CAPITOLO 18 - COSA RESTERÀ

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23 NOVEMBRE 2015

FILIPPO'S POV

Ore 12.58: Ero in macchina, nel parcheggio fuori dalla scuola di Sara e la stavo aspettando. "Non mi immagino un futuro senza di te" quella frase mi rimbombava in testa di continuo. Non appena Sara pronunciò quelle parole, rabbrividii e mi tornò in mente ciò che avevo pensato la mattina precedente, mentre la guardavo dormire. Lei notò subito la mia preoccupazione e cominciò a tempestarmi di domande a cui io non diedi retta. Cercai di risolvere brevemente la cosa dicendole che ero stanco per poi riportarla a casa.

La campanella suonò, dunque uscii dalla macchina cosicché lei potesse vedermi. Nel frattempo accesi una sigaretta e notai una mandria di adolescenti varcare le porte d'uscita. La maggior parte erano ragazze e molte non appena mi notavano, si scambiavano sguardi con le proprie amiche o ammiccavano come per flirtare. Mi scappò qualche risata, ma mi pietrificai non appena sentii la sua voce.

"Non so volete una foto? Piantatela di fissare il mio ragazzo cazzo!" la solita ragazza educata e per niente gelosa.

"Ciao anche a te Saretta"

"Ei Fil" si avvicinò e la baciai, sotto lo sguardo attento di tutte. La vidi sorridere soddisfatta quando notò gli sguardi delusi delle altre ragazze.

"Eh lo so sono troppo figo"

"Secondo me sei troppo coglione"

"Intanto ci stai insieme"

"Non per molto se continua di questo passo"

"Ok, mi scusi tanto" dissi facendo una faccia da idiota che la fece sorridere.

La portai a mangiare il sushi e mi divertii tantissimo nel vederla giocherellare con le bacchette senza capire come utilizzarle per mangiare.

"No basta Filippo, adesso chiedo di portarmi forchetta e coltello"

"Ma Sara è come bestemmiare fare una richiesta del genere a un giapponese"

"Senti non è colpa mia se non sono capace d usarle"

"Ti sto insegnando io, abbi più pazienza!"

"Io sono la pazienza in persona"

"Ed ecco la stronzata delle 13 e...13.34"

"Hai rotto il cazzo, nano"

"Nanetta!"

Cominciò a sbuffare e incrociò le braccia, come se fosse una bambina. Adoravo farla arrabbiare ahah era ancora più tenera.

"Dai vieni qua, ti imbocco io" dissi prendendo un pezzo di sashimi per poi avvicinarmi alla sua bocca. Vidi i suoi occhi illuminarsi non appena lo ingoiò.

"Sara ma non eri mai stata al sushi?"

"No Fil, mai...oddio ma è buonissimo"

"Lo so amo, lo so" risposi fiero, appoggiando la mano destra sul cuore.

"Dobbiamo tornarci prima che tu parta, assolutamente."

"Sarà fatto. Non serve che tu me lo ripeta due volte"

"A parte che qua tra McDonald's, Sushi e pizza sto mettendo chili su chili, ma questi sono piccoli dettagli"

"Ma non dire stronzate, il tuo corpo è un qualcosa di indescrivibile"

"Indescrivibili solo le cazzate che spari Fil.." scoppiai a ridere per il tono buffo che aveva usato.

I giorni trascorsero troppo rapidamente e così arrivò il fatidico giorno: venerdì 27 novembre. Avevo trascorso una bellissima settimana in compagnia della mia ragazza e tutti i nostri amici anche se il mio ultimo giorno effettivo l'avevo passato un po' di più con Giulio in casa mia per provare la canzone che avrei portato a Sanremo. Ovviamente anche Sara assistette alle prove e aveva pianto nell'ascoltare quella canzone. A mio parere era la più bella che io avessi mai scritto fino ad allora.

Per Sempre || IramaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora