Salice piangente

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E' stata una bella giornata. Io e Bianca ci siamo svegliate nella sua stanza, siamo andate a fare colazione e poi siamo venute in camera mia. Abbiamo passato tutto il giorno qui, il sabato non ci sono lezioni. Linda non c'era, mi ha chiamata e mi ha detto che sarebbe stata impegnata tutto il giorno a organizzare la festa. Non abbiamo parlato di ieri. Nessuna delle due credo lo volesse. Io e Bianca abbiamo parlato con i suoi genitori, con la mamma, con Daniel che era molto felice di sentirci. Abbiamo guardato qualche film, ascoltato un po' di musica. Non lo facevamo da tanto. Ne avevo bisogno. Non ho pensato a Gabriel fino ad ora che ci stiamo preparando per sta sera. So che lo vedrò. Non so come reagirò. Ho voglia di vederlo ma ho paura alla stesso tempo.
<<Allora Sole, come sto?>> mi chiede Bianca mettendosi davanti a me e facendo un giretto attorno a se stessa. E' bellissima. Ho la migliore amica più bella di tutte.
<<Sei molto bella Bianca>> le dico e lei allarga il sorriso. Sarà meglio che mi muova a vestirmi.
<<Wow Sole, sei bellissima!>> mi dice e io mi sento arrossire. Ho abbinato un cerchietto azzurro al vestitino e mi sono piastrata i capelli. Mi sono messa un filo di mascara e un lucidalabbra. Mi sono impegnata più del solito. E' la prima volta che ci metto più impegno, di solito non me ne frega niente. Bianca sorride perché lo sa.
Io e Bianca ci ritroviamo davanti al dormitorio di Gabriel. Più che un dormitorio sembra una casa. Da fuori si sente la musica e sta arrivando molta gente. Bianca suona e quando la porta si apre vediamo Linda. E' bellissima, si è fatta i boccoli e si è truccata un po' più del solito.
<<Ciao ragazze! Accomodatevi>> dice Linda e ci fa entrare in una grande stanza. E' enorme, le sedie e i divani sono stati spostati per fare spazio. E' pieno di gente, ci sono gruppetti ovunque con i bicchieri in mano. Mi guardo attorno e lo vedo. Mi tremano le gambe, sento il cuore in gola e non ci capisco più niente. Non riesco a crederci all'effetto che mi fa. Non pensavo che avrei mai perso la capacità di parlare o di muovermi in presenza di qualcuno.
<<Lo ha scelto Sole e ci teneva>> dice Bianca e mi rendo conto di aver perso mezzo discorso. Bianca se ne rende conto e mi fa cenno di guardare il polso di Linda. Si è messa il nostro braccialetto addosso. Le sta molto bene.
<<E' bellissimo ragazze, non serviva, vi ringrazio molto>> dice lei e all'improvviso le si riempiono gli occhi di lacrime ma si trattiene e le scaccia via poco dopo. 
<<L'abbiamo visto e abbiamo pensato a te>> le dico perché è vero. Mi colpisce la sua emozione sincera nel vedere questo regalo. Mi colpisce veramente nel profondo.
<<Grazie veramente>> ci dice e ci abbraccia.
<<Bene, ora divertitevi, non pensate a niente e ci vediamo dopo>> dice alludendo a tutti sappiamo cosa e se ne va ad accogliere il resto della gente. So che stiamo facendo finta di nulla e che arriverà il momento di parlarne. Ma ora non è il momento, è il suo giorno questo e non glielo rovinerei mai. Non se lo merita.
<<E' stata molto carina>> dice Bianca. Il mio sguardo torna nella direzione di Gabriel, ma non lo vedo più.
Secondo me Linda ha invitato mezza Università. E' pieno di gente. Il primo piano è molto grande. C'è la stanza centrale, poi una cucina molto grande, una stanza con il biliardo e un giardino enorme con amache, divanetti e sedie. Questo dormitorio è bellissimo. Molto accogliente e somiglia ad una vera casa. Suppongo che le camere siano al piano di sopra. Linda sta ballando da un'ora, non so da dove tiri fuori tutta questa energia. E' venuta a trascinarci a ballare, con me ha mollato subito la presa, ma è riuscita a convincere Bianca. Mi sono seduta su un divanetto con un bicchiere di Cocacola in mano. Guardare Linda che cerca di far ballare Bianca è divertente. Sposto lo sguardo alla porta e vedo Gabriel entrare. Il cuore comincia a tremare. Spero di incrociare il suo sguardo e un secondo dopo il mio desiderio viene esaudito, mi guarda. Il cuore galoppa. Distoglie lo sguardo e va avanti. Ci impiego un secondo a vedere dove si dirige. Raggiunge quella ragazza. Il cuore si ferma. Mi alzo e mi fiondo sulle scale in cerca di un bagno.
Il secondo piano è un lungo corridoio, ho contato 5 camere in tutto. Trovo il bagno e mi ci fiondo dentro chiudendo la porta alle mie spalle. Mi guardo allo specchio e penso a come mi sono ridotta così. C'è un silenzio assordante intorno a me, come se fosse intrappolata in una gabbia. Sento l'angoscia salire su per il mio corpo e quando l'angoscia ritorna, tornano anche i brutti ricordi. Forse alcune persone non sono pronte a ricevere quello che hai da dare. Ma ho veramente da dare qualcosa? Sono piena di problemi, piena di complessi, di paure, di ansie. Troverò mai un senso a questo niente? Sono così confusa, non capisco Gabriel. Sta con quella ragazza? Gli piace? Ha giocato con me? Voleva stuzzicarmi? E adesso? Cosa farò?
Mi sciacquo la faccia ed esco dal bagno. Noto che una porta è socchiusa e c'è una luce all'interno. Mi avvicino, guardo nella fessura e vedo Gabriel. Cosa ci fa qui? Non era con quella ragazza? Maneggia qualcosa in mano, le sue grandi mani mi impediscono di vedere. Decido di entrare, probabilmente non dovrei, ma sono stanca di questi dubbi. Voglio delle risposte, voglio solo delle dannate risposte. Entro, chiudo la porta e mi ci appoggio con la schiena. Gabriel solleva lo sguardo, è scioccato, nasconde subito la cosa con cui stava giocherellando e la mette nel portafoglio. Strano.
<<Cosa ci fai qui?>> mi chiede restando seduto quasi avesse paura di avvicinarsi a me. Mi guardo intorno, ignorando quella domanda alla quale non saprei rispondere. E' una stanza singola, abbastanza grande. C'è un letto matrimoniale sul lato destro, al centro una grande finestra che illumina la stanza, sul lato sinistro una cattedra piena di fogli. Scorgo due foto, in una c'è lui con un ragazzo che non riesco a vedere bene e nell'altra c'è lui con Linda. Vicino alla porta c'è una grande libreria.  Suppongo sia camera sua. E' bella, semplice, pulita. Non avrei detto che fosse la sua stanza. C'è un buon profumo. Il suo. Ritorno sugli occhi di Gabriel, mi guarda in attesa di una risposta. I suoi occhi mi lasciano a corto di fiato. Quando ci guardiamo tutto il resto scompare. Dalla finestra un colpo di vento solleva leggermente il mio vestito. Lui mi guarda. Mi sento bruciare dentro. Non ho mai provato niente del genere. Ci metto un po' per ritornare in me e cerco di ricordarmi il motivo per il quale ho deciso di entrare in questa stanza, in questa trappola.
<<Perché hai reagito in quel modo quando hai saputo che dovevi farmi da tutor?>> gli domando costringendomi a guardarlo negli occhi. Non risponde. Mi guarda ma non risponde.
<<Perché mi hai chiesto di essere amici e poi non hai fatto niente per esserlo veramente?>> continuo sperando che si decida di rispondermi. Ma niente. Silenzio.
<<Perché mi hai raccontato di tua madre e poi te ne sei andato via?>> sono tutte domande che mi faccio da giorni. Vorrei chiedergli perché ha baciato quella ragazza. Ma non ne ho il coraggio. Questo silenzio è assordante.
Mi avvicino alla libreria, mi giro e osservo i libri. C'è un po' di tutto, per lo più libri di medicina, ma c'è anche qualche grande classico. Lo sento alzarsi, non mi giro, si avvicina alla mia schiena. Sento il suo fiato sul collo. Sento il corpo bruciare e i brividi percorrerlo. Se mi chiedessero la mia sensazione preferita direi senza dubbio che è questa.
Appoggia le braccia alla libreria e mi ritrovo in trappola. Una bella trappola. Stringe il legno della libreria sotto alle sue mani. Vedo chiaramente un dei tatuaggi, un nome, 'Gio', scritto in corsivo sul polso. Poi qualche uccellino qua e là, una luna. Stringe più forte la presa.
<<Rendi tutto più complicato Sole>> sussurra a bassa voce. Mi giro di scatto e me lo ritrovo a due centimetri di distanza. Mi guarda negli occhi. Uno sguardo pesante. Vorrei sapere se, quando chiude gli occhi, vede me, come accade a me con lui. Ma credo già di sapere la risposta. Appoggio una mano, d'istinto, sul suo petto. Sento il battito del suo cuore. Accelera.
<<Non ti capisco>> confesso continuando a tenere la mano sul suo petto. Mi guarda, gli occhi pieni di lui. Quanto mi piace guardarlo. Amo questo occhi, sorridono e mi parlano in silenzio. All'improvviso li vedo allontanarsi da me, abbassa lo sguardo, toglie le mani dalla libreria, sospira, apre la bocca e dice
<<Non posso>> la sua voce è quasi impercettibile, si gira e mi da le spalle. Lo afferro per la maglietta, non deve scappare, non questa volta. Si ferma. Si gira di scatto e si fionda sulle mie labbra facendomi colpire con le spalle la libreria. Mi bacia e tutto intorno si spegne. Le nostre labbra si sfiorano per la prima volta in modo delicato e dolce e in questo esatto istante capisco che me lo ricorderò per tutta la vita, che questo sarà un bel ricordo, sempre, qualsiasi cosa accada. Porto le mani al suo collo e lo stringo a me. Un attimo dopo le sue labbra si staccano bruscamente dalle mie, si allontana di scatto, lasciandomi senza fiato. Mezzo minuto che è sembrato un'eternità. Mezzo minuto che ricorderò per sempre.
<<Non può succedere>> mi dice, senza guardarmi negli occhi. Sento il cuore il gola.
<<Perché?>> domando con un filo di voce tremante.
<<Non siamo fatti per stare insieme Sole..>> mi dice e sento le gambe cedere.
<<Perché me lo stai dicendo adesso? Mi stringi a te, mi accarezzi, mi baci e poi mi dici questo>> dico sentendo gli occhi pizzicare.
<<Mi piace Jessica>> dice lui guardandomi negli occhi. Resto in silenzio, incapace di proferire parola. Sento come un masso pesarmi sul petto. Apro bocca ma non esce nessun suono. Esco dalla stanza, lasciandolo là. Scendo le scale con le gambe tremolanti e la mente da un'altra parte. Non riesco a respirare, corro alla porta ed esco dal dormitorio. Corro, sento le lacrime rigarmi il viso, corro con il cuore in gola, corro anche se non mi sento le gambe. Tra tanti occhi che potevo incontrare ho scelto quelli che non posso avere. L'incubo più crudele è la realtà.
Arrivo in stanza e mi butto sul letto. Come ho potuto innamorarmi di uno che non mi vuole? Come ho potuto fraintendere certi gesti? Per la prima volta nella mia vita sento un dolore nuovo dentro di me. Un dolore che non mi fa respirare. Mi sento dentro un vicolo cieco.
Sento la porta aprirsi.
<<Sole!>> grida Bianca precipitandosi a bordo letto.
<<Che è successo?>> mi chiede affannata. Mi giro supina. Guardo il soffitto e le racconto tutto. Sento un nodo in gola e vorrei piangere e urlare. Fa dannatamente male. Cosa si può fare quando l'unica cosa che potrebbe farti stare bene e anche la cosa che ti sta facendo sentire male?
<<Accidenti..>> dice lei. La sento togliersi le scarpe, toglie anche le mie e si sdraia accanto a me. Mi abbraccia.
<<Sento un vuoto dentro, mi sento annegare>> dico e stringo la sua mano. Inciampo sempre e a ogni caduta fa sempre più male. Finirà mai questo circolo vizioso?
<<Forse non sono abbastanza forte da affrontare la tempesta>> dico. Sono così stanca. Tra me e la vita c'è una questione irrisolta. Non mi da la possibilità di essere felice per una volta.
<<Tu sei la tempesta Sole, non dimenticartelo mai>> mi dice Bianca. Queste parole si ripetono nella mia mente. Ad un tratto mi rendo conto che sono crollata fin troppe volte per non riuscire a risollevarmi anche questa volta. Mi calmo, cerco di raccogliere le forze per non perdere l'equilibrio che ho raggiunto dopo anni di sofferenze. Ho fatto una promessa a me stessa. Mi sono ripromessa di farcela, di cercare di farcela.
<<Sai Sole, un giorno sicuramente ne varrà la pena per tutte le volte che ti è andato tutto male. Arriveranno i momenti giusti in cui dirai che ne è valsa la pena>> mi dice Bianca. Forse ha ragione. Sono arrivata a un momento in cui sono stanca, stanca di non farcela. Non voglio piangere per qualcuno che non apprezza il mio sorriso. Non voglio correre dietro a persone che non mi cercano e non mi vogliono. Sono stanca di rimanerci male.
<<Troverò il coraggio di sorridere perché la vita è dura ma io, te lo prometto, lo sarò di più>> le dico e ci voglio credere veramente questa volta. Nessuno merita le mie lacrime. Riuscirò a seppellire i miei sentimenti, riuscirò a soffocare il ricordo di quel bacio e delle sensazioni che ha provocato in me. Ho seppellito dentro di me orrori ben peggiori. Sarò come un salice piangente che si china sotto un peso insopportabile ma che allo stesso tempo si erige forte e ben saldo a terra. I miei rami sembreranno fragili ma allo stesso tempo sopporteranno tutto il peso delle foglie.

<<Hai vinto tu Sole>> mi sussurra Bianca e io sorrido.  

Mi addormento così, cacciando via dalla mia testa il ricordo di lui. Forse domani sarà solo un brutto ricordo. Forse domani mi renderò conto che non era poi così importante per me. Forse domani il sole sorgerà e manderà via le nuvole. Forse domani starò bene. Anzi domani starò bene.

In due il buio fa meno pauraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora