Capitolo 1

484 44 1
                                    


La spada cadde a terra con un tonfo secco e il ragazzo che prima teneva quell'arma in mano si stava massaggiando il polso dolorante.

-mai distrassi- disse l'uomo che aveva disarmato il ragazzo mentre conficcava la sua spada a due passi dal ragazzo moro. Ragazzo che tentò di prendere la spada ma non fece in tempo perché le parole dell'uomo che aveva difronte lo bloccarono:

-facciamo senza Raphael- il moro sgranò gli occhi perché aveva capito perfettamente cosa voleva suo padre e lui non aveva la minima intenzione di deluderlo ancora una volta.

-vi prego padre, possiamo allenarci normalmente?- tentò di persuaderlo il moro guardando il re negli occhi azzurri identici ai suoi.

-se non ti alleni non riuscirai mai a migliorare- rispose con calma il biondo. Molti a corte avevano avuto molto da ridire per via dei capelli scurissimi del principe di Nabada e avevano anche ipotizzato che il ragazzo non fosse il vero figlio di William. Il re invece non aveva dubbi visto che Raphael gli somigliava tantissimo e gli occhi del ragazzo non mentivano.

E le voci si erano fatte più persistenti quando il principino non era riuscito ad usare i suoi poteri. William aveva rassicurato il ragazzo dicendogli che sarebbero apparsi prima o poi, ma anche lui aveva avuto paura, soprattutto perché la moglie che Taric gli aveva trovato non era di Nabada e quindi non aveva i suoi stessi poteri.

I poteri alla fine erano usciti fuori ma erano davvero deboli. William quindi aveva deciso di far allenare il figlio per dargli almeno una base molto forte visto il potere debolissimo.

-non cambierà niente- sospirò il ragazzo mettendosi comunque in posizione per accontentare il volere del padre.

-questo è quello che pensi tu tesoro- disse Will aprendosi in un sorriso. Amava il figlio nonostante il modo insolito con cui lo aveva avuto.

I primi mesi e soprattutto i primi anni era stata tragica crescere da solo quel bambino, non sapeva come comportarsi o come muoversi quindi erano più le volte che lui rischiava di avere un esaurimento nervoso mentre il nonno se la rideva e non quelle in cui aveva chiuso occhio la notte.

Anche quello era stato un altro problema bello grosso. Raphael i primi tempi non faceva altro che piangere la notte e William aveva davvero desiderato uccidere Taric: perché portare via alla madre un bambino così piccolo?

Alla fine, e per sua fortuna, Alfred lo aveva aiutato con il figlio e il ragazzo era cresciuto davvero bene diventando anche un bellissimo ragazzo.

-ricordati, devi sentire l'energia affluire dentro di te e poi scaricarla- disse l'uomo mettendosi anche lui in posizione pronto a creare una barriera intorno a se per poter parare il colpo del figlio.

Raphael concentrò tutto il suo potere e lo rilasciò ma dalle sue mani non uscì altro con una minuscola palla di energia che andò a schiantarsi debolmente sul padre che non aveva nemmeno attivato la barriera per quanto era stato debole l'impatto.

-visto? Non servo a niente- protestò il moro buttandosi a terra con davvero poca regalità.

-era più grande di quella di ieri- cercò di consolarlo il padre sedendosi al suo fianco.

-non ci provare, quello stronzo di Taric non doveva portarmi qui. Sono inutile- il ragazzo sospirò.

-l'unica cosa che ha fatto di sbagliato quella merda è stato portarti qui quando avevi solo un giorno di viti e non permettermi di vivere con tua madre.-

-non avrebbe semplificato le cose- disse il ragazzo sbuffando.

-si invece visto che non so niente di lei e sapere qualcosa in più ci avrebbe aiutati a capire perché i tuoi poteri stanno tardando ad arrivare- cercò di spiegare con calma William. Quel discorso lo avevano già fatto tantissime volete ma sapeva che suo figlio aveva bisogno di essere rassicurato e non gli costava niente farlo.

-io credo che sia abbastanza evidente che mia madre non sia di Nabada e quindi io abbia i poteri dimezzati, anche se vedendo le mie capacità sono più che dimezzati- protestò il moro, non era possibile tutta quella sfortuna.

-sapevo vi avrei trovati qui!- disse Alfred raggiungendo il nipote e il pronipote. Nonostante avesse già i suoi ottant'anni l'uomo era ancora arzillo.

-cosa succede?- chiese William alzandosi. Anche se quello che aveva difronte era il nonno non poteva starsene seduto a terra essendo il re.

-indovina quale coglione è appena arrivato?- chiese l'uomo ridendo e facendo adombrare subito Raphael che si alzò seguendo l'esempio del padre.

-parli del diavolo...cosa vuole?- William sospirò alzando gli occhi al cielo. Non sopportava più quell'essere.

-ha detto che voleva assolutamente parlare con te, ovviamente facendo come se fosse il padrone del mondo- Will annuì alle parole di Alfred e si incamminò verso la sala del trono dove era sicuro avrebbe trovato quel parassita.

-alla buon'ora! Quanto tempo volevi farmi aspettare?- chiese Taric con il suo solito modo altezzoso.

-il tempo di arrivare, di certo non stavo senza far niente- rispose a tono William, quello stronzo non poteva trattarlo in quel modo era pur sempre il e di Nabada.

-si come no- borbottò l'uomo per poi fare un sorriso finto -tuo figlio è stato invitato ad una caccia nella foresta di mezzo. Ci saranno tutti i figli degli altri re e non può non partecipare. Questo sarà anche un modo per conoscersi- disse l'uomo mentre il suo sorriso si allargava in un ghigno che non prometteva niente di buono.

-e se non volessi partecipare?- chiese proprio il diretto interessato che anche peggio del padre non sopportava quell'uomo.

-perderesti l'occasione di fare amicizia con i futuri re- disse prontamente Taric.

Raphael lanciò un'occhiata veloce al padre prima di rispondere.

-e va bene, ci sarò-

GeminiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora