Capitolo 4

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Ezreal guardava confuso il bracciale d'oro che aveva al polso mentre la carrozza, tra scossoni vari, lo stava portando nella foresta di mezzo.

Quel bracciale glielo aveva messo in mano suo padre prima di partire dicendogli di usarlo in caso di necessità. In realtà l'intento del biondo era quello di sbarazzarsene una volta salito sulla carrozza visto che non voleva avere niente a che fare con suo padre, ma non ci era riuscito e adesso uno dei due bracciali gemelli del padre era al suo polso.

Non sapeva a cosa potesse servirgli quel bracciale visto che faceva davvero schifo con il suo potere ed era anche importante per il padre.

Decise di smetterla di pensare e provare a guardare il paesaggio all'esterno della carrozza visto che non era mai uscito dalla quattro mura del suo palazzo, ma era quasi tramontato il sole e non vedeva niente.

Sbuffò scioccato. Cosa cavolo dovevano farci in una foresta di notte? La caccia non si faceva di giorno?

Non ebbe il tempo di darsi una risposta che la carrozza si fermò di colpo facendolo quasi andare a sbattere contro i sedili di pelle che aveva difronte. Riuscì comunque a ricomporsi prima che lo stronzo del cocchiere gli aprisse la porta per farlo scendere.

Ezreal scese i due scalini tenendo la testa alta e osservando attentamente tutti gli altri principi li presenti, erano otto se non aveva contato male e per sua sfortuna si erano già creati dei gruppetti ben distinti. Quindi in quel momento toccava a lui scegliere uno dei gruppi e cercare di inserirsi.

-non ci siamo proprio! Hai fatto aspettare tutti quanti ma chi ti credi di essere?- gli gridò Taric prendendolo di sorpresa. Non si aspettava di certo un trattamento del genere e poi non era nemmeno colpa sua se era arrivato così in ritardo.

-io sono partito appena è arrivata la carrozza- precisò il biondo cercando di sorpassare l'uomo, ma Taric non era del suo stesso preavviso.

-per colpa tua adesso dobbiamo rimandare la caccia a domani e ci troveremo così a far slittare tutto di un giorno!-

-tanto la caccia durerà un giorno che differenza fa?- chiese ancora Ezreal accorgendosi che una buona parte dei presenti li stavano guardando.

-fa differenza visto che ho organizzato una settimana di caccia! Sai che non ci sei solo tu qui e che gli altri principi possono avere impegni urgenti?-

-si va bene hai ragione tu- disse il biondo ruotando gli occhi al cielo, non poteva parlare decentemente con nessuno a quanto pareva.

Vide che Taric non insisteva oltre e finalmente riuscì a sorpassarlo raggiungendo gli altri principi. Tre di loro voltarono la testa non appena lo videro tornando a parlare. Ezreal sbuffò. "fantastico ora pure gli altri principi sono contro di me" pensò il ragazzo andandosi a sedere su un masso in disparte rispetto agli altri principi.

-ehi perché sei qui tutto solo? Se i super snob hanno deciso che non devi far parte del loro gruppo non significa che non devi minimamente considerarci!- disse un ragazzo castano sedendosi a terra proprio difronte a lui. -io sono Lion!- si presentò poi porgendogli la mano. Mano che Ezreal guardò per qualche secondo la mano che il ragazzo gli stava porgendo per poi stringerla facendo nascere un piccolo sorriso sulle sue labbra.

-io Ezreal-

-cavolo per un momento ho pensato che non mi avresti mai stretto la mano- disse Lion sorridendo felice.

-e io che tu ti fossi inimicato un altro principe. Odio quando fai così- borbottò un altro ragazzo del quale Ezreal non si era minimamente accorto prima.

-tu adori quando faccio così!-

-nei tuoi sogni, comunque sono Raphael- si presentò il moro porgendo la mano ad Ezreal che la strinse volentieri. Quei due ragazzi gli stavano già simpatici.

-tempismo ottimo- disse Varus porgendo a Rakan una tisana calda mentre quest'ultimo era sdraiato nel suo letto. Poco dopo che la carrozza nella quale stava il figlio era partita tutte le sue forze lo avevano abbandonato facendolo svenire. Si sarebbe fatto davvero male se Varus non fosse stato al suo fianco e non l'avesse sorretto in tempo.

-di solito riesco a controllarlo meglio- sussurrò con un filo di voce il re sorseggiando poi la tisana calda. Ne aveva davvero bisogno in quel momento.

-no, tu vai oltre il tuo limite e non solo qualche volta ma sempre. Così non va bene Rakan potresti morire da un momento all'altro. Almeno di la verità a tuo figlio- si impose il generale. Era sempre stato il migliore amico del moro e niente gli avrebbe impedito di gridargli contro. Nemmeno che Rakan avesse tutto il potere del mondo contro di lui.

-e per cosa? Per farlo preoccupare inutilmente? Per farlo sentire ancora più indesiderato di quanto crede? No. Non ci penso minimamente- disse l'uomo guardando fuori dalla finestra e sperando che suo figlio stesse bene.

-non è colpa sua se sei sempre stato debole e la gravidanza ti ha indebolito ancora di più! Così facendo ti sta odiando-

-meglio che mi odi, almeno alla mia morte si sentirà bene e non male-

-ma ti senti quando parli Rakan? Davvero credi che tuo figlio possa essere felice della tua morte? L'unica cosa che non gli va a genio è il fatto che crede che tu preferisca il gemello a lui. Cosa non vera- Varus era appena partito in quarta e Rakan sapeva bene che niente e nessuno lo avrebbe fermato. -tu parli spesso dell'altro perché sai che morirai prima di poterlo vedere ma se tu non spieghi ciò ad Ezreal lui resterà convinto che lo odi-

-non posso farci niente Varus e lo sai- tentò di giustificarsi il re di Lagash.

-invece puoi dire tutta la verità a tuo figlio come hai fatto per la sua nascita. Facendo ciò puoi anche smettere di sforzarti nell'usare i tuoi poteri durante l'allenamento visto che quelli ti prosciugano la vita-

-devo mostrargli i miei poteri per far nascere anche i suoi lo sai bene. Lui salirà sul trono di Lagash fra qualche anno se non fra qualche mese e deve sapere come usare i suoi poteri-

-allora perché non l'hai mai fatto uscire da questo castello? Lo hai rinchiuso in una gabbia!-

-abbiamo già affrontato questo discorso Varus! Non posso perdere entrambi i miei figli o questo regno andrà nelle mai di Taric, ho fatto tanto per impedire a quello stronzo di istruire Ezreal e dare al mio popolo una giusta guida dopo la mia morte. Io volevo solo proteggerlo...- l'ultima frase la sussurrò quasi con un nodo alla gola. Suo figlio in quel momento era alla completa mercé di quel mostro e aveva paura.

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