Capitolo 2

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Carol si incamminó verso la città, ma la stanchezza iniziò a farsi sentire molto presto. Si fermò in un bar chiamato "Griddy's Donuts", si avvicinò al bancone e si sedette lì.
-"Cosa posso portarti?" le chiese la commessa;
-"Un caffè macchiato e.. Una ciambella al cioccolato se è possibile" rispose Carol.
La donna la guardò perplessa, com'era possibile che una ragazzina di soli quindici anni bevesse caffè?
Intanto Carol sentì sbattere la porta, e si girò verso di essa spaventata per poi scoprire che era solo un ragazzo.
Sembrava nervoso, come se stesse per succedere qualcosa. Era vestito in modo particolare: indossava una divisa scolaresca, e delle scarpe davvero bizzarre. Si avvicinò a Carol e si sedette sullo sgabello di fianco a lei.
-"E a te cosa porto bel giovanotto?" disse la commessa;
-".. un caffè nero".
Nell'arco di poco tempo la donna si sentì strana. Un'altro ragazzino che prendeva un caffè, pensó che forse i tempi erano ormai cambiati e servì il suo ordine.
Intanto Carol non faceva altro che guardalo. Aveva dei capelli castani fin troppo ordinati, degli occhi scuri in cui ti ci perdevi dentro, e un viso arrabbiato che sembrava nascondere tanta sofferenza e insicurezze.
Ma ormai si era fatto tardi, ed era arrivato il momento di continuare il viaggio per arrivare in città. Dopo aver bevuto il caffè e gustato la ciambella Carol si ricordó di non avere soldi con sé. Imbarazzata, si prese due minuti per riflettere su cosa fare, e alla fine decise di usare i suoi poteri per bloccare il tempo e riuscire a scappare senza dover pagare.
Si concentrò e tutto si mise in pausa, le persone, le cose, tutto smise di muoversi e l'atmosfera diventò un po' più grigia. Era triste lasciare il locale senza aver pagato, e la ragazza si sentì vuota.
-"Dove credo di andare se non ho nemmeno i soldi per comprare un misero caffè affiancato da una ciambella?" pensó.
Ma la sue paranoie furono interrotte da una voce mai sentita: "Ehi ragazzina, lo sai che stai commettendo un reato, vero?".
Carol si giró di scatto
-"C- com'è possibile che t-tu.."
-"Chi ha poteri come i miei è immune al blocco del tempo" disse il ragazzo.
-"Comunque piacere, cinque. È strano vedere una come me, sei nuova da queste parti?"
-"Oh, ehm.. Piacere io sono Carol. Abitavo in paesino qui vicino e ho deciso di trasferirmi in città" rispose la ragazza mentre il suo viso diventava rosso per la vergogna, ma era anche confusa. C'erano davvero altre persone con dei poteri? Insomma, lei non ne conosceva nessuno. Questo qui da dov'era sbucato?
-"Trasferirti in città hai detto eh? E come pensi di vivere qui se non paghi nemmeno il caffè?" ridacchió Cinque.
-"Non credo siano cose che ti riguardano. E ora se vuoi scusarmi, devo andare." ribatté Carol con aria arrogante uscendo dal bar.

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