Undici

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Dopo più di un ora di macchina, la maggior parte passata cercando di uscire da quella foresta dov'è si trovava il campo arrivammo in città. Era una piccola cittadina nella California del sud, più grande della città dove vivevo prima ma sicuramente non era una grande metropoli. I negozi erano fantastici e io non dovetti sborsare neanche un centesimo. Fu Kay a pagare tutto, con una carta prepagata che gli aveva dato suo padre. Dovevo proprio ringraziarlo. Ci fermammo a pranzo in una tavola calda stile anni cinquanta davvero carina. E i panini erano deliziosi. Quella era stata una delle giornate migliori della mia vita. Grazie a i ragazzi ero riuscita a non pensare tutto il giorno a Lara o il discorso di Jack. Ma ora, mentre tornavamo in macchina, in pensiero dei miei diciott'anni mi ritornò in mente. La testa appoggiata al finestrino anteriore, Kay guidava e gli altri dormivano beati.

-Perché sei triste?- chiese Kay senza staccare gli occhi di ghiaccio dalla strada.

-Non sono triste.- risposi tirandomi su a sedere.

-Allora sei malinconica. Ma sicuramente non sei felice e spensierata.-

Mi guardai alle spalle, come per controllare che gli altri dormissero. -Te la sai la Storia Della Creazione?-

Kay tirò un sospiro. -E così mio padre te ne ha parlato.-

-Jack, veramente.-

-Jefferson?-

-Si, dice che conosceva mia madre e che mi aiuterà in questa battaglia psicologica del cazzo.-

Kay mise la freccia a destra e accostò. Spense il motore e scese dalla macchina. In un nano secondo era davanti alla mia portiera e l'aprì. -Scendi.-

-Cosa?-

-Fidati.-

-E li lasciamo qui?- chiesi guardando i ragazzi che dormivano beati.

-Si tranquilla, fidati.- Kay mi porse la mano. La presi e scesi dalla macchina chiudendomi lo sportello alle spalle. Seguii Kay per chilometri senza dire una parola e senza lasciare la sua mano finché non si fermò davanti ad uno strapiombo. Sotto di noi c'era una vallata, carina, ma niente di che. C'era un fiume, e forse delle rovine delle fondamenta di qualche casetta fatta in pietra.

-Io vivevo qui.- Kay ruppe il silenzio. -Quando ero umano.-

Mi resi conto in quel momento che Kay non mi aveva mai raccontato come era diventato un vampiro.

-Avevo 21 anni, e avevo una fidanzata. Avremmo dovuto sposarci, lei aveva 17 anni, riccioli castani e carnagione olivastra. Si chiamava Tamara.- Rimase in silenzio per qualche secondo. -Poi una mattina, mentre eravamo a caccia, il villaggio fu attaccato. Non c'era nessuno a proteggerle... trovai io Tamara... quel giorno giurammo vendetta. Una leggenda narrava di un demone che viveva sui Monti Rocciosi qui vicino, un demone in grado di dare forza smisurata a chiunque, e poteri inimmaginabili, ma questi poteri avrebbero condotto l'uomo dritto all'inferno. Alcuni di noi avevano perso tutto, e decidemmo di andare sui Monti Rocciosi. Il demone in realtà era un vampiro e ci trasformò. La notte seguente andammo nel villaggio che ci aveva attaccato e ci nutrimmo finché non rimase più neanche una goccia di sangue da bere. La fame mi attanagliava e lo stesso con gli altri. Ci dividemmo in cerca di cibo, in cerca di sangue. Chi non ci aveva seguito sui Monti cominciò a darci la caccia, e i loro figli, e i figli dei figli. Eravamo demoni, e andavamo uccisi. Poi incontrai Sebastian. Uno stregone potente. Lui mi raccontò della creazione, e mi disse che se lui era riuscito a combattere i suoi demoni allora io avrei potuto combattere i mei, che semplicemente dovevo ricordarmi cosa si provava a essere umani. Fu lui a creare il mio anello solare, disse che mi avrebbe aiutato. E effettivamente lo fece. Io sono un mostro Lily. L'ho accettato da tempo, so cosa sono ma so anche che un tempo ero umano, e mi ricordo cosa si provava. E so che anche se c'è qualcosa dentro di me che lotta ogni secondo per nutrirsi di chiunque io abbia davanti, compresa te, io sono più forte, perché non posso rovinare quello che ho creato, ho bisogno di essere felice, e l'unico modo per esserlo è tenere a bada il mostro.-

-Perché mi racconti tutto questo?- chiesi confusa.

-Perché tu sei più forte di quello che credi, Lily. Hai solo paura, hai paura di perdere tutto e di fare del male alle persone che ami. Lo so, ci sono passato.- Kay si avvicinò a me. -Ma credimi se ti dico che non importa quanto è forte il demone dentro di te. Tu sei più forte, perché te hai qualcosa da perdere, e lotterai con le unghie e con i denti per proteggerlo.- Okay... ora Kay era estremamente vicino. Sentivo il suo petto alzarsi ed abbassarsi contro il mio, mi sarebbe bastato sporgermi avanti e le mie labbra avrebbero sfiorato le sue. E devo ammettere che per un istante quell'idea mi balenò alla mente. Ma fu Seth ad interromperci.

-Ragazzi? Che state facendo?-

Kay fece un passo indietro e si schiarì la voce. -Niente, arriviamo.- si girò e si incamminò, lasciandomi lì confusa.

Dopo qualche secondo lo seguii fino alla macchina, mi sedetti e rimasi in silenzio per il resto del viaggio pensando alla storia di Kay, a come era diventato un vampiro, a quello che era appena si era trasformato, e a come era cambiato. Forse aveva ragione, forse anche io ce l'avrei fatta, avrei sconfitto i miei demoni e tutta questa stressante storia della battaglia sarebbe diventata solo un lontano ricordo. Speravo fosse così. Speravo Kay avesse ragione, ma la sua storia mi diede un po' di speranza. E in quel momento l'unica cosa che mi serviva era proprio quello, la speranza.

Supernatural - The Freaks' circusDove le storie prendono vita. Scoprilo ora