Dieci

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Erano passati un paio di giorni dall'ultima volta che avevo visto Jack. La gamba era guarita quasi del tutto e cominciavo a fare amicizia con i ragazzi del posto. Mi sarei dovuta vedere con Katherine quel pomeriggio, così mi stavo preparando in quella che Kay aveva detto essere la MIA tenda, avevo una tenda tutta mia. Era fantastico. Sin da che ne avevo memoria avevo sempre condiviso la camera con altri ma adesso avevo una tenda tutta mia. La mia cabina armadio era praticamente vuota e quei pochi vestiti che c'erano erano di Katherine. Il mio letto era un materasso poggiato a terra su parecchi tappeti e stavo imparando a prendermi cura di qualche pianta. Quando uscii dalla tenda mi ritrovai difronte Jack.

-Jack?- chiesi sorpresa.

-Ciao Lily, hai un momento?- Lily?

-Si, certo.- risposi io seguendolo mentre si incamminava.

-Mi spiace per la mia reazione dell'altro giorno.-

-Nessun problema, davvero.-

-Ti ho chiesto da quale dei tuoi genitori avessi ereditato i tuoi poteri perché volevo sapere se tua madre ti aveva mai raccontato la Storia Della Creazione.-

-Quella di Adamo ed Eva?-

-E di Lilith.-

-Lilith?-

-Si, probabilmente è da lì che tua madre ha scelto il tuo nome. Vedi la prima parte è semplicemente una leggenda, i cui nomi cambiano in ogni religione ma la storia è più o meno la stessa. Dio creò Adamo e sua moglie Lilith. Lilith però si rifiutò di inchinarsi ad Adamo poiché credeva che fossero uguali. Così Adamo si sbarazzò di Lilith e chiese per una nuova moglie che si sarebbe inchinata a lui, e qui entra in scena Eva. Lilith però decise di vendicarsi e fece un accordo con il Diavolo per avere dei poteri che le avrebbero permesso di vendicarsi dei due. Così qualcosa si impossessò di Lilith, potremmo dire una specie di demone, o qualcosa di simile. Fatto sta che ogni accordo con il diavolo ha un termine, e questo aveva un termine di 18 anni, dopo 18 anni il demone sarebbe stato in grado di prendere possesso del corpo di Lilith. Questa è la leggenda, ma in ogni leggenda c'è un fondo di verità: i nostri poteri, Lily, non sono veramente nostri, sono una parte di noi, ma quando compiamo 18 anni dobbiamo affrontare una battaglia dentro di noi, se vinciamo noi, i nostri poteri rimarranno uguali a prima e così noi, se prediamo invece, i nostri poteri si amplificheranno e prenderanno il sopravvento, avverrà come uno sdoppiamento della personalità, ma la prima cesserà di esistere. Il tuo corpo non sarà più tuo, non proverai più emozioni e saranno solo i tuoi poteri a dettare legge.-

Dovevo ammetterlo mi aveva alquanto traumatizzato. -Ed è per questo che sei qui? Balthazar ha detto che puoi aiutarmi, intendeva aiutarmi a vincere questa battaglia?-

-Farò del mio meglio. Già sapere di questa battaglia ti aiuterà a non essere colta di sorpresa. Ma è una battaglia psicologica, devi essere forte di mente. E io posso indirizzarti, ma non posso fare il lavoro al posto tuo.-

Mentre ero con Katherine non facevo altro che pensare a quello che mi aveva detto Jack. Una battaglia psicologica che mi avrebbe potuto portare alla morte. Anzi, a qualcosa di peggio: a dimenticare tutto, a diventare una persona completamente diversa che avrebbe potuto fare del male a quelli che conoscevo, a quelli che amavo.

-Tutto bene?- mi chiese Katherine mentre si spicciava i capelli con le dita. Era seduta a gambe incrociate su uno scoglio del lago davanti alla sua tenda. I jeans bianchi le stavano da Dio insieme a quel top lilla. Io d'altro canto ero vestita come una barbona: i ricci erano raccolto in una cipolla e indossavo una felpa degli AC/DC rubata a Hardin e un paio di jeans mum. Dovevo decisamente fare shopping.

-Si, ero solo sovra pensiero.-

-Sei molto sovra pensiero ultimamente.- puntualizzò Katherine. Aveva ragione. Pensavo a Jack e a quello che mi aveva detto, e più passavo il tempo con Katherine più pensavo a Lara. Mi mancava da morire.

-Lo so, scusami.-

-Non devi scusarti. Se vuoi puoi parlarne con me.-

-Emh... grazie ma no. Non fraintendermi non è che non te ne voglio parlare, è solo che io... non sono brava a parlare dei miei sentimenti e tutta quella roba lì.-

-Oh.- Katherine sembrava... dispiaciuta. Perché era dispiaciuta? -Sai... non fa bene tenersi tutto dentro.-

-Lo so... è solo che non so farlo. Non so aprirmi con le persone. Se le persone non ti conoscono così bene non possono ferirti più di tanto, giusto?-

-Non è una bella filosofia di vita.-

-È la filosofia di chi è stato ferito troppe volte.-

-Buon pomeriggio, ragazze.- Seth sbucò alle mie spalle facendomi saltare in aria.

-Seth!- lo sgridai.

-Scusa...- ridacchiò prima di sedersi tra me e Katherine.

-Ciao Seth.- lo salutò Katherine.

-Ciao Kat.- al suono di quelle parole vidi le ali spuntare al cuore di Katherine per spiccare il volo. -Di che si parla?-

Lanciai un occhiata a Katherine. -Stavamo parlando della tua festa. È stata pazzesca... nel senso la fine è stata alquanto traumatizzante.- rispose Katherine.

-Diciamo che non mi aspettavo questo finale neanche io.- scherzò Seth.

Poco dopo furono Kay e Hardin ad arrivare. -Ciao ragazzi.- salutò Hardin.

-Allora siamo tutti pronti?- chiese Seth.

-Pronti per cosa?- chiesi io non avendo la più pallida idea di cosa stessero parlando.

-Andiamo in città.- rispose Katherine. -Ti facciamo il guardaroba. Non puoi andare avanti con i vestiti degli altri per tutta la vita.- scherzò.

Scoppiai a ridere. -E come pensiamo di andarci?-

-Con la mia macchina.- rispose Kay.

-Tu hai una macchina?- chiesi sorpresa.

-Si, certo.-

-Kay non è fisso nel circo. A dirla tutta neanche gli piace più di tanto. Viene qui ogni tanto.- mi spiegò Hardin.

-Tu non vivi nel circo?- chiesi ancora più sorpresa di prima.

-No, mi piace avere i miei spazi.-

Supernatural - The Freaks' circusDove le storie prendono vita. Scoprilo ora