Capitolo: 1
Lo so, lo so...di fan fic su come è nata la storia d'amore tra Bulma e Vegeta (a mio parere una delle più interessanti dell'universo degli anime) ne sono state scritte a centinaia...ma io vorrei compunque condividere con tutti voi la mia personale visione del...
CAPITOLO: 1 Vite Parallele
Bulma si svegliò di soprassalto. Un tremendo temporale estivo infuriava dalla sua camera. Di tanto in tanto, i lampi illuminavano il suo letto, e lei sapeva che non sarebbe riuscita a prendere sonno. Fissò il soffitto. Un senso di inquietudine la attanagliava.
Qualche settimana prima, la Terra aveva rischiato di nuovo grosso con il ritorno di Freezer e, se quello strano ragazzo del futuro non fosse intervenuto, probabilmente lei non sarebbe stata nemmeno lì a rigirarsi nel suo comodo letto. Il pensiero le fece venire i brividi.
'Già...chissà chi era...aveva solo 17 anni...dove sarà ora? E poi, a che scopo fare un viaggio così pericoloso nel tempo per aiutarci? Sono convinta che quell'adorabile ragazzino abbia qualcosa a che fare con tutti noi, ma non riesco a capire cosa...' Pensò Bulma, mentre cercava di trovare una posizione comoda, che le permettesse di riaddormentarsi.D'un tratto, sentì bussare alla porta della sua stanza.
Si alzò controvoglia per aprire.
"Heilà, come va?" disse Yamcha, con la sua voce squillante.
Bulma era esterrefatta! Erano le due di notte e quel tipo osava disturbarla.
Si era stabilito anche lui alla Capsule Corporation dopo l'incontro con il giovane del futuro, e seguiva un allenamento tutto suo.
"Senti Yamcha, spero che tu abbia qualcosa di serio da dirmi per avermi svegliata nel cuore della notte!"
gli urlò contro la ragazza. Lui la fissò per un istante e si fece stranamente serio:
"Posso entrare?"
Con un sbadiglio, Bulma accese la luce, fece entrare Yamcha e andò a sedersi sul letto.
Il ragazzo chiuse la porta e la guardò.
Bulma indossava una camicia da notte estiva, molto corta, di raso.
I capelli, che aveva fatto tornare lisci come un tempo, erano tutti scompigliati e lei si stropicciava pigramente gli occhi. Era davvero bellissima.
"Allora, si può sapere che vuoi?" l'incanto, in cui lui si stava crogiolando, si ruppe sentendo Bulma lamentarsi con i suoi modi poco delicati.
Yamcha si sedette accanto a lei sul letto e iniziò a parlare, senza guardarla negli occhi:
"Sai Bulma, è da settimane che penso a quello che Goku ci ha detto..."
"Cavolo, ancora con questa storia del bambino!" disse Bulma, interrompendo il fidanzato.
"Te l'ho già detto un mucchio di volte, Yamcha! Non so per quale motivo Goku abbia fatto riferimento ad una mia presunta maternità, ma ti assicuro che non ho la minima intenzione di avere un figlio in questo momento!" sbraitò Bulma, alzandosi dal letto e dando le spalle a Yamcha, che rispose:
"Senti, non dico che voglio avere un figlio subito, ma almeno dovremmo tentare di..."
"Ha...ora capisco tutto! Dunque ti sei intrufolato in camera mia per questo..." disse Bulma ironicamente.
"Stammi a sentire almeno!" disse Yamcha, che stava iniziando ad alterarsi.
"Ti pare normale che dopo NOVE anni, e dico NOVE anni che stiamo insieme, ancora tu non voglia venire a letto con me?! Ho una mia dignità di uomo, accidenti a te! Se gli altri lo sapessero, mi prenderebbero per pazzo!" disse tutto d'un fiato.
"In effetti no, forse non è normale' pensò Bulma tra sé, fissando fuori della finestra.
Sapeva che il suo interlocutore si aspettava una risposta. Ma la verità era che non sapeva cosa dire.Nei giorni precedenti era stato un vero incubo. Yamcha distribuiva il suo tempo tra allenamenti e azioni persecutorie nei confronti di Bulma.
Le parole dette da Goku, dopo la conversazione con il misterioso ragazzo del futuro, ("mi raccomando Bulma, partorisci un bel bambino!!!"), avevano indotto Yamcha a pretendere da Bulma ciò che lei era sempre riuscita ad evitare. Non faceva che saltarle addosso in continuazione, sperando che prima o poi lei gli si concedesse completamente.
Bulma, che in un primo momento si era trovata spaesata davanti a tanta passione, aveva pensato di rivedere le sue priorità. In fondo, pensava anche lei che forse era arrivato il momento di lasciarsi andare con il suo uomo.