Speranza

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Stanotte non ho avuto incubi. Non ricordo nemmeno l'ultima volta che è successo. E' stato strano, ma bello. Forse è l'effetto di Bianca. Ma che dico forse, è sicuramente l'effetto della mia Bianca. Ieri sera, dopo che mi ha detto che veniva nella mia stessa Università, abbiamo pianto. Siamo rimaste nel nostro posto per ore. Abbiamo parlato di tante cose. Abbiamo riso. Si ho riso. Non mi ricordavo nemmeno più come si