Capitolo 23

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Un dubbio si insinua nella mente di Bulma...

Capitolo 23: Test di gravidanza

"...Dunque, signorina Brief, vediamo se ho capito bene...Lei vorrebbe redigere un testamento, che desidererebbe venisse ritenuto valido in caso di Suo decesso...ma, da quello che mi ha detto, Lei non ha marito né figli...mi corregga se sbaglio..."
L'avvocato che Bulma aveva scelto era il più costoso della città dell'Ovest.
Era anziano, atto, rachitico e estremamente arrogante.
A Bulma ricordava un po' l'avaro signor Scroodge del Canto di Natale di Dickens.
Le piaceva il suo modo autoritario di gestire la conversazione.
Era uno che, per quanto sgradevole, sapeva il fatto suo.
"Esatto, avvocato Bently...sono nubile e senza figli..." rispose Bulma.
"Tradotto, Lei non possiede alcun erede legittimo" disse Bently, continuando ad annotare qualcosa sul suo taccuino perfettamente ordinato.
"Esattamente...è anche per questo che vorrei redigere un testamento...con il Suo aiuto professionale..."
rispose Bulma, che iniziava a sentirsi trattata come una stupida.
"Dunque veniamo...da questi documenti risulta che Lei è un possesso di una notevole quantità di beni immobili, oltre che economici. Senza contare i brevetti che ha ottenuto per le Sue invenzioni, che Le fruttano un bel flusso di denaro ogni anno...devo essere sincero con Lei, non mi capita spesso di trovarmi di fronte a dei rendiconti bancari così esorbitanti..." disse l'anziano avvocato, esaminando le carte e osservando incuriosito la sua nuova cliente, quasi stentasse a credere che una donna così bella potesse essere anche un genio della tecnologia.
Bulma sorresse lo sguardo arcigno dell'uomo e gli sorrise compiaciuta.
Amava che i maschilisti di professione si sentissero vulnerabili davanti a lei.
Una donna, secondo alcuni, doveva necessariamente essere bella o intelligente. Le due cose non potevano convivere nello stesso corpo. Era uno degli stereotipi sessisti che Bulma più odiava.
"....humm...ottimo...bene, allora, mi dica pure, signorina Brief...quali sono le Sue volontà?" chiese ad un tratto l'avvocato, fissando nervosamente le cifre onerose sui documenti tra le sue mani raggrinzite.
Bulma espose le sue intenzioni testamentarie e l'avvocato le scrisse su un foglio in brutta copia.
Una volta finito, l'avvocato scosse la testa, come se fosse in disaccordo su qualcosa.
"...Mi perdeni, se ha qualcosa da dire allora non si faccia scrupoli..." disse Bulma, cercando di trattenere la rabbia.
"Nulla, Lei può fare ciò che vuole con le Sue proprietà, naturalmente. Tuttavia, c'è qualcosa che è bene che Lei sappia, a fini legali..." disse l'anziano avvocato, che, dopo una pausa ad effetto, continuò:
"Per somme di tale entità, sconsiglio vivamente di inserire nel testamento persone al fuori della Sua famiglia. Lei ha intenzione di lasciare una grossa percentuale al suo fidanzato, ma Le suggerisco di non prendere la cosa sottogamba. Lei è ancora molto giovane, e non può sapere cosa la vita le potrà riservare. Quest'uomo sarà anche importante per Lei oggi, ma domani potrebbe anche cambiare idea. Mi creda, ho visto molte donne come Lei, sedute su quella sedia, che hanno lasciato tutto ai loro compagni, che non si erano nemmeno presi la briga di sposarle. Ad alcune è successo di essersi pentite della loro generosità, ma non hanno fatto in tempo a cambiare il testamento..."
"Perché? Sono state uccise nel sonno dai loro tremendi uomini arraffoni?" disse Bulma ridendo.
"C'è ben poco da fare gli spiritosi...non sa quante ereditiere finiscono così! Ora, è naturale che Lei sosterrà che il Suo fidanzato è diverso e che non è interessato ai Suoi beni e così via...Faccia come ritiene più giusto. La prego solo di tornare tra un mese, dopo che avrà riflettuto per bene e senza fretta.
Arrivederci" disse l'avvocato risoluto, accompagnando Bulma alla porta.

Bulma non riusciva a credere all'arroganza di quel tipo, ma non poté fare a meno di pensare che probabilmente aveva ragione.
Aveva diviso i suoi beni tra amici, Vegeta e beneficenza.
Lasciando da parte il fatto che probabilmente sarebbero morti tutti, Bulma si rese conto di non avere ancora nessuno di cosí importante a cui lasciare con coscienza tutti i suoi averi.
Tuttavia, sapeva per cento che Vegeta non era un arrampicatore sociale e che, probabilmente, non avrebbe nemmeno apprezzato il suo gesto.
Dopo una tiepida fase di riavvicinamento, il saiyan era tornato ad essere scontroso e inavvicinabile. Aveva eretto una sorta di muraglia cinese invisibile attorno a sé, e da giorni non faceva nemmeno più visite notturne alla sua camera.

SEMPLICEMENTE...BULMA E VEGETA Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora