-Ancora da queste parti, strega?- mi chiese giocando con i suoi capelli, o meglio con i serpenti che si ritrovava al posto dei capelli e che adoravano soffiare nella mia direzione.
-Qual'è il tuo problema?-
-Tu, mostro.-
-Detto da chi ha dei serpenti al posto dei capelli.- ridacchiai.
-Non ti conviene parlarmi così.- si avvicinò a qualche centimetro dalla mia faccia.
-Altrimenti che fai? Mi dai un bacio?- le chiesi mordendomi il labbro inferiore.
-Altrimenti ti faccio diventare una statua ornamentale del lago delle ninfe.-
-Provaci.- un fulmine alle mie spalle colpì in pieno un paio di vasi a pochi metri da me facendomi saltare sul posto. Ero stata io, non mi ero controllata... rimasi a fissare i vasi e le piante in pezzi sparsi per tutta la piazzola del campo in silenzio e con aria preoccupata mentre tutti mi fissavano spaventati, era ovvio che ero stata io, e avevano ragione ad avere paura di me.
-Io l'ho sempre detto.... bomba ad orologeria.- Detto questo Cleo se ne andò con la sua perfetta uscita di scena.
Feci finta di niente e mi incamminai nuovamente verso la tenda di Balthazar. -Balthazar sto entrando.- gridai prima di spostare la tenda per entrare. La grande tenda bianca era sempre così luminosa nonostante non avesse neanche una finestra e la luce del sole non filtrasse minimamente, mi ero sempre chiesta come fosse possibile.
-Ciao Lilith.- mi salutò lui seduto come sempre alla sua bella scrivania, e di fronte a lui Jack. Quei due stavano sempre insieme.
-Salve.- mi schiarii la voce. -Le devo parlarle.-
-Se è per i vasi, tranquilla li sostituiremo presto, tu cerca solo di mantenere di più la calma.- mi disse lui prima ancora che io aprissi bocca.
-Emh... no, cioè si mi dispiace è stato un incidente ma non è per questo che sono qui.-
-E allora per cosa?- mi chiese Jack passandosi una mano tra i capelli castani.
Presi un lungo respiro poi posai i palmi sulla scrivania di Balthazar. -Mia madre è viva.-
Entrambi sgranarono gli occhi rimanendo in silenzio e giuro che per un secondo credevo che Jack sarebbe svenuto davanti ai miei occhi, ma non accadde, rimase immobile, come pietrificato.
-E che cosa te lo fa pensare?- mi chiese Balthazar non appena ritrovò la voce.
-L'ho vista.- risposi secca. -Alla laguna, in realtà mi aveva già parlato attraverso uno di quei golem ma non ha importanza.-
-Tu hai visto Erin?- mi chiese Jack senza muovere un muscolo. -Erin è viva. E tu l'hai vista. E le hai parlato?-
-Si, diceva qualche cavolata sul fatto di unirmi a lei per conquistare il mondo e mi sembrava il caso di dirvelo.-
-Conquistare il mondo?- mi chiese Balthazar scettico.
-Secondo lei dovrei appositamente perdere la battaglia per diventare come lei conquistare insieme il mondo.-
-E tu cosa le hai detto?- chiese Jack stavolta si mosse, fece un passo nella mia direzione.
-Di no, mica sono scema.-
Balthazar tirò un sospiro di sollievo. -Quindi ha mandato lei i golem?-
-Anche il famiglio.-
-Il famiglio?! Ma avrebbe potuto uccidere anche te!- disse Jack sconvolto. E sinceramente lo ero anche io. Il famiglio mi aveva attaccato, e avevo una bella cicatrice sulla gamba che me lo ricordava bene, sarei potuta morire quella sera, e sarebbe stata colpa di mi madre. -No, Erin non lo farebbe. Lei non...-
-Non è più Erin, Jack!- lo interruppe bruscamente Balthazar. -Non lo è più da molto tempo, abbiamo visto con i nostri occhi di che cosa è capace.-
-Dovrei preoccuparmi?- chiesi sedendomi su una di quelle comode poltroncine davanti alla scrivania di Balthazar.
-No, c'è ne occuperemo noi, è il nostro lavoro dopotutto.- tento di tranquillizzarmi Balthazar, anche se lui sembrava molto più spaventato di me.
Deciso che lasciarli da soli a parlare sarebbe stata la scelta più saggia, mi alzai bruscamente dalla poltroncina nella quale ero sprofondata molto comodamente, -D'accordo, allora vi lascio da soli.- uscii dalla tenda con un solo pensiero in testa, volevo Lara, volevo la mia migliore amica, volevo un abbraccio e volevo che mi dicesse che sarebbe andato tutto bene, ma sapevo che non era possibile, non solo perché in quel preciso momento Lara era a scuola a chiedersi che fine avessi fatto, ma anche perché lei non sapeva di questa parte di me, e sicuramente spiegandoglielo non lo avrebbe capito. Ma c'era una persona che avrebbe capito...
-Scusami.- chiesi a testa bassa. Katherine era seduta davanti a me su di un tronco caduto e lasciato vicino al laghetto a mo di panchina, mi dava le spalle.
Si girò nella mia direzione e mi sorrise. -Tranquilla, ma ora vuoi parlare?-
Annuii e Katherine si spostò più vicina ad Hardin per farmi spazio.
-Che cosa mi sono perso?- chiese lui bevendo una cioccolata calda ignaro della situazione.
-Lily e io abbiamo avuto una "discussione" stamattina perché non si apre con me, o meglio con nessuno.- spiegò Katherine.
-Riccioli D'oro, così non va bene. Devi aprirti con le persone, è importante.- scherzò Hardin prendendosi uno schiaffo sul braccio da Kat. -Ahi.-
-Emh... ieri sera ho visto mia madre.-
Hardin si strozzò con la cioccolata. -Ma non era morta?-
-A quanto pare no. E c'è lei dietro al famiglio e i golem.-
-Cosa?- chiese Katherine. -Anche il famiglio? Ti ha quasi ucciso.-
-Lo so.- risposi a testa bassa.
-Non capisco, che cosa voleva tua madre?-
-Aspetta l'hai anche incontrata?- chiese Hardin ancora più disorientato di prima.
-Si, ieri sera.- riposi io -Vuole che mi unisca a lei per qualche malvagio progetto madre-figlia per il mondo.-
-Sembra divertente.- commentò Hardin tornando a bere la sua cioccolata.
-Già...-
Katherine tirò uno schiaffo sul braccio di entrambi per richiamare la nostra attenzione. -Ragazzi! Ho un idea.-
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Supernatural - The Freaks' circus
FantasyLilith Smith è una strega abbandonata da sua madre da piccola, ma nonostante la sua infanzia turbolenta è riuscita a farsi una vita tra gli umani fingendosi una di loro, convinta che non ci fossero altri come lei. Finché una sera ad un circo degli o...