Inspiegabile

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A volte la mia mente non regge i troppi pensieri e spesso finisce per schiacciarmi. I ricordi a volte fanno mancare l'aria. Ti fanno sentire piccola, un puntino fermo con attorno lo spazio. A volte mi sento così, piccola, inesistente. A volte soffocano la mia anima e la mia coscienza. Girano e rigirano nella testa e non lasciano il diritto di parola a quello che penso io. Non è sempre stato così. Il pensare, il ripensare, l'autodistruggersi è venuto dopo, dopo un qualcosa che mi ha disarmata, colpita e affondata. La mia infanzia non è mai stata felice. La mia intera esistenza non è mai stata felice. Però anche durante la mia infelice infanzia mantenevo la mia positività. Ancora non era successo l'irreparabile. C'erano stati molti episodi brutti però anche molti periodi di 'riposo' mentale e poi c'era Bianca, lei rendeva tutto più sopportabile. In prima superiore le cose avevano presa una piega diversa. Una piega più pronunciata, più pesante, meno sopportabile. C'era ancora Bianca però quello era il periodo in cui gli adolescenti si creano la propria personalità, le basi del modo di pensare e del modo di vedere le cose. Ero cresciuta, vedevo le cose con più chiarezza e consapevolezza. Lì sono cominciati i pensieri, i ragionamenti. Dopo l'episodio più brutto della mia vita, quello che mi ha portato ad allontanare Bianca, le cose sono peggiorate. La mia giornata era un pensare continuo, un autodistruggersi continuo.
Non sono depressa, non è vero che non apprezzo la vita. Anzi, io amo la vita. Non ho mai pensato al suicidio nemmeno quando per chiunque sarebbe sembrata la cosa più giusta da fare. No. Io amo la vita, veramente. Amo il mare e la sensazione di libertà che mi dà; amo sentire il sole sulla pelle; amo l'odore della pioggia; amo i fiori e il loro meccanismo di crescita; amo gli animali, il loro modo di dimostrare l'amore; amo i rapporti che si possono creare con le persone, come con Bianca. Non ho mai disprezzato la vita. Da quando Bianca è ritornata nella mia vita ho capito ancora di più che non ho mai odiato la vita o l'uomo. Se un individuo commette delle atrocità, non può essere incolpata l'umanità intera. Bianca mi ha aiutato a fare chiarezza su questo. Dall'altra parte sono anche convinta che purtroppo nulla si dimentica. Se qualcuno ha sofferto nella vita come fa a dimenticarlo, a non pensarci? E' possibile? Io non credo. ''Tutto passa'' dicono. Forse non è sempre così. Credo che tutto si alleggerisca, si faccia meno pesante, forse. Il tempo ti insegna a sopportare certi dolori, certi macigni che ti porti dentro. Niente passa del tutto specialmente se parliamo di un qualcosa che ti ha segnato dentro in maniera netta. Lo ricorderò sempre, ci penserò sempre. Non passa niente, si supera, si impara a superare per stare meglio, per andare avanti. Questo mi sono prefissata di fare. Questo è il mio obiettivo. Quello che ho passato, d'altronde, mi ha reso la persona che sono oggi. Mi piace pensarla così.
Fisso il soffitto della mia nuova stanza. Beh, non è il soffitto di casa mia, ma mi fa fare gli stessi ragionamenti. Sono sempre la solita. E' da un paio di ore che sono qui, stesa sul letto. Dopo aver assistito a quella scena a dir poco sconcertante, ho deciso di andare in camera. Yuri, in realtà, mi ha accompagnata. E' stato molto carino. Bianca mi ha detto che avrebbe avuto una lezione all'ora di pranzo e che poi sarebbe venuta da me con un panino. Le ho detto che mi avrebbe trovato in stanza. Quindi eccomi qui, sul letto, ad aspettarla. Quale miglior modo di passare il tempo se non lasciar campo libero alla mia mente tra i suoi pensieri? Linda non c'è. Dopo quella scena non l'ho più vista. E' meglio così perché non so come comportarmi con lei.
<<Ehi Sole, sono io>> Bianca spalanca la porta, mi guarda e fa cadere il sacchetto che ha in mano e corre verso il mio letto.
<<Stai bene? Cosa è successo Sole?>> chiede con voce preoccupata e ansiosa. Mi ha visto a letto nella posizione preferita dei miei pensieri. Mi ha visto tante volte così. Quando penso troppo, ho bisogno di distendermi e guardare il soffitto. Penso che altrimenti stramazzerei a terra. Quando l'ho allontanata da me, era venuta a casa mia per capire, mi ha visto nella stessa posizione. Dio solo sa a quali brutte cose stavo pensando. Aveva cercato di farmi reagire, ma io le ho detto di andare via. Questa volta non è come le altre, non è come l'altra volta. Ho fatto dei pensieri più positivi, non sono più quella di una volta, anzi non voglio più essere quella di una volta. Però capisco perché Bianca ha reagito così, immagino che creda che sia in un momento di crisi.
<<Niente Bianca, stai tranquilla. Pensavo si, ma non a quello che pensi te>> la rassicuro.
<<Lo sai che, in qualsiasi momento, puoi condividere i tuoi pensieri con me. In due sarà meno pesante. Voglio che tu lo faccia Sole. Per favore>> mi dice quasi implorandomi. Ha ragione. So che lei mi può capire, so che, anche se a volte quello che penso è contraddittorio, lei mi capisce sempre.
<<Sai? Non abbiamo mai riparlato del passato da quando ci siamo riavvicinate. Non voglio farlo. Non perché lo rinnego o perché ho paura di parlarne. Credo solo che non ci sia niente da dire, che sarebbe solo un riaprire una ferita, mi fa troppo male>> le dico e Bianca prende le mie mani nelle sue. Non le avevo ancora detto queste cose e ora voglio farlo.
<<Le cose successe rimarranno sempre nella mia mente, ci penserò sempre. E' impossibile per me non farlo. La mia mente fa tutto da sola. Non ho potere su questo. Ho pensato che l'unica cosa che posso fare è smettere di combattere contro un qualcosa che ormai è passato. Mi sono detta che non devo cercare di dimenticare, è impossibile, devo cercare di conviverci. Devo capire che quella cosa non andrà mai via, che probabilmente gli incubi ci saranno ancora, che i brutti pensieri ci saranno ancora perché questa è la vita. Mi stai capendo?>> le chiedo.
<<Si Sole. Non devi cancellare il tuo passato, quello sarà sempre lì, ma non rovinare il presente per un passato che non ha futuro. Sei una bella persona Sole. Sei difficile perché hai costruito tante barriere per proteggerti. Ma tu fai stare bene le persone, le ami con tutta l'anima. Sai dare tanto amore. Sei una bella persona anche con i mille conflitti che hai dentro di te. Hai gli occhi loquaci e profondi che dicono tanto a chi sa ascoltarli. Hai un anima dolce e sensibile anche se lo nascondi. Hai un cuore puro anche se un po' malinconico. Sei una romantica e una sognatrice. Sei sensibile. Ascolti il rumore del mare e ti emozioni, ti emozioni per le piccole cose. Non voglio convincerti che sei una bella persona, ascolta quello che dico e basta. Ti conosco, so come sei. Meriti la felicità, meriti di stare bene. Datti la possibilità di essere felice Sole, ti prego>> mi dice tutto questo con le lacrime agli occhi, tutto di un fiato come se me lo volesse dire da tanto tempo. Sento una lacrima rigarmi il viso. E' stata così dannatamente sincera ed incisiva. La abbraccio perché è l'unica cosa che mi sento di fare in questo momento.
<<Ti voglio bene Bianca, tanto>> le dico e scoppiamo in lacrime.
Ad un certo punto la porta si spalanca. Entra Linda. Ma il mio cuore batte più forte quando vedo entrare Gabriel con lei. Cerco subito di sistemarmi e di asciugarmi le lacrime, sperando che non abbiano visto niente. Linda ha un'espressione preoccupata in volto mentre Gabriel...beh lui non lo capisco mai, quindi inutile indovinare. Lui per me è inspiegabile.
<<Gabriel è venuto per Sole. Deve farle da tutor>> dice Linda improvvisamente a disagio.
Lo guardo. Lui mi guarda. Qualcuno mi salvi. Perché sento il suo sguardo così pesante su di me? Bianca si gira verso di me e mi sussurra per non farsi sentire <<E' lui vero?>> ha già capito tutto. Mi legge come un libro, non c'è bisogno di nascondermi. I miei occhi non sono un mistero per lei. Forse non sono brava a nascondere i miei sentimenti, di qualsiasi genere essi siano. Annuisco.
<<Ora devo andare, mangia il panino. Dopo mi racconti tutto>> mi dice e mi da un bacio sulla guancia e se ne va salutando educatamente.
Gabriel non ha smesso di guardarmi. Beh che dire, prima prova disgusto e ora non la smette di fissarmi. Ha dei problemi. Linda si avvicina a me con sguardo preoccupato.
<<Stai bene Sole?>> chiede. Io non la capisco, sembra sinceramente preoccupata per me.
<<Sto bene, vado a mangiare un panino fuori>> le dico a bassa voce alzandomi dal letto.          <<Mi trovi fuori>> mi rivolgo a Gabriel senza guardarlo negli occhi e passandoli accanto. Ha un buon profumo. Sbatto la porta e per un attimo resto lì per fare il punto della situazione. All'improvviso sento la voce di Gabriel, parla con Linda.                                                                          <<Accidenti Linda, come faccio ora?>> chiede Gabriel.                                                                                      <<Ne abbiamo parlato fino allo sfinimento. Smettila di opporti>> dice Linda con voce di rimprovero.                                                                                                                                                                              <<Non posso farlo e lo sai>> risponde lui.                                                                                                                    <<Si che puoi farlo>> puntualizza lei.

Si sono allontanati dalla porta e non riesco più a sentire nulla. Di cosa parlavano? Non capisco. Mi incammino verso il giardino per non essere beccata lì fuori ad origliare. Finisco il panino e mi siedo sulla panchina ad aspettare il maleducato. Non so come andrà questa cosa. Come mi devo comportare? Ci risiamo. Da quando mi importa di queste cose?
<<Sono qui>> mi dice lui dirigendosi verso di me.
<<Hai un po' la testa tra le nuvole tu vero?>> mi chiede con voce arrogante. Decido di trattarlo come lui tratta me.
<<Non sono affari tuoi>> ribatto decisa. Non ci scommetterei ma sono certa di aver visto un cambio di espressione nel suo bellissimo viso, impercettibile ma c'è stato.
<<Beh muoviamoci a fare questa cosa che mi stai già annoiando>> mi risponde in maniera sgarbata come al suo solito. Che maleducato, presuntuoso e scorbutico. 

Mi porta in giro per il campus, spiaccica tre parole in croce con nessun sentimento. Per fortuna quando ero a casa ho studiato a memoria questa Università. Non capisco perché mi tratta male. Sono talmente concentrata a pensarci che non mi accorgo di uno scalino. Lo prendo in pieno e inciampo. Sento delle braccia stringermi la vita. Sono le braccia di Gabriel. Mi stringe a sé e mi ritrovo con la schiena schiacciata al suo corpo. Sento il suo fiato sul collo. Le sue mani mi stringono forte. Lo sento appoggiare la fronte sulla mia testa e un secondo dopo sospirare. Dovrei staccarmi alla velocità della luce ma non riesco. Sentire le sue mani intorno a me mi dà una certa sensazione che non ho mai provato. Non so che cosa sia. É inspiegabile. Ma è bello. E' terribilmente rassicurante. Poggio la mia mano sulla sua senza nemmeno pensarci. Lui indietreggia immediatamente. Mi volto e lo guardo. Cambia espressione sul viso alla velocità della luce.
