederci, ma non si sa mai. Io vivo il presente e cerco di pensare poco al futuro perché appunto..." "Dimmi che serve fingere c...