Mancanza

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Freddo..tutto è diventato freddo come se la felicità fosse scomparsa dalla terra. Così è da quando lei non c'è. Appassito..come un fiore appassito che ha perso colore e vigore..come queste rose sul tavolo. Così mi sento ormai da due settimane, da quando lei è andata via. Due settimana che non la vedo, due settimane che non so dove sia, due settimane che non so perché è andata via. Due settimane di perché, di inferno. Queste foto e la molletta sono le uniche cose che ancora me la fanno sentire vicina. Mi manca da impazzire. Farei qualsiasi cosa per vederla in questo momento. Ho capito che ci sono assenze a cui non riuscirò ad abituarmi mai e la sua è una di quelle, anzi, la sua è l'unica. Il tempo..lo odio. Rende le ore infinite quando lei non c'è. Sento che impazzirò da un momento all'altro.
Rimetto le foto e la molletta al loro posto. Mi avvicino al cassetto dei vestiti e apro il primo. Tutto ancora qui..alcuni suoi vestiti e poi la maglietta bianca. La prendo e la annuso. Sa di lei. Sa terribilmente di lei. E' come averla qui con me, ma allo stesso tempo mi fa rendere conto che non c'è. Vorrei che fosse qui, vorrei svegliarmi come sempre prima di lei e guardarla per poi vederla aprire i suoi bellissimi occhi e vedere le sue guance diventare rosse per l'imbarazzo.
Perché è andata via? Le ho raccontato tutto in quella lettera e lei semplicemente è andata via..perché? Dove? A volte mi manca il respiro perché lei non c'è e io vorrei solo averla accanto per avere un attimo di pace.
Mi fermo davanti alla porta della camera di Linda. Vengo qui ogni giorno sperando che Sole sia tornata. Ma ogni giorno non è così e ogni giorno è un colpo al cuore sempre più forte, sempre più doloroso. Sto per aprire la porta quando sento Linda parlare con qualcuno. E' Yuri! Avvicino l'orecchio e cerco di ascoltare.
<<Ha detto che tornerà presto quando l'ho vista>> dice in lontananza. COSA?
Spalanco la porta e Linda trasale. Guardo Yuri e sento la rabbia ribollire dentro. Lui non sbatte ciglio. Chi si crede di essere questo bastardo? Sbatto la porta.
<<L'hai vista? Dove si trova?>> urlo tenendomi a debita distanza perché non so cosa gli potrei fare. Lui non mostra un minimo di paura. Sbaglia di grosso. Mi avvicino e Linda si mette tra noi due. Sento il suo sguardo su di me, ma in questo momento vedo solo la faccia di questo stronzo davanti a me.
<<Forza parla!>> lo incalzo. Lui prende Linda per le spalle e la sposta da davanti.
<<Smettila di urlare come prima cosa>> dice pacato.
<<Non dirmi quello che devo fare>> urlo.
<<Non andrai da nessuna parte così>> dice e io mi avvicino di scatto e lo prendo per il colletto della maglia per poi portarlo alla porta.
<<GABRIEL!>> urla Linda. Yuri non mostra nessun segno di cedimento. Anzi, mi sta sfidando.
<<Dove si trova?>> gli urlo in faccia.
<<Non te lo dirò mai>> dice con tutta la tranquillità di questo mondo. Sto per tiragli un pugno, ma mi fermo all'istante perché so che lei non mi perdonerebbe mai. Sento la sua voce nella testa che mi dice di fermarmi. Lo lascio andare e mi siedo sul letto di Sole.
<<Vattene ora>> dico. Prima che cambi idea. Lui guarda Linda e lei fa segno di andare. Ma da quando questi due sono amici? Accidenti. Se ne deve andare perché non rispondo di me. Sento che da un momento all'altro gli salterò addosso e non ci sarà nessuna voce a dirmi di non farlo.
<<Cosa ti ha detto Linda?>> chiedo, non appena il bastardo esce dalla stanza. Lei mi guarda arrabbiata. Che le prende ora?
<<Solo che l'ha vista la settimana scorsa, niente di più>> dice arrabbiata.
<<Niente di più? Cosa ci faceva qui? Da quando siete amici voi due? Parlate di Sole in mia assenza?>> urlo.
<<Smettila>> dice lei.
<<Non la smetto Linda, lo sai..lo sai che mi manca>> dico. Accidenti, lei lo sa più di tutti e non perde tempo a parlare con il ragazzo innamorato della ragazza che amo.
<<E' il suo migliore amico Gabriel>> dice sedendosi davanti a me.
<<Migliore amico? Ma se le sbava dietro da quando l'ha vista>> dico schifato.
<<Non è così, non più almeno..>> dice sicura.
<<Adesso stai anche dalla sua parte?>> ribatto scioccato.
<<Non sto dalla sua parte Gabriel, sto sempre dalla tua parte e lo sono sempre stata. Voglio solo farti capire che lui è fedele a lei..come...come Bianca. Non diranno niente>> dice. Bianca. Quella stronza. Sono giorni che cerco di farla parlare. Nessuno mi vuole aiutare. Nessuno.
<<So che ti manca, manca anche a me>> dice.
<<Non è la stessa cosa Linda>> dico. Io la amo. Ho un maledetto bisogno di stringerla tra le braccia, di fondermi con lei e di risentire la sensazione di trovarmi nel posto giusto dove tutto il resto non conta niente.
<<Lo so, ma magari ha solo bisogno di un po' di tempo, di metabolizzare>> azzarda non troppo sicura.
<<E' scappata via Linda, senza dire una parola..le ho raccontato tutto, tutto quanto e lei non è nemmeno venuta da me dopo aver letto quella lettera>> dico cercando di trattenere la rabbia.
<<Sapevamo che non sarebbe stato facile raccontarle tutto. Forse..forse si è spaventata, forse non pensava che ci fosse così tanto dietro quelle parole, forse aveva bisogno di cambiare aria per un po'>> continua lei.
<<Neanche una parola Linda, nulla>> dico. Come ha potuto farlo?
<<Dobbiamo aspettare che torni Gabriel, non possiamo fare niente, né io, né te e né Yuri, né Bianca ci diranno qualcosa>> dice convinta.
<<Vado da lei, devo provarci, solo un'altra volta>> dico alzandomi di scatto.
<<Non ti dirà niente>> dice Linda, ma io ci devo provare comunque.
Busso alla porta perché se entro senza bussare lei si arrabbierà ancora prima che io apra bocca. La porta si apre e Bianca mi guarda. Prende un profondo respiro e poi mi fa entrare.
<<Gabriel..>> dice sfinita.
<<Per favore dimmi qualcosa>> la supplico senza preoccuparmi di apparire patetico. Lei si addolcisce. Guardo la sua scrivania e vedo che manca il vaso che l'altro giorno le ho spaccato. Ero venuto qui, arrabbiato perché mi mancava e perché non riuscivo a darmi pace. Lei non mi ha detto nulla, nemmeno quando ho preso il vaso e l'ho scaraventato a terra. Devo dire che non si è mai arrabbiata eccessivamente con me, strano. Mi guarda e io non riesco a decifrarla. A volte mi sembra che mi stia per dire qualcosa, ma un secondo dopo non dice niente.
<<Non posso Gabriel, lei è la mia migliore amica e non vuole che io dica niente>> dice. Si diverte a vedermi soffrire? Deve essere per forza così. Mi lascio cadere sulla sedia. Lei si siede sul suo letto.
<<Voglio sapere se sta bene, solo questo>> dico e la guardo e giurerei di vedere tristezza nei suoi occhi.
<<Ha solo bisogno di un po' di tempo>> confessa.
<<Tempo per cosa? Perché è andata via?>> chiedo disperato.
<<Ha bisogno di stare un po' da sola Gabriel, tornerà>> dice. Guardo la foto di lei e di Sole sulla sua scrivania. Un'altra polaroid. Sole che ride. Il suo bellissimo sorriso mi manca molto. I suoi capelli color cioccolato anche. Mi piaceva toccarli e arrotolare le mie dita su di essi. Mi manca terribilmente, questa è la verità. Forse venire qui, dalla sua migliore amica, è un modo per sentirla più vicina. Eppure ogni volta è peggio perché vado dove ho il ricordo di lei, ma non faccio altro che farmi ancora più male. Mi alzo e faccio per andare via.
<<Gabriel!>> grida Bianca e mi fermo in mezzo alla stanza dandole le spalle.
<<Per lei sei molto importante>> dice e io sento una fitta al cuore. Apro la porta e me ne vado.