<<Riesci a stare attenta mentre cammini o ci vuole una laurea?>> mi dice e, senza lasciarmi nemmeno il tempo di rispondere, si gira e se ne va.
Resto lì, fissa a guardarlo allontanarsi. Passo la mano sui miei fianchi, lì dove un secondo prima c'erano quelle di Gabriel. Chiudo gli occhi e rivivo quella sensazione. Poi mi risveglio all'improvviso da questi pensieri. Ma cosa diamine sto facendo? A cosa cavolo vado a pensare. Quello è un maleducato di prima categoria. Un troglodita. Decido di ritornare in camera, apro la porta e la sbatto dietro di me con più forza di quella che intendevo usare. Non mi ero nemmeno accorta che in stanza c'era Linda. Mi guarda sconvolta ma cambia subito espressione e ne assume una di rimprovero.
<<Che ha fatto?>> mi chiede riferendosi a Gabriel. Ah bene, ora mi tocca pure parlare con la sua fidanzata. Per un attimo mi sento in colpa, ma scaccio subito questa idea perché non c'è nessun motivo per sentirsi in colpa.
<<Se ti riferisci al tuo ragazzo, ha fatto quello che fa sempre. Il maleducato>> le rispondo in modo secco e con troppa foga per i miei gusti. Lei sta quasi per strozzarsi con l'acqua che stava bevendo. Ma cosa?
<<Il mio ragazzo? Gabriel? Ma sei matta? E' come un fratello per me>> mi dice asciugandosi il mento. Fratello? Questa si che mi ha sorpresa. Sono curiosa. Decido di indagare un po', non perché me ne importi più di tanto, sia chiaro. Per informazione.
<<In che senso è come un fratello per te?>> le chiedo cercando di apparire il meno interessata possibile.
<<Beh lui, suo fratello e sua madre vivono con mio padre da tanti anni ormai>> mi spiega lei e percepisco un po' di tristezza nel suo tono di voce. Ha un fratello? Vive con suo padre?
<<Sole, Gabriel è un bravo ragazzo, fidati di me>> mi dice avvicinandosi a me e guardandomi negli occhi. Perché me lo sta dicendo? Perché ho di nuovo la sensazione che ci sia altro? Cosa nasconde?
<<Perché me lo stai dicendo Linda?>> le chiedo. Voglio delle dannate risposte.
Lei apre bocca per dirmi qualcosa, poi si ferma. Poi si decide a dire qualcosa.
<<Voglio solo che tu sappia che è un bravo ragazzo>> mi dice ed esce dalla stanza. Ma perché ogni volta non mi dice come stanno realmente le cose? Perché mi vuole dire qualcosa ma poi decide di non farlo? Decido di scrivere a Bianca perché ho bisogno di raccontarle tutto. Lei mi risponde che purtroppo sta sera non riuscirà in quanto quelli di Giurisprudenza faranno una riunione e lei ci deve essere. Non importa, ne parleremo domani. 

Mi metto sul letto e leggo un po'. Per non pensare più a questo. Le ore passano veloce. I libri sono sempre un buon metodo per staccare la spina dalla realtà. Almeno per un po'. Mi faccio la doccia, mi metto il pigiama e poi parlo con la mamma, dicendole che va tutto bene e che mi manca molto. Poi decido di andare a letto senza nemmeno andare a mangiare. Non ho fame e poi non voglio vedere Gabriel o Linda o chiunque altro. Mi metto a letto e mi giro dall'altra parte. Se Linda entra, non voglio che mi veda sveglia. Anche se avrei tante domande, non voglio non ricevere alcuna risposta. Non voglio elemosinare risposte. D'altronde a me cosa me ne importa di Gabriel? Non sono sua amica, non è amico di Bianca. Non è niente per me. Chiudo gli occhi, sento le sue mani stringermi il corpo, sento il suo fiato sul collo. Mi addormento così. Incapace di togliermi questo ricordo dalla testa, incapace di spiegarmelo, incapace di farlo tacere. Succede e basta, succede inspiegabilmente.

In due il buio fa meno pauraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora