Uno

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Quando la sveglia del telefono suonò le sette del mattino ero già in piedi da un bel po', ero sul tetto di casa mia, ero uscita dal lucernario sul soffitto della mia camera e mi ero seduta a guardare l'alba fumandomi un drum. Ci avevo messo un po' a girarlo, le mie dita erano congelate dal freddo di gennaio e quando avevo cominciato a girarlo era ancora buio. Le piccole nuvole di fumo che fuoriuscivano dalla mia bocca creavano uno strano gioco di luci con i raggi del sole che sorgevano in quel preciso istante. Avevo ancora il pigiama e indossavo una felpa oversize bordò, i riccioli biondi mi ricadevano sulle spalle a mo di coperta, li avevo presi da mia madre, ero la sua esatta fotocopia. Lunghi riccioli biondi, enormi occhi verdi da cerbiatto, la carnagione leggermente abbronzata, bassa, fianchi larghi e vita stretta, labbra carnose e zigomi sporgenti. Mia madre era una strega, come me, mi aveva insegnato tutti gli incantesimi che conoscevo, non che fossero tanti, ma non avevo mai conosciuto un'altra strega, e qualcosa mi diceva che a parte me nel mondo c'è ne fossero veramente poche. Me la ricordavo perfettamente, eppure quella precisa mattina era il tredicesimo anniversario del mio abbandono da parte sua davanti ad un orfanotrofio. Mi aveva promesso che sarebbe tornata a prendermi, ma non aveva mai mantenuto la promessa. Spensi il drum tra le tegole e rientrai in camera attraverso il lucernario, mi lavai e mi cambia pronta per la scuola. Un paio di mum jeans azzurri e un crop top nero a maniche lunghe, un paio di anfibi e orecchini a cerchio argento. Mi infilai il mio giaccone verde lungo fino al ginocchio e presi il mio zaino, scesi al piano di sotto trovando la mia affidataria, Grace, e tutti gli altri bambini seduti a tavola a fare colazione.

-Lilith, ti fermi per colazione?- mi chiese Grace.

-No, mangio fuori... a dopo.- risposi uscendo dalla porta per essere accolta da una ventata congelata. Andai a prendere l'autobus e nel giro di venti minuti mi ritrovai davanti scuola, appoggiata al portone ancora chiuso c'era una ragazza, la carnagione abbronzata, i capelli castani e lisci a caschetto e un cerchietto al lato del naso, gli occhi azzurri, gli skinny jeans neri e una felpa grigia oversize con su scritto "no snitch bitch" e un paio di superstar bianche.

-Ciao Amore.- mi salutò buttando a terra la sigaretta ormai finita.

-Ciao, Lara.- la abbracciai.

-Cappuccino?-

-Mi sembra ovvio.- ridacchiai.

Ci allontanammo dall'edificio prima che arrivasse qualche professore e ci vedesse, andammo in un bar un po' nascosto non troppo lontano da scuola e ordinammo due cappuccini.

-Hai da fare stasera?- mi chiese Lara tra un sorso e l'altro.

-Perché?-

-Colin e la squadra vanno ad un circo.- Colin era il ragazzo più popolare della scuola, era il capitano della squadra di football della scuola e il ragazzo di Lara.

-Al circo?- chiesi stranita. Mi sarei aspettata di tutto da quelle teste vuote superficiali, ma addirittura il circo...

-Pare che sia una specie di circo degli orrori, non ho capito bene.-

-È ti ha detto di chiedere a me di venire?-

-No, ma non è un appuntamento per me e Colin, viene anche la squadra e qualche ragazza è ovvio che puoi venire.-

-Farà sicuramente schifo.-

-Ma dai hanno anche un lupo mannaro! E poi è venerdì sera quindi non avrai niente da fare se non pregarmi di uscire quindi qui è dove usciremo.-

-Non mi piace il circo.-

-A nessuno non piace il circo.-

-Beh, io ho paura dei clown.-

-È un circo degli orrori. Non ci saranno clown ma scheletri e zombie.-

-Non mi piace comunque.-

-Dai fallo per me.- mi pregò Lara sbattendo più volte le ciglia folte. Non sapevo dirle di no. Quando faceva quel facciamo speranzoso non riuscivo a deluderla.

-D'accordo.- accettai. -Hai vinto. Andremo a questo stupido circo dei mostri.-

La voce di questo "circo degli orrori" ormai si era sparsa per tutta la scuola, ma non solo tra gli studenti, anche i professori lo avevano saputo, e per loro questa era l'occasione perfetta per farci la ramanzina sullo sfruttamento di esseri umani. -I proprietari di questi tipi di circo sono uomini senza rispetto della vita altrui che sfruttano persone "diverse" per i loro scopi.-

-Professore sa che il fatto che lei ci vieta di fare qualcosa ci fa solo venire più voglia di farla?- chiese un ragazzo da infondo alla classe.

-Non c'è da scherzare su queste cose. Queste povere persone vengono sfruttate per la loro diversità. Messe in mostra come dei trofei. E voi pagate un biglietto per deriderle.-

La conversazione cominciava ad annoiarmi, ma più io mi annoiavo più il ragazzo in fondo alla classe sembrava essere preso dalla conversazione per portare avanti un dibattito.

-Allora ti passo a prendere stasera?- mi chiese Lara sedendosi accanto a me. -Ti do un passaggio con la macchina.-

-Va bene ma parcheggia lontano.-

-Si sì tranquilla. Ma vestiti carina.Colin mi ha detto che Sam ci vuole provare con te stasera.- Sam Thomson, bravo ragazzo, anche carino, era simpatico ma un po' introverso, era il portiere della squadra ed era palese che mi venisse dietro da mesi, io non ci avrei provato per prima, ma ero curiosa di come la serata si sarebbe dimostrata, quindi acconsentii a mettermi in giro per andare tra la paglia e le noccioline.

Supernatural - The Freaks' circusDove le storie prendono vita. Scoprilo ora