Capitolo 5

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-di dove sei?- chiese Lion ad Ezreal mentre i tre ragazzi stavano aspettando che qualcuno, più precisamente Taric, dicesse loro cosa fare. -quei fizzosi laggiù non hanno intenzione di parlare con noi- continuò il castano dopo che anche Raphael si era seduto vicino a lui.

-di Lagash anche se non sembra- rispose il biondo ridacchiando. -voi invece?-

-dai vestiti lo avevo immaginato ma i capelli biondi mi destabilizzavano. Davvero ragazzi tra tutti e due non so che dire- disse Lion lanciando un'occhiataccia a Raphael.

-in che senso scusa?- chiese Ezreal non capendo quello scambio di sguardi.

-di dove credi sia lui?- chiese allora Lion indicando Raphael.

-dalla pelle chiara direi del nord ma i capelli scuri mi fanno pensare ad altro- rispose sinceramente Ezreal.

-sono di Nabada- a quelle parole il biondo sgranò gli occhi, non era l'unico a non avere l'aspetto che era consono al suo regno.

-visto? Comunque sono di Gutem- disse Lion con un'alzata di spalle. -ora che sappiamo che poso fidarmi solo di voi con quale metodo meschino ci vuole uccidere Taric?-

-quindi non era una cosa solo mia- sussurrò Raphael felice che anche qualcun altro la pensasse come lui.

-sbranati dalle bestie del bosco, secondo voi perché ci ha fatto arrivare le carrozze ad orari improponibili? Ovviamente per arrivare di sera- disse semplicemente Ezreal.

-nah, se state con me non avrete problemi- disse Lion sorridendo -ovviamente parlo con gli animali per il resto faccio abbastanza schifo con la spada-

-in quello siamo in due, ma cosa significa che non avremo problemi con gli animali?- chiese curioso Raphael. Ogni regno aveva un caratteristica particolare che decideva di tenere nascosta per il bene del proprio popolo, possibile che involontariamente Lion avesse appena rivelato il suo potere.

-cazzo- sussurrò proprio il ragazzo mettendosi le mani nei capelli -fate finta di non aver sentito niente- sussurrò il ragazzo.

-tranquillo non lo diciamo a nessuno- disse Ezreal che sorrise a Raphael. Nessuno dei due avrebbe detto una parola di quello che Lion aveva rivelato loro involontariamente.

-davvero i miei mi ammazzano con tutte le raccomandazioni che mi hanno fatto-

-tranquillo saremo muti come delle tombe- continuò Raphael.

-e voi? Ora che sapete il mio dovete dirmi i vostri!- disse Lion guardando prima uno e poi l'altro.

-te lo scordi!- disse Raphael scuotendo la testa. Mai avrebbe detto il suo potere anche perché faceva schifo ad usarlo.

-sono d'accordo con lui anche a noi hanno detto di non dire niente e non lo faremo- concordò Ezreal.

-se nel caso ci fosse un'emergenza voi...-

-in caso di necessità si- rispose prontamente Raphael, non era bravo ma qualcosa poteva anche farlo.

-e tu bel biondo?- chiese con un sorrisino Lion che si era finalmente rilassato.

-prima di tutto non chiamarmi più così o ti spacco la faccia, secondo si, puoi contare su di me- disse Ezreal leggermente in imbarazzo per come lo aveva chiamato il castano. Aveva notato, nonostante non uscisse mai dal castello, che l'occhio gli cadeva più sui camerieri che non sulle cameriere e quel complimento di Lion lo aveva destabilizzato soprattutto perché proveniva da un ragazzo davvero bello.

-cos'ho detto di sbagliato scusa? Ti ho fatto un complimento- disse Lion non capendo minimamente il comportamento del ragazzo ma era comunque felice che i due ragazzi erano dalla sua parte.

-ora basta solo convincere anche gli altri e vedere di sopravvivere insieme- Raphael si alzò spolverandosi i pantaloni e incamminandosi verso gli altri principi sotto lo sguardo attento di Lion ed Ezreal. Quest'ultimo diede anche una veloce occhiata a Taric che sembrava per niente interessato a quello che stava succedendo li visto che stava parlottando con alcune sue guardie.

-non capisco perché ucciderci? Non farebbe prima a dichiarare guerra?- chiese confuso il biondo.

-be' in questo modo fa si che gli eredi dei vari regni non ci siano più e quindi nel caso di una sua guerra e la morte dei nostri padri nessuno nel popolo potrà reclamare il posto di re- spiegò Lion.

-si, ma non siamo tutti figli unici-

-ma noi siamo i maschi primogeniti, o comunque coloro destinati al trono che hanno avuto un'educazione tale fina da piccoli. Distruggerci equivarrebbe a distruggere anni di lavoro- spiegò ancora Lion.

-tu sei figlio unico?- chiese curioso Ezreal.

-no e sinceramente parlando non sono nemmeno il primogenito, ma mio fratello non sta bene e hanno mandato me al suo posto. Tu?-

-figlio unico. Ma Taric sa di questo scambio?-

-si, ed ha anche storto il naso perché non gli andava a genio la cosa. È stato quello che mi ha fatto dubitare ancora di più delle sue buone intenzioni- anche Lion posò il suo sguardo smeraldo verso l'uomo per poi riportarlo su Ezreal.

-non mi danno retta- furono queste le parole che disse Raphael appena ritornato e soprattutto sbuffando.

-cosa gli hai detto?- chiese curioso Lion.

-che è meglio se stiamo tutti vicini perché potrebbe essere pericoloso per noi visto che non mi fido di Taric. Loro però si fidano di lui e mi hanno mandato a quel paese, ovviamente in modo regale- disse il moro passandosi una mano tra i capelli scuri.

-appena morirà il primo ci crederanno e col cavolo che faremo comunella- borbottò Ezreal che già non ne poteva più di quella situazione. Forse sarebbe stato meglio rimanere a casa a sorbirsi il padre. Poi scosse la testa. Lui era andato li perché voleva far capire al padre che sapeva cavarsela benissimo da solo e soprattutto perché aveva bisogno di non vederlo per un bel po'.

-se non facciamo comunella Taric rischia di aumentare a dismisura il suo potere e non è una buona cosa- gli fece notare Lion non aspettandosi minimamente quel cambio di atteggiamento.

-come se già non lo avesse, siamo praticamente dei burattini nelle sue mani e la cosa non mi va per niente a genio- continuò Ezreal mettendosi una ciocca dei lunghi capelli biondi dietro l'orecchio.

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