Arrivo a casa. Salgo in camera di Giordano non trovandolo di sotto. Trovo mio fratello sul letto a leggere Hunger Games, il libro che gli ha regalato Sole. Mi avvicino al letto e mi siedo vicino a lui. Lui chiude il libro e poi mi guarda.
<<E' tornata?>> chiede speranzoso. Faccio no con la testa e lui si rattrista. Prendo il libro tra le mani e lo apro.
<<Perché lo stai rileggendo?>> chiedo.
<<Così sarò pronto quando lei tornerà>> dice e io non riesco a far a meno di sorridere. L'affetto di Giordano per Sole mi fa sempre una grande tenerezza. Lui non sa della lettera. Non sa che ho raccontato tutto a Sole. Solo la mamma lo sa perché ne ho parlato con lei prima di raccontare tutto a lei. Giordano pensa che Sole sia tornata a casa dai genitori e che tra poco tornerà anche se penso che si sia accorto che qualcosa non va perché manca da tanto tempo.
Scendo giù e mi dirigo verso la serra. Voglio vederla lì, in piedi vicino a me, mano nella mano, a guardare i suoi amati fiori.
<<Gabriel..>> la mamma interrompe i miei pensieri. Non appena vede la mia faccia si rabbuia all'istante. Accidenti..non mi va di farla stare male. Vado avanti.

Arrivo nella serra. Ricordo ancora la luce negli occhi di Sole. Quando le piace qualcosa la guarda e i suoi occhi si perdono in quello che vedono e si illuminano all'istante. E' bellissimo perché noti all'istante il suo amore verso una determinata cosa. Guardo il non ti scordar di me..il suo fiore preferito. Ricordo il suo racconto, l'emozione nella sua voce. Non so cosa farei per risentire la sua voce.

Qui..qui sento lei più che in ogni altro luogo. Sono venuto qui ogni giorno da quando non c'è. E' come se mi aspettassi di vederla qui, seduta sulla sabbia a guardare il suo amato mare. Non è lo stesso che con lei qui..lei rende questo posto ancora più bello. Mi manca da morire, mi sento soffocare, dilaniare dentro. Mi mancano i suoi occhi nei miei. Mi manca tenerla per mano. Mi manca guardarci senza dire niente. Mi manca il suo sguardo, quello di cui mi sono innamorato. Mi manca la delicatezza delle sue mani mentre mi accarezza la pelle. Mi manca parlare con lei, mi manca il non parlare con lei perché a noi bastava il silenzio. Mi sento inutile, vuoto, pieno di tutto e di niente. Nessuno può farci niente, nessuno tranne lei. Ho bisogno di lei, delle sue carezze, di un suo bacio, di un suo abbraccio. Lei è l'unica che è riuscita ad illuminare il buio dentro e fuori di me. La vedo, la sento in ogni posto dove siamo stati insieme, ma non basta più. La cerco negli altri e mi illudo di vederla, ma poco dopo mi accorgo che è solo un'illusione. Il ricordo della sua mano nella mia pian piano scompare e la sensazione di averla vicino muore. La sua assenza mi distrugge. Il mondo è pieno di persone eppure a me sembra così vuoto senza di lei.

Il letto è freddo al solo tocco. E' vuoto. E' scomodo. Qualcuno bussa alla porta. Magari è Sole. Mi alzo di scatto e corro ad aprire. Ma non è Sole..è solo Jessica.
<<Ciao>> dice felice.
<<Ciao>> ciao dico deluso.
<<Che ci fai qui?>> chiedo.
<<Sono venuta a distrarti un po'>> dice avvicinandosi a me. Mi guarda maliziosa, avvicinando la mano ai pantaloni. Forse è quello di cui ho bisogno. Forse così mi toglierò Sole dalla testa. Forse così sparirà. Jessica si avvicina per baciarmi, ma io la scanso all'istante. Non riesco..non riesco da quando è andata via. Non riesco da quando è nella mia vita. Voglio lei e nessun'altro. Jessica incrocia le braccia.
<<Non starai pensando a quella ragazzina vero?>> dice schifata.
<<Stai attenta a come parli>> la avverrò sentendo la rabbia ribollire dentro di me.
<<Sei un debole>> dice per poi andarsene scocciata.

Un debole..purtroppo è come mi sento in questi giorni. E' che altre mani, altre voci, altri occhi non hanno un senso per me. Preferisco comunque la sua assenza che la presenza di chiunque altro. E' che tra tutti preferisco lei. I suoi baci sono rimasti talmente incisi sulle mie labbra che non desidero sfiorarne altre. Chiudo a chiave la porta. Apro il cassetto, prendo la maglietta bianca e la infilo. Mi metto a letto. Voglio dormire. Magari riuscirà a vederla nei miei sogni. Dio solo sa quanto ne ho bisogno.

In due il buio fa meno pauraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora