Capitolo 3

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Carol uscì dal bar e cominciò a camminare senza una meta precisa. Pensó a quanto fosse bello ma allo stesso tempo stronzo Cinque. Una parte di lei avrebbe voluto rivederlo per capire come fosse possibile che anche altri ragazzi oltre lei avessero dei poteri, dall'altra invece, voleva stare un po' sola.
-"Mi spiace signorina, non andrai così lontano" disse Cinque, che si era magicamente teletrasportato davanti a lei.
-"Ancora tu? Posso capire cosa vuoi da me? Non ti è chiaro il concetto che non devi starmi vicino?" disse arrabbiata carol.
-"Hai un bel caratterino. Ma forse non hai capito con chi hai a che fare. Se vieni con me ti spiegherò tutto: la storia dei poteri, di me, e degli altri come noi. Devi solo darmene l'opportunità" rispose Cinque in modo minaccioso, ma con un pizzico di dolcezza.
-"E va bene, ma poi lasciami in pace"
-"Dammi la mano"
-"Cosa? No, perché dovrei?" chiese perplessa Carol;
-"Dobbiamo teletrasportarci a casa mia, se non abbiamo un contatto fisico non posso portare anche te"
Sbuffó :"Ok, d'accordo ci sono"
E in men che non si dica si trovarono davanti a una casa a due piani, enorme e con un giardino altrettanto grande.
Carol sentì subito uno stato di disagio, e non sapeva cosa fare né come comportarsi.
Cinque aprì il cancello, si avvicinò alla porta di casa e fece cenno di entrare. Una volta dentro, l'aria era abbastanza fredda e silenziosa, non si sentiva nemmeno una mosca volare.
All'improvviso si avvicinò un uomo molto alto di circa cinquant'anni: aveva un viso pallido e un'espressione fin troppo seria che in parte era coperta da dei baffi sottili, e una lieve barba grigia presente sul mento. Egli indossava un cilindro nero, sembrava una persona elegante. Ma ciò che più lo faceva spiccare era il monocolo contornato in oro che indossava sull'occhio sinistro.
-"Numero 5, e lei chi sarebbe?" chiese arrabbiato l'uomo;
-"Papà, ti presento Carol. L'ho incontrata oggi e ho visto che ha dei poteri anche lei. È scappata di casa e non sa dove andare, può rimanere?"
Carol era confusa, aveva detto e specificato a Cinque che avrebbe voluto andare lontano da lì, e non che voleva vivere con lui.
-"La ragazza può restare solo se mi mostra i suoi poteri" rispose il padre.
Carol si concentró, fermò per qualche istante il tempo e tutto ciò che la circondava, tranne Cinque e l'uomo: Reginald Hargreaves.
-"Interessante. Bene, hai talento ragazzina. I tuoi poteri sono immuni su coloro che ne hanno degli altri perché sei troppo debole, ti insegnerò a diventare più forte. Basterà solo allenarsi. Puoi rimanere qui, ma ti avverto che al primo errore non sarai più la benvenuta".
La nostra protagonista pensó bene a cosa stava andando incontro: duri allenamenti tutti i giorni, pasti non molto buoni, e solo mezz'ora di divertimento a settimana. Ma voleva andare a fondo a questa storia dei poteri, e così decise di restare lì per rafforzare i suoi poteri.
Col tempo conobbe Pogo: uno scimpanzé parlante e addestrato, saggio e sempre disponibile per ogni evenienza; e infine Grace, colei che si prendeva cura della casa e di coloro che vivevano al suo interno. Aveva dei capelli biondi pieni di boccoli, occhi azzurri come il cielo sereno, ed era sempre solare. Riusciva a far sorridere chiunque con la sua simpatia.
Giorno dopo giorno Carol scoprì cose nuove: in quella casa non c'era stata solo lei, ma anche altri sei bambini che proprio come lei avevano dei poteri speciali, e che ormai divenuti grandi hanno abbandonato le loro origini. Ma se gli altri ragazzi ormai erano ormai adulti, come mai Cinque aveva ancora una giovane età? La ragazza ebbe una risposta anche a questa domanda: a causa di un imprevisto di un viaggio nel tempo, Cinque rimase intrappolato nel corpo di un ragazzino pur avendo ormai 54 anni. A sentire quella storia Carol rimanne stupita, ma anche divertita perché date le sue conoscenze di viaggi nel tempo, sapeva perfettamente dove aveva sbagliato Cinque.

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