Irraggiungibile

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La lezione finisce e tutti si alzano e fanno per andare.
<<Aspettate un momento!>> dice il professore.
<<I voti per i vostri progetti sono sul sito, ma volevo fare i miei complimenti a Sole e Yuri. Siete stati molto bravi e si vede che siete stati molto in sintonia. Complimenti>> dice per poi andare via. Wow..in sintonia..ho sentito una certa pace tra noi due, ci fidavamo l'uno dell'altro. Guardo Yuri di fronte a me e d'istinto lo abbraccio. Lui rimane rigido. Mi stacco immediatamente.
<<Scusami>> dico in imbarazzo. Che mi ha preso? Lui mi guarda per un istante poi mi abbraccia. Oh..un abbraccio gentile e caloroso. Un abbraccio vero e sentito. Un abbraccio dopo tanto tempo.
<<Ho solo bisogno di un po' di tempo Sole..ci tengo a te, ma ho solo bisogno di pensare un po'>> dice e io sento il cuore in gola. E' positivo no? E' un passo verso di me..Yuri si stacca.
<<Aspetterò Yuri, tutto il tempo che vuoi>> dico e lui mi sorride dolcemente. Quanto mi era mancato il suo sorriso.
<<Ciao ragazzi!>> la voce di Linda ci interrompe.
<<Ciao>> la saluta Yuri, lei sorride. Mi viene incontro e mi abbraccia. Oggi è particolarmente felice.
<<Andiamo a pranzo?>> chiede.
<<Io devo andare in biblioteca prima, caso mai vi raggiungo se volete andare comunque insieme>> dico, mi piace che Linda e Yuri si conoscano. Sono i miei due nuovi amici. I miei unici amici. Si guardano un po' imbarazzati, poi Linda lo prende per un braccio e lo trascina con lei. Lui mi guarda preoccupato e io rido. Povero Yuri..
<<Ah Sole, domani sera c'è una festa>> dice in lontananza. Quelle feste portano solo guai.

Vado in biblioteca. Scorro tra la fila di libri e trovo quello che mi serve. Ad un certo punto sento il fiato di qualcuno sulle spalle. Una mano mi tocca i fianchi e io capisco subito che quella mano non può essere di nessuno se non di Gabriel. Rabbrividisco all'istante. Mi sposta i capelli e mi dà un bacio sul collo. Accidenti, mi sento svenire.
<<Andiamo a casa mia?>> chiede. Mi giro e annuisco. Lui mi dà un bacio in fronte, mi prende per mano e mi porta fuori.

Mentre venivamo qua Gabriel non mi ha mai lasciato la mano. Anzi, me la stringeva forte e in modo saldo quasi avesse paura di perderla. E' la prima volta che fa così. E' stato bello.  Ho capito che se ci fossero un milione di mani la mia cercherebbe sempre e solo la sua.
<<Sole!>> grida Giordano avvicinandosi in bici alla casa. Vicino a lui vedo una donna che lo segue. Chi è? Giordano scende dalla bici e mi corre incontro. Ci abbracciamo. La signora si avvicina a noi e poi mi porge la mano.
<<Piacere Jenny>> dice sorridendo poi.
<<Sole>> dico.
<<Oh so bene chi sei, questo monello non la smette di parlare di te>> dice indicando Giordano. La guardo confusa.
<<Jenny lavora qui, fa un po' di tutto>> spiega Gabriel. Lei mi sorride, fa un occhialino a lui e poi entra in casa. Ora tutto è chiaro.
Entriamo in casa. Jenny ha detto che ci preparava qualcosa da mangiare. Andiamo in giardino.
<<La mamma sarà nella serra>> dice Giordano. Guardo e la vedo lì. Deve essere meraviglioso quel posto.
<<Vuoi andare a vedere?>> chiede Gabriel. Annuisco. Mi piacerebbe molto. Gabriel mi prende per mano e mi porta nella serra. Entriamo e resto a bocca aperta. Un arcobaleno di colori ovunque, un odore inebriante. Sembra di stare in paradiso. Bellissimo, mozzafiato.
<<Ciao Sole!>> dice Leila soffermandosi sulla mia mano in quella di Gabriel. Cerco di svincolarmi, ma Gabriel mi tiene stretta. Leila sorride.
<<Ti piace qui?>> chiede tenendo in mano un mazzo di fiori.
<<Moltissimo, adoro i fiori>> dico e lei allarga un sorriso.
<<Vuoi vedere un po'?>> chiede e io annuisco.

