Capitolo 8

427 38 1
                                    

Rakan scese dalla carrozza sorreggendosi al mezzo per non cadere visto il piccolo capogiro che gli era venuto. L'uomo fece un respiro profondo prima di lasciare il suo appoggio sicuro e, alzando la testa, si incamminò verso il cancello che lo avrebbe portato all'interno dove si trovavano una serie di cancelli dorati che facevano da copertura ed un enorme tavolo rotondo. Era il tavolo introno al quale si radunavano da secoli tutti i re per decidere su questioni importanti.

Era da anni che non si usavano quei cancelli e la cosa preoccupava davvero tanto Rakan.

Rakan non si concentrò molto sul giardino intorno ai cancelli, ma tenne gli occhi puntati sul tavolo che sembrava quasi completamente pieno di gente. Accelerò il passo facendo anche rumore con gli stivali sul pavimento in mosaico presente sotto i cancelli.

-ma quanto tempo ci volevate mettere?- chiese quasi urlando uno dei re li presenti che Rakan non guardò. Ma comunque gli rispose:

-il tempo che mi serve per arrivare dal mio regno- in realtà aveva fatto andare la sua carrozza molto lentamente perché se andava troppo veloce gli veniva da vomitare e non era per niente il caso.

-si come no- borbottò sempre la stessa persona e Rakan lo ignorò definitivamente.

-va bene, ora che siamo tutti credo che possiamo iniziare- disse invece l'unico re biondo presente li.

-si, ci devi spiegare il perché di questo incontro William- Rakan posò lo sguardo sull'uomo che aveva parlato per poi riportarlo sul biondo che aveva appena scoperto essere il re di Nabada che aveva richiesto l'incontro. Non vedeva l'ora di scoprire il motivo e andarsene da li.

-Taric. Taric è un problema e credo che ce ne siamo accorti tutti quanti. La cosa della quale ci dobbiamo preoccupare in questo momento sono i nostri figli e...-

-perché tu hai figli?- chiese sempre quello che aveva rimproverato Rakan per il ritardo.

-si, ho un figlio che in questo momento è insieme ai vostri e sta rischiando la sua vita visto che la caccia di Taric è solo un diversivo per ucciderli facendo finta che sia un'incidente-

-ma per favore!- disse sempre lo stesso re sbuffando.

-credimi Taric è capace di fare di tutto e quello li ha intenzione di prendersi i nostri regni togliendoci gli eredi-

-tecnicamente molti di noi hanno più figli quindi in caso fosse come stai dicendo tu potremmo tranquillamente continuare la nostra discendenza e...-

-ma quanto tempo ci metteresti Nicolas? Anch'io ho più figli, ma credo che William abbia ragione. E poi Taric potrebbe tranquillamente influenzare i nostri figli più piccoli-

-sta parlando proprio quello che non ha mandato il suo primogenito a questa caccia!- rispose a tono Nicolas mentre Rakan osservava attentamente William più che altro perché non riusciva a togliere gli occhi da quell'uomo bellissimo.

-ho mandato Lion perché Soler è a letto ferito e non poteva muoversi- si difese Patric incrociando le braccia al petto.

-tutte scuse...-

-per favore basta! Vi ho chiamati qui perché sono stufo di Taric e del suo comportamento da sovrano del mondo quindi dobbiamo unirci per sconfiggerlo- si intromise Will nella discussione portandosi una ciocca bionda dietro l'orecchio.

-e come mai proprio adesso e non prima?- Rakan nemmeno si accorse di aver detto quella frase, lo fece solo quando si ritrovò gli occhi degli altri re addosso.

Si maledisse da solo per averla detta con quel tono arrabbiato ma sapeva anche che era stata una reazione naturale dopo tutto quello che aveva passato per colpa di Taric e il sapere che gli altri si stessero muovendo così tardi lo mandava letteralmente in bestia.

-perché adesso abbiamo le prove per poter combattere tutti insieme contro di lui. Prima non potevamo muoverci- rispose pacatamente William.

-lo stai facendo in questo momento solo perché adesso ti tocca da vicino la questione. Se fosse successo prima avresti di sicuro agito prima- non sapeva perché stava litigando con il re di Nabada, l'unica cosa che sapeva era che lui li dentro aveva sofferto più degli altri e voleva sfogarsi.

-se non sbaglio sei il re di Lagash e non è che tu sia più buono rispetto a Taric o ti devo ricordare il vostro tentativo di invadere i regni vicini? E mi ricordo anche che è stato proprio Taric a far mettere a tutti i presenti una pietra sopra sul vostro comportamento- ribatté William che aveva paura del fidarsi di quel re. Poteva essere benissimo essere in combutta con Taric e quindi andargli a riferire il tutto.

-certo che lo so e non è stata opera mia ma di mio padre e credimi ho pagato a caro prezzo quell'aiuto a mio padre- disse in un sibilo Rakan che stava completamente rivalutando quel William, si era bellissimo ma un completo stronzo.

-si ma potresti anche dire ciò per fare in modo di farci credere quando in realtà sei in combutta con Taric-

-mio figlio, come i vostri, è in quella cavolo di foresta di mezzo rischiando la sua vita e tu non puoi dirmi che sono in combutta con quello stronzo di Taric. Io Taric lo voglio morto più di chiunque altro in questa stanza- e dopo aver detto queste parole Rakan si girò e si incamminò verso l'uscita della sala.

Nessuno gli stava credendo per colpa di quel biondino e la cosa non gli andava per niente a genio. Se William aveva intenzione di organizzare il complotto contro Taric in quel modo lui non ne voleva far parte. Non doveva proprio andarci a quell'incontro proprio come gli aveva detto Varus e si sarebbe risparmiato doppio viaggio infernale e soprattutto avrebbe avuto altro tempo per riposarsi. Si sentiva davvero troppo debole in quel momento e aveva solo voglia di riposarsi.

-cosa state facendo?- chiese proprio William che lo aveva seguito.

-me ne vado visto che la mia presenza qui non è gradita per cose fatte da mio padre- rispose Rakan non girandosi minimamente. Lo fece solamente quando sentì il biondo tirarlo per il polso. Due secondi dopo William tolse velocemente la presa mentre Rakan finiva in ginocchio. Entrambi avevano avvertito l'enorme scossa elettrica che li aveva attraversati non appena si erano toccati.

GeminiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora