Capitolo 1

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Piccolo spazio autrice: ehi ehi, benvenuti nel primo capitolo di quest'avventura. Spero che riesca ad appassionarvi man mano che la leggiate perché mi sono impegnata davvero molto. Ricordatevi di passare sul mio profilo e di leggere anche "Her strength", una fanfiction sugli One Direction. Detto ciò, buona lettura :)

Carol Hill era una ragazzina di quindici anni. Era molto semplice, ma proprio nella sua semplicità si poteva capire quanto fosse speciale. Aveva dei capelli corti castani che di solito raccoglieva in una breve coda o portava sciolti; occhi verdi smeraldo ereditati dalla madre e un sorriso lucente, che faceva sorridere chiunque lo guardasse.
Viveva in un paesino da cui fin dall'inizio voleva scappare a causa di vari problemi. La sua famiglia non era delle migliori: il padre, dopo aver perso il lavoro, spesso era ubriaco e le faceva del male fisico provocandole dei lividi sulla sua soffice e delicata pelle biancastra. La mamma invece era ormai scomparsa da tre anni senza lasciare alcuna traccia. La polizia provó a fare delle indagini, ma non riuscirono a trovare nessuna traccia della donna. Fu un trauma per Carol. La fece diventare introversa, fredda, insicura di sé stessa e a volte acida. Allontanò i pochi amici che aveva e iniziò a cavarsela da sola. Gli altri non facevano altro che deluderla. Ogni persona che incontrava in qualche modo riusciva a spezzarle il cuore, fu per questo che promise a se stessa di non affezionarsi più a nessuno e di indossare una maschera. Una di quelle capaci di nascondere il proprio amore, i propri sentimenti, le paure e la sofferenza. Ormai non parlava con nessuno, e in più aveva un segreto da nascondere. Fin dalla sua nascita aveva dei poteri: controllavano il tempo, e potevano anche bloccarlo per qualche minuto. Poteva permettersi di fare dei viaggi nel tempo, stando attenta a non farsi beccare dalla commissione: collegio di funzionari ed esperti con l'incarico di tenere in ordine la linea temporale.
Ma la cosa che più l'aveva fatta soffrire della vita di Carol però, era il padre che giorno dopo giorno non faceva altro che abusare di alcool e stupefacenti. L'uomo era così fuori di testa che una sera, dopo aver cenato e finito la sua solita birra, lanciò la bottiglia di vetro contro sua figlia, la quale rimase con dei tagli profondi sulle braccia che dovette medicare da sola.
Ogni notte la ragazza andava a dormire con un peso enorme. Voleva scappare, cambiare città, cambiare se stessa e ricominciare tutto da capo. E così una sera, mentre il padre era nel solito locale, prese una valigia e la riempì con il necessario per partire. Una volta pronta, andò all'ingresso del suo appartamento, prese una penna e scrisse un piccolo addio per il padre.
"Caro papà,
non so nemmeno se leggerai mai questa lettera, ma ci sono alcune cose che vorrei dirti e che fino ad adesso non ti ho mai detto per mancanza di coraggio. Ricordo ancora quando andavamo insieme al parco e dopo aver fatto il solito giro sulle stesse giostre, ci fermavano a prendere un gelato dalla mia amica Emily. Camminavamo mano nella mano, e quando tornavamo a casa mangiavamo con la mamma che cucinava sempre dei piatti squisiti. Ma poi sei cambiato, e hai mandato all'aria ogni cosa. Mi hai rovinato l'infanzia, trattandomi come un oggetto di poco valore. Rimpiango i tempi in cui eri un brav'uomo, ma non voglio tornare indietro, anche perché ormai è tardi. Mi dispiace dirtelo così, ma voglio ricominciare da zero. Un nuovo inizio, un nuovo percorso tutto mio in cui non ci sia nessuno ad ostacolarmi. Ti chiedo solo di non cercarmi e non chiamare la polizia per fare indagini, fammi vivere la vita che ho sempre desirato. Per una volta prova a pensare come un padre che ama sua figlia. Non ho nient'altro da dirti, stammi bene."
Cercò di fare l'indifferente in quella lettera, ma in realtà un po' le sarebbe mancato, infondo era l'uomo che l'aveva cresciuta. L'unico che sarebbe rimasto davvero se le cose non fossero andate male.
Sapeva che però rimanere in quella casa l'avrebbe distrutta, così fece un bel respiro, alzò la valigia che aveva appoggiato per terra e uscì, lasciandosi per sempre alle spalle tutto quello che le era successo.
-"Finalmente un po' di aria pulita" disse.

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