La mattina successiva Carol si svegliò pensierosa. Aveva paura che Cinque non l'avrebbe perdonata dato il suo comportamento.
Scese in cucina e non trovó nessuno, così pensó di sedersi a tavola e aspettare che arrivasse qualcuno. Quando ad un certo punto iniziò a piangere. La rabbia prese il controllo, e scaraventó per terra il vaso di terracotta che era sul tavolo. Il rumore fu molto forte, ma fortunatamente nessuno si svegliò per controllare cosa fosse successo. Presa dal panico, Carol indossò una giacca e uscì fuori in giardino. C'era tanta neve, e faceva molto freddo. Tremava, un po' per quello, e un po' per i suoi pensieri che la logoravano dentro. Non sapeva cosa dire di preciso a Cinque, era disperata.
-"Mio Dio, ma cosa c'è di sbagliato in me?" disse mentre il singhiozzo del pianto si fece sempre più forte.
Cinque si svegliò e sentì la voce di Carol. Spaventato per lei, si teletrasportó in giardino.
-"Carol, stai bene?" chiese Cinque;
-"Ti sembra che io stia bene?" rispose;
-"Ti sembra che i miei occhi siano pieni di felicità? Che io stia ridendo fino a sentirmi male? Che io stia saltando per la troppa gioia? Perché non è così" urlò Carol esausta;
-"Lo vedo che non è così" rispose Cinque;
-"Quando ieri sei venuto in camera mia a chiedermi come stessi, avrei voluto davvero dirti tutta la verità. Ma come avrei potuto farlo se ho paura di tutto? Tu non dovresti nemmeno parlarmi dopo tutto quello che ti ho fatto, eppure sei ancora qui. Non te ne vai mai, sei sempre con me senza lasciarmi sola nemmeno per un attimo. Quando non avevo nessuno, sapevo di avere te. Perché continui a restare?"
-"Sei l'unica vera amica che io abbia mai avuto in vita mia, e ho paura di perderti" rispose Cinque.
Carol si fermò per qualche secondo. Per lui era solo un'amica, nient'altro. Klaus quindi l'aveva illusa dicendole che Cinque ricambiava i suoi sentimenti. Per un attimo le si spezzò il cuore, ma almeno adesso sapeva la verità.
-"Ehi, ora è tutto finito" disse Cinque abbracciandola.
-"Andrà tutto bene, smettila di piangere. Io sono qui e non ti lascio"
-"Mi dispiace. Mi dispiace da morire, non avrei dovuto dirti quelle cose" disse Carol;
-"Piccola, non fa niente. Non pensarci più, io sto bene. Adesso pensa un po' a te ok?"
La ragazza si sentì un po' rassicurata, ma il suo cuore era ancora a pezzi. Avrebbe voluto che quell'abbraccio durasse per sempre, ma nulla è destinato ad un tempo così lungo.
STAI LEGGENDO
Guardami negli occhi
FanfictionCarol è una ragazza di quindici anni, ma è diversa dai suoi coetanei. Fin da piccola scopre di avere dei poteri capaci di controllare il tempo e tutto ciò che riguarda esso. Dopo essere scappata di casa a causa dei suoi vari problemi familiari che l...