Gabriel mi lascia la mano e io seguo Leila. Lui fa lo stesso. All'improvviso, in lontananza, vedo un colore famigliare e ci metto un attimo per capire che si tratta del non ti scordar di me, il mio fiore preferito. Mi avvicino e lo guardo da vicino. Un vaso pieno di questi piccoli e delicati fiori dai petali blu. Straordinario..
<<Ti piace il non ti scordar di me?>> chiede Leila dietro di me.
<<E' il mio preferito>> dico. Ricordo che da piccola gli raccoglievo sempre e che una volta avevo anche cercato di coltivarli in un vaso. Ricordo anche quando era spuntato un piccolo fiorellino, quando estasiata mi sono messa a guardarlo per ore. Ero fiera di me, ero riuscita a far fiorire un piccolo fiorellino. Ma poi ricordo anche quel vaso per terra, la terra ovunque, il fiore sotto la suola di una scarpa. Speranze e sogni infranti. Lacrime su un piccolo viso.
<<Sole?>> mi richiama Gabriel. Mi rendo conto di non aver sentito nulla.
<<Ti chiedevo se conosci la leggenda..>> chiede Leila.
<<Si>> dico cercando di sorridere. È la prima cosa che mi ha fatto innamorare di questo fiore.

Dopo pranzo io e Giordano abbiamo passato il pomeriggio in giardino. Gabriel ha studiato un po', mentre io e Giordano abbiamo giocato. Mi ha detto che ha iniziato Hunger Games e l'ho visto entusiasta, ma ha detto che prima voleva finirlo e poi gli sarebbe piaciuto parlarne. Ho aiutata Leila nella serra e mi ha detto di venire quando volevo per aiutarla. Mentre stiamo per uscire Leila si avvicina a me, mi abbraccia.
<<Sono contenta che le cose si siano sistemate>> dice e io capisco che si riferisce a me e a Gabriel. Sorrido. Giordano abbraccia me e Gabriel e poi noi usciamo.
Gabriel mi prende per mano.
<<Ti voglio portare in un posto>> dice. Io annuisco. Arriviamo ai piedi della montagna, nel boschetto dal quale si vede casa sua. Che posto è? Lui si siede su un grande masso, allarga le gambe e mi fa segno di sedermi in mezzo. Questo posto è bellissimo. Un grande sasso in mezzo al verde. C'è pace qui. Perché ci siamo venuti?
<<Domani ci sarà la festa da me>> dice pensieroso.
<<Si. Mi ha detto Linda>> rispondo stringendo le  sue mani nelle mie.
<<Promettimi che non ti farai toccare da nessuno>> mi sussurra nell'orecchio.
<<Solo se mi prometti che non ti farai toccare da Jessica>> ribatto. Lui mi porge il mignolo e io lo intreccio con il mio. Gabriel mi sposta i capelli e mi dà dei piccoli baci sul collo e io sento tremarmi le gambe. Per fortuna sono seduta.
<<Raccontami la storia di quel fiore>> dice.
<<Perché?>> domando sorpresa.
<<Perché quando ti piace tanto una cosa e la guardi i tuoi occhi si illuminano. Ed è bellissimo>> dice appoggiando il mento sulla mia spalla. La mia schiena sfiora il suo petto ed è una sensazione bellissima. Mi abbraccia da dietro e io mi sento al sicuro.
<<Si racconta che un giorno due innamorati camminando lungo un fiume e scambiandosi carezze, rimasero affascinati dai fiori blu che la corrente del fiume trasportava. Il giovane decise di prenderne uno per la sua amata, ma nel tentativo di farlo fu inghiottito dalle acque. Prima di sparire urlò al suo amore di non scordarsi mai di lui. Da qui il non ti scordar di me>> racconto. Ricordo la prima volta che ho letto questa storia, comprando il libro su questo fiore. Ne ero rimasta affascinata.
<<Da piccolo venivo sempre qui con Linda>> dice all'improvviso.
<<Ci mettevamo qui, su questo sasso, e parlavamo per ore. Avevamo questo piccolo quaderno nero, grande come una mano, nel quale scrivevamo le nostre paure, quello che ci spaventava. Ci mettevamo qui, aprivamo il quaderno e ne parlavamo. Era il nostro modo per affrontare l'oscurità>> dice con voce triste.

Accidenti..all'improvviso mi rendo conto che in questi giorni mi sono come dimenticata del motivo per il quale ora ci troviamo in questa situazione. Stare con lui ogni giorno, dormire con lui mi ha fatto scordare per un attimo che Gabriel mi ha detto che non vuole stare con me perché io lo rendo debole. Eppure ora sta con me, sta sempre con me. Forse le cose sono cambiate?
<<Quali paure Gabriel?>> azzardo.
<<Non importa Sole, non ne parliamo, per favore>> dice e io sento un tonfo al cuore. 'Non ne parliamo'. Quando sarà il momento di parlarne?

Gabriel si è addormentato. Abbiamo cenato in mensa con le altre, poi siamo venuti in camera e poco dopo lui si è addormentato. Mi ha baciata, un piccolo, dolce e delicato bacio. Mi tiene stretta a lui. Sto bene, sto sempre bene qui con lui. Eppure sento come un peso sul petto. Mi sembra di trovarmi in una grande stanza buia. Sto in piedi in mezzo ad una stanza buia e vedo davanti a me una porta socchiusa. Mi avvicino perché so che lì c'è la verità, ma mentre mi avvicino la porta si allontana e io mi ritrovo sempre alla stessa distanza come se non avessi mai mosso un passo. Così mi sento. Dietro quella stanza c'è la verità di Gabriel, le sue paure, ciò che lo tormenta e in mezzo alla stanza ci sono io che cerco di avvicinarmi alla verità, alla sua anima. Vicina, ma lontana. Non un muro tra me e lui, ma una grande porta socchiusa. Me la fa vedere, me la fa scrutare da lontano, ma poi non mi fa avvicinare. Mi tiene lontana da quel uscio, dalle sue paure, dai suoi tormenti. Lo sento come irraggiungibile, distante. Ripenso ai racconti riguardo ai suoi tatuaggi, ha sempre detto qualcosa, ma mai quello che veramente conta, mai il senso vero che si nasconde dietro tutto quel inchiostro. Ripenso a tutte le volte che lo abbraccio e lo sento irrigidirsi. Ripenso a tutte le volte che ho cercato di chiedere, di sapere e a tutte le volte che lui mi ha respinto, delicatamente, ma comunque respinto. Cado in questa tristezza che mi aggroviglia l'anima. Questi pensieri diventano macigni pesanti. Vorrei che si affacciasse da quella porta, fuori dalle sue paure, che mi porgesse la mano, che mi facesse entrare, che mi facesse sedere e che mi raccontasse tutto. Vorrei conoscerlo, vorrei capirlo, vorrei sapere tutto anche con il grande rischio di sprofondare. Vorrei solo che mi dimostrasse di fidarsi di me. E' che un posto lontano lo raggiungi sempre, ma un cuore, un'anima lontana mai. Lo guardo ed è come guardare le stelle, vicine, ma lontane, in silenzio. Un qualcosa di irraggiungibile, ma un qualcosa di tremendamente bello.

In due il buio fa meno pauraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora