Non sapevo come interpretare questa idea, "La Veggente" mi aveva già fatto il suo trucco da cartomante, e devo dire che fino ad ora ci aveva azzeccato, infanzia triste, cambiamento in corso, mi mancava solo la carta degli innamorati.
-Mary è la miglior veggente che conosca, ti giuro. Magari lei può dirci qualcosa su tua madre.- mi spiegò Katherine mentre ci avvicinavamo al suo bungalow, era isolato rispetto agli altri, pieno di piante e... di gatti. C'erano davvero tanto gatti fuori da quel bungalow. Katherine busso sonoramente. -Mary?! Ci sei?- gridò.
-Quando mai non ci sono.- rispose una voce alle nostre spalle. Era una ragazza più o meno della mia età, i lunghi capelli castani erano raccolti in una coda alta che metteva in risalto il viso a cuore, gli occhi color cioccolato e la carnagione olivastra, portava un maglione color crema con una spalla abbassata è un paio di jeans chiari.
-Mary!- la salutò Katherine.
-Ciao, Kat. Hardin. Lilith.-
-Hey.- la salutai imbarazzata.
-Cosa ci fate qui?- chiese lei avvicinandosi alla porta del suo bungalow.
-Vorremmo che ci facessi una delle tue sedute spiritiche.- le disse Hardin appoggiandosi al lol stipite della porta.
-Quante volte te lo devo dire che io non parlo con gli spiriti?-
-Non mi convincerai mai di questa cosa.- gli rispose scherzando.
Mary aprì la porta e ci fece accomodare. Dentro al suo bungalow c'erano ancora più piante che fuori, e lo stesso odore di salvia bruciata che c'era nel suo tendone, ma di gatti neanche l'ombra. Che strano.
-Dove sono le carte?- chiese Katherine saltellando sul posto per l'eccitazione.
-No fai la veggente seria, non la cartomante.- la incitò Hardin.
Lei sorrise. -D'accordo. Chi vuole cominciare?-
-In realtà siamo venuti qua per Lily.- spiegò Katherine.
-Okay.- Mary si avvicinò a me. -Dammi la mano.-
Lentamente le porsi la mano destra che lei afferrò con entrambe le mani, i suoi occhi color nocciola divennero totalmente bianchi facendo sparire sia iride che pupilla. Gli occhi di Mary tornarono normali e lei fece qualche passo indietro, e nel suo sguardo giuro che per un attimo mi sembrò di intravedere terrore. -Che cosa sei?-
-Come?- chiesi stranita. -Sono una strega.-
-Ora capisco...-
-Che cosa capisci Mary?- chiese Kat facendo un passo avanti.
-Non riuscivo a capire come avesse fatto a uccidere quel famiglio. Quel grido... non era una cosa che le streghe sanno fare.-
-E allora che cos'era?- chiese Hardin.
-Era l'urlo di una Banshee.-
-Una Banshee?- chiesi io. Ero piuttosto sicura di essere una strega e non una semplice Banshee.
-Perdonatemi ma che cos'è una Banshee?- chiese Katherine.
-È una portatrice di morte.- rispose Hardin.
-Il tuo è un errore comune, le Banshee non sono portatrici di morte, ma annunciatrici. Sanno quando qualcuno sta per morire, e il loro grido è... beh, lo avete sperimentato voi stessi.-
-Sono piuttosto sicura di essere una strega.- risposi io.
-Vedi i figli delle streghe e degli stregoni non sono per forza, automaticamente streghe e stregoni a loro volta, altrimenti non vi sareste quasi estinti. Possono nascere anche Banshee. Ma quando entrambi i genitori sono stregoni ci sono buone probabilità che la strega in questione non sia solo una strega ma anche una Banshee.-
-Come un ibrido?- chiese Katherine.
-No, la strega resta sempre una strega, ma ha anche i poteri della Banshee, e credo proprio che questo sia il tuo caso, Lily.-
-Quindi stai dicendo che anche mio padre era uno stregone?- chiesi.
-Esattamente.- rispose Mary.
Annuii lentamente... -Empras.- dissi, ed in un secondo avevo lasciato il bungalow di Mary per ritrovarmi nella mia tenda.
Camminavo avanti e indietro per la tenda perseguitata dai miei pensieri. Mia madre era una strega, e a quanto pare anche mio padre. Il che restringeva il campo del probabile genitore agli stregoni, più precisamente agli stregoni che 17 anni prima si trovavano in quello stesso campo, insieme a mia madre. Stregoni come Jackson Jefferson. Ma era impossibile, giusto? Insomma me lo avrebbe detto se fosse stato lui mio padre. A meno che non lo sapesse neanche lui. Ma come diavolo faceva a non saperlo. Non poteva essere mio padre. Magari c'erano altri stregoni al campo in quel periodo, o magari mia madre se ne era già andata e aveva conosciuto qualcuno. Mi faceva male la testa per la tensione ma i miei pensieri offuscavano il dolore. La tenda cominciò a tremare. Cazzo... cercai di respirare, lunghi respiri ma non sembrava aiutare, un vaso di fiori schizzò dall'altra parte della tenda evitandomi di qualche centimetro lasciandomi sfuggire un gridolino inaspettato. Poi fu il turno di un paio di stampelle appoggiate sul letto. Mi sedetti a terra strisciando fino ad un angolo della tenda per evitare gli oggetti che volavano da una parte all'altra della tenda come proiettili.
-Calmati, Lily, calmati.- mi ripetevo a voce alta. -Andiamo...- l'aria mi mancava sempre di più e cominciai a dondolarmi avanti e indietro mente cercavo disperatamente dell'aria che non riuscivo a far arrivare ai polmoni.
La mia tenda si aprì e sbucò Kay. -Lily!- Si precipitò ai miei piedi in ginocchio. -Hey, hey...- disse piano prendendomi le mani. -Respira, tranquilla.- sparì è un secondo dopo era di nuovo di fronte a me con una bottiglietta d'acqua in mano. -Tieni, bevi.-
Presi la bottiglietta con le mani tremanti e tentai di aprirla ma mi cadde a terra. Kay la raccolse. -Va tutto bene, tranquilla.- la aprì e me la rimise in mano. Mi portai la bottiglietta tremante alla bocca e bevvi qualche sorso d'acqua finché non riuscii a stabilizzare il respiro. Gli oggetti si fermarono lasciando spazio alla quiete. -Stai bene?- mi chiese Kay e io mi limitai ad annuire. Kay si guardò intorno, vasi rotti e terra erano sparsi per tutta la tenda insieme a vestiti, stampelle e libri vari. -Ci vorrà una giornata intera per mettere apposto questo casino.- scherzò.
-Remembro.- Mossi una mano e in un attimo tutto tornò al proprio posto.
-Voglio saperlo fare anche io.- Kay mise il muso, e io sorrisi, era così dolce con quell'espressione.
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Supernatural - The Freaks' circus
FantasyLilith Smith è una strega abbandonata da sua madre da piccola, ma nonostante la sua infanzia turbolenta è riuscita a farsi una vita tra gli umani fingendosi una di loro, convinta che non ci fossero altri come lei. Finché una sera ad un circo degli o...