Quaderno

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Non ho dormito, non sono riuscita a chiudere occhio. La testa era in cerca dei suoi perché. Le notti sono lunghe quando non si sta bene. E' che c'è troppo silenzio e i pensieri prendono il sopravvento. Silenzio, pensieri, ricordi e non dormi più. Ho ascoltato il suo battito tutta la notte. Non c'è melodia migliore. L'ho sentito mio, ma allo stesso tempo mi sentivo un peso, un peso nel petto che non mi lasciava respirare. Ho bisogno di stare un po' da sola, forse ho bisogno di allontanarmi per un attimo da lui. È la prima volta che sento questo da quando sono qui. È da ieri che mi sento così e conosco perfettamente il motivo.
Mi alzo, mi cambio e lascio un biglietto per lui sul tavolo. Gli ho detto che avevo da fare e che ci saremmo visti sta sera, di non preoccuparsi e che gli avrei spiegato tutto. Ho solo bisogno di stare un po' per conto mio, di pensare, di fare ordine.

Arrivo in stanza. Linda non c'è. Chi sa dove sta.. Prendo la borsa e tiro fuori tutte le mie cose. All'improvviso, tirando fuori un foglio, lo strappo. Accidenti..era importante. Mi serve uno scotch, devo comprarne uno. Mi avvicino alla scrivania di Linda in cerca di uno. Apro i cassetti, ma nulla. Arrivo all'ultimo cassetto, apro e la mia attenzione viene catturata da questo piccolo quaderno nero. All'improvviso ripenso alle parole di Gabriel dell'altro giorno. Parlava di un quaderno nero, di un quaderno suo e di Linda, di un quaderno con tutte le loro paure. Lo prendo, ed è grande come una mano, proprio come aveva detto Gabriel. Lo apro e sulla prima pagina, al centro, c'è scritto 'Gabriel'. Lo chiudo immediatamente. Cosa sto facendo? Non posso curiosare così tra le cose di Linda. Eppure sento il bisogno di sapere, di capire solo per rendermi conto di cosa si tratta. Prendo il quaderno, lo infilo nella borsa ed esco dalla stanza.

C'è un buon profumo qui. Mi siedo sul sasso di Gabriel e di Linda. Tiro fuori il quaderno e lo tengo tra le mani. Cosa fare? E' sbagliato, è dannatamente sbagliato. Lo so. Forse non mi perdonerebbero mai. Perché sono venuta qui? Perché ho sentito il bisogno di venire qui dove loro due venivano per aprire il quaderno e parlare delle loro paure? Non ci ho pensato in realtà, le mie gambe mi hanno guidata qui. Devo farlo. Devo farlo perché non riesco più ad andare avanti in questo modo. Devo farlo perché sono innamorata di lui, devo farlo perché ho paura di perderlo, devo farlo per capire di cosa si tratta. Apro il quaderno a partire dall'ultima pagina e noto che al centro c'è scritto 'Linda'. Quindi una parte è di Gabriel e una di Linda. Ritorno sulla parte di Gabriel. Guardo il suo nome, scritto con una calligrafia da bambino. Perdonami Gabriel..
Giro pagina e quello che vedo mi fa tremare tutta.
Una pagina bianca, la prima pagina bianca con la parola 'Buio' in alto e un po' sotto 'ho paura, paura di restare da solo nel buio'. Sento mancarmi il fiato. Non c'è scritto nient'altro, solo questo. Ho paura di girare pagina. Buio..'ho paura di restare da solo nel buio'. Accidenti..Prendo coraggio e giro pagina.
'Tempo' in alto e sotto 'ho paura, paura che la sabbia finisca, paura di non averne più'.
Giro pagina.
Ancora 'Tempo' in alto e sotto 'ho paura, paura che la sabbia non finisca, paura di averne ancora molta '. La clessidra! La sabbia della clessidra. Cosa vuol dire? Sento un dolore dentro indescrivibile. Pensare che tutto questo sia stato scritto da un ragazzino, dal mio Gabriel, fa male, dannatamente male.
Giro pagina.
'Incubi' e sotto 'ho paura, paura perché rivedo quello che non voglio rivedere'
'Morte' e sotto 'ho paura, paura che la mamma mi lasci solo'
'Ricordi' e sotto 'ho paura, paura di essere soffocato da loro'
'Cicatrici' e sotto 'ho paura, paura che mi facciano male'
'Urla' e sotto 'ho paura, paura di sentirle ancora'
'Uomo nero' e sotto 'ho paura, paura che mi venga a prendere'.
Una lacrima cade sul foglio e lo bagna. Chiudo il quaderno. Lo rimetto nella borsa. Gli occhi sono pieni di lacrime, il viso bagnato. Ho paura, tremendamente paura. Queste pagine, queste parole, queste frasi, queste paure..le mie paure. 'Uomo nero'..ripenso a tutto. Ripenso alla sua famiglia, alla famiglia che ho conosciuto. Suo padre! Dov'è suo padre? Sento mancarmi il fiato, faccio fatica a respirare. E se? No, non può essere. Non ci voglio nemmeno pensare. Il corpo trema, lo stomaco si contorce, le lacrime scendono. Quelle pagine sono piene, non sono arrivata nemmeno alla metà. Si sente la sofferenza, ogni pagina urla il proprio dolore. Ogni pagina è ansia, terrore, orrore, timore. Sono stata una stupida, una stupida perché mi sono lasciata inghiottire da questa bellissima settimana passata con lui, perché mi sono scollegata da quella che è la realtà. Ho voluto dimenticarmi di come tutto è iniziato, di quel giorno sulla spiaggia, di quello che mi ha detto, della sofferenza nei suoi occhi, della paura di essere debole. Per un attimo ho messo da parte tutto questo e ho deciso di vivere, di vivere lui. Ma come posso, come posso andare avanti così? Dopo aver letto questo, dopo aver capito che c'è un qualcosa di oscuro, come posso andare avanti? E poi, se..se è tutto uguale..se anche lui..No, non può essere questo. Mi rifiuto di crederlo.

In due il buio fa meno pauraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora