Non so quanto tempo ero rimasta seduta sotto quel salice, ma era ancora notte quando mi alzai e cominciai a camminare verso il campo. Dopo qualche passo mi ritrovai Kay davanti.
-Lilith! Stai bene?- mi poso le mani sulle spalle come per assicurarsi che fossi veramente lì davanti a lui.
-Si... perché non dovrei?-
-Tu non c'eri, così ho chiesto a Katherine, o meglio l'ho sogiogata per farmi dire dov'eri.-
-Perché lo hai fatto?-
-Ero preoccupato, so che per te è difficile crederlo Biondina ma ci sono delle persone che ci tengono a te qui.-
-E te saresti uno di loro?- chiesi piano.
-Vuoi che ti ricordi che mi sono quasi fatto ammazzare da un orso-famiglio-gigante per te?- mi disse scherzando.
Ed eccole, le lacrime che non ero riuscita a versare per mia madre, quelle che mi perseguitavano. Scoppiai a piangere, abbracciai Kay in lacrime e lui ricambiò, mi abbracciò, e il suo abbraccio mi sembrò il posto più sicuro del mondo.
Mi svegliai lentamente quella mattina, la prima cosa che notai era il profumo di muschio e vaniglia, poi che il mio cuscino, stranamente duro, si muoveva. Sgranati gli occhi senza muovere un muscolo del corpo e mi accorsi che la mia testa poggiava da tutt'altra parte che su un cuscino. Ero appoggiata ad un petto, e che petto, muscoloso ma non troppo, proprio come piaceva a me, vedevo la tartaruga dei suoi addominali sparire sotto la cintura dei pantaloni comodi che portava, lentamente alzai la testa verso il viso del mio cuscino, gli occhi chiusi sfoggiavano delle ciglia invidiabili ad una ragazza, la mascella squadrata e i riccioli corvini che ricadevano leggeri sulla fronte, mentre dormiva era così innocente, lentamente passai le dita sulla forma della sua mascella contro la superficie ruvida dei quell'accenno di barba scura, ero come catturata da quel momento, ogni singola molecola del mio corpo mi pregava di restare lì per sempre tra le braccia di Kay, appoggiata al suo petto nel suo letto.
Kay sorrise, mostrando due fossette da urlo, gli occhi ancora chiusi. -Buongiorno.- mi disse con voce roca ed estremamente sexy. Per poco non mi sciolsi lì davanti a lui.
-Scusa, ti ho svegliato.-
-Tranquilla, fa sempre piacere essere svegliati così.-
Arrossii. Cavolo se mi arrossii. Quando la sera prima ero andata nella tenda di Kay non avevo pianificato di rimanere lì, Kay voleva parlare di mia madre e io avevo bisogno di sfogarmi, così dovevo essermi addormentata in lacrime nel suo letto. Mi tirai su a sedere.
-Vogliamo andare a fare colazione?- mi chiese Kay poggiandosi sui gomiti. E non appena io annuii lui sparii dalla mia vista per poi riapparire lavato e vestito, prova che non era umano. -Andiamo?- mi chiese porgendomi la mano da vero gentiluomo. La presi e Kay mi condusse fuori dalla sua tenda, vedere tutte quelle creature sovrannaturali ancora mi straniva, mi dimenticavo della presenza di centauri e fauni nella tenda accanto e di tutte le altre creature. La mensa era uno dei miei posti preferiti, non era come quella della scuola o dell'orfanatrofio. Era una cucina all'aperto con panche in legno piene di ragazzi che scherzavano. L'odore di bacon e uova arrivava fino alla mia tenda e solitamente era quello a svegliarmi con l'acquolina in bocca.
-Lily!- gridò Katherine non appena mi vide alzandosi dalla panca e quasi cappottandosi. Mi venne subito in contro. -Ciao Kay.- lo salutò in fretta e senza neanche rivolgergli uno sguardo. -Noi due dobbiamo parlare, ora!- mi prese per la mano libera e mi trascinò via da Kay che rideva per la scena comica. Katherine si fermò sotto ad una quercia lontana dai ragazzi. -Scusami, scusami, scusami, scusami. Ti giuro non volevo dire a Kay dov'eri ma il bastardo mi ha soggiogato e io...-
-Tranquilla, me lo ha detto.-
-E... come è andata? Con tua madre, intendo.-
-Io... non ne voglio parlare.- guardai in basso.
-Quindi male...- disse Katherine a bassa voce. -Lo sai che ci sono per te, vero?-
-Si.- risposi secca, non mi aspettavo che ci sarebbe stata se ne avessi avuto bisogno, nessuno c'era mai per me se ne avevo bisogno, l'unica che c'era mai stata veramente era Lara, e neanche lei sapeva tutti i miei casini...
Katherine prese un lungo respiro. -Lilith la devi smettere. Io ci sono per te se ne hai bisogno, lo devi capire. So che credi che le persone non siano degne di fiducia e che ti tradiranno sempre e comunque, ma io ci sono Lily, sempre.-
-Tu lo dici... ma quello che dici sono solo parole...-
Katherine scosse la testa piano. -Spero davvero che un giorno tu capisca che ci sono delle persone che ci tengono a te Lilith.-
-Lo vorrei anche io.- risposi piano e non fui nemmeno sicura che Katherine mi sentì perché se ne andò a testa bassa, lasciandomi lì con i miei pensieri che non ero riuscita a rivelarle. Poi ebbi il lampo di genio, mi diressi verso la tenda di Balthazar di fretta e furia, ma fui fermata dalla regina delle vipere, Cleo Forbs.
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Supernatural - The Freaks' circus
FantasyLilith Smith è una strega abbandonata da sua madre da piccola, ma nonostante la sua infanzia turbolenta è riuscita a farsi una vita tra gli umani fingendosi una di loro, convinta che non ci fossero altri come lei. Finché una sera ad un circo degli o...