Ventisei

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-Cleo Forbes?- chiese Balthazar confuso.

-Pensateci, avrebbe senso.- camminavo avanti e indietro per la sua tenda e avevo seriamente pura che avrei fatto un buco sul pavimento a forza di ripassare sugli stessi punti. -Cleo mi odia, è chiaro, non mi ha mai voluto al campo, magari sperava che uno dei mostri che ha fatto entrare mi uccidesse o mi portasse via. Ha delle valide ragioni per odiare gli umani e volerli... schiavizzare? Uccidere? Non l'ho ancora capito sinceramente. Hai tracciato tu il suo profilo psicologico, sai com'è fatta.-

-Non ti sembra di giungere ad una soluzione troppo affrettata?- mi chiese Jack. Era pazzesco era sempre fisso nella tenda di Balthazar, se dovevo cercarlo facevo prima ad andare lì che nella sua.

-Voi ci avete chiesto di cercare nei fascicoli un profilo che rispecchiasse quello di chi avrebbe potuto aiutare Erin, ed effettivamente quello di Cleo torna.- spiegò Kay. -Capisco se non vi volete muovere senza prove, ma intanto potrebbe essere... come dicono gli umani?-

-Una sospettata?- chiesi io.

-Esatto.- rispose Kay.

-D'accordo, ragazzi. Indagheremo su Cleo Forbs.- concluse Balthazar e Kay mi guidò fuori dalla tenda di suo padre.

-Credi davvero che sia Cleo?- mi chiese poco dopo.

-Non lo so.- ammusì. -Sinceramente non sto capendo niente di questa storia, ma tra tutti i fascicoli che abbiamo visto quello di Cleo è forse quello che ha più senso da questo punto di vista.-

-Non lo so, Cleo è furba, se stesse tramando qualcosa subito che lo avremmo capito così facilmente.-

-Si, ma lo hai detto tu. Nessuno sa dell'esistenza di quei fascicoli, e tuo padre è l'unico a sapere che cosa c'è scritto dentro. O meglio... era l'unico. Quindi nessuno dovrebbe sospettare di lei.-

-Forse hai ragione... è che mi sembra strano...- teneva lo sguardo basso.

Mi parai davanti a Kay costringendolo a fermarsi. -Non siamo sicuri che sia lei. Nessuno la sta condannando a morte. Balthazar ha detto che la terrà d'occhio, niente di più. Non abbiamo fatto niente di male.-

Kay alzò lo sguardo, non di tanto, quanto bastava a guardarmi negli occhi, quindi tipo due centimetri. -Hai ragione.-

-Io ho sempre ragione.- scherzai.

-Non fare tanto la presuntuosa...- ridacchiò riprendendo a camminare. Dopo qualche secondo di silenzio Kay parlò di nuovo: -Ti devo dire una cosa.-

-Devo preoccuparmi.- risposi con tono preoccupato. Di solito quando qualcuno cominciava un discorso con quella frase la situazione degenerava.

Kay scoppiò a ridere. -No, no, tranquilla. Ho parlato con mio padre per fare una gita fuori programma noi due.-

-Una gita? Io e te?- stentavo a crederci.

-Si, devo andare a raccattare quelli del circo per dirgli dell'incidente con il telegiornale e ultimamente ti ho vista molto... assorta nei tuoi pensieri, triste spesso. Così ho convinto mio padre a portarti per un po' a casa tua.-

-Sai che casa mia è una casa famiglia orribile dove non voglio tornare neanche se mi puntassero una pistola alla testa, vero?-

-Non proprio casa tua, intendevo la tua città. Me ne sono reso conto solo quando hanno parlato di te al telegiornale, ma te ne sei andata sparendo nel nulla. Ho pensato che magari volessi rivedere i tuoi amici.-

Lara. Pensai immediatamente a Lara. Mi si illuminarono gli occhi, Kay aveva davvero fatto questo per me, aveva notato che ero triste e aveva pensato che rivedere i miei amici avrebbe aiutato. -Io... non so che dire... grazie.- ero senza parole.

-E di cosa?- rispose lui.

-Ma... non sarà un problema dal momento che ci hanno visto?- chiesi.

-Staremo attenti a non farci notare, e per quanto riguarda i tuoi amici spero che riusciranno a capire, in caso contrario posso sempre sogiogarli per fagli dimenticare che siamo passati di la.- mi spiegò. -Dimmi solo quando vuoi partire.

-Emh... quando vuoi tu. Dimmi quando preferisci a me va bene tutto.- riposi in fretta come se lasciando passare troppo tempo Kay avrebbe cambiato idea, e lui se ne accorse immediatamente.

Sorrise, -Okay, allora che ne dici di domani?-

-È perfetto.- stavo per scoppiare a piangere.

La mattina seguente mi ero alzata così presto che dubitavo il sole fosse ancora sotto, e come mi aspettavo era ancora tutto buio, in realtà l'alba sarebbe stata dopo circa un ora, le giornate cominciavano ad accorciarsi il che era un bene per Balthazar che cominciavo ad incontrare la sera che gironzolava per il campus con quella aria da strafigo di trentacinque anni circa e le sue camicie sbottonate ai primi bottoni, le ragazze più grandi gli sbavavano dietro ma lui faceva finta di niente e continuava a passeggiare insieme a mio padre, quei due sembravano una vecchia coppia sposata, sempre appiccicati. Stavolta fui io a dirigermi verso la tenda di Kay e a buttarlo giu dal letto, in realtà era già sveglio e lo incontrai proprio sull'uscita della tenda.

-Stavo per venire da te.- mi disse passandosi una mano tra i capelli corvini.

-Buongiorno anche a te.- lo salutai mentre fissava il mio borsone sospeso a mezz'aria.

-Buongiorno. E devo ancora abituarmi a questa cosa.- indicò il borsone. -Vogliamo andare?- chiese cominciando a camminare e io lo seguii a ruota. Stavolta non prendemmo il suv nero, ma una impala decappottabile azzurra del 67, la macchina dei miei sogni, anche se sinceramente io la sognavo nera.

-Ma quella è un impala del 67?!- chiesi esterrefatta.

-Te ne intendi di macchine?-

-No, so solo i nomi di quelle che mi piacciono.- ridacchiai.

-È la mia. L'ho comprata usata nel settanta-qualcosa, ne è decisamente valsa la pena.-

-Direi.- commentai senza sbattere le palpebre. Continuavo a fissata quella macchina stupenda mentre Kay apriva il bagagliaio e ci metteva dentro il mio borsone a mezz'aria. Poi mi aprii lo sportello.

-Vuoi salire o preferisci continuare a fissare la mia macchina?- scherzò.

-Sono molto combattuta.- risposi salendo sulla sua auto, Kay mi chiuse lo sportello e in un nano secondo aveva già fatto il giro della macchina e si era seduto al posto del guidatore. Fu in quel momento che mi venne in mente una cosa.

-Posso fatti una domanda?- chiesi mentre Kay usciva dal parcheggio del campo.

-Tutto quello che vuoi, biondina.-

Mi strappo un sorriso. -Come fai con la patente? Ho sempre pensato che tu non avessi documenti, ma siccome Guidi sempre tu sicuramente hai la patente. Ma non ti scade o comunque c'è scritto che hai 500 anni?-

Kay scoppiò a ridere. -Prima di tutto cinquecento anni fa non c'erano le macchine, quando non avevo la patente, poi quando sono uscite le prime macchine non serviva la patente quindi ho imparato a guidare normalmente, e nel caso qualcuno mi fermasse per un controllo mi basterebbe soggiogarlo per convincerlo che gli ho fatto vedere tutti i documenti ed è tutto apposto.-

-Non vale voglio saper sogiogare le persone anche io.- misi il broncio e Kay scoppiò a ridere.

Supernatural - The Freaks' circusDove le storie prendono vita. Scoprilo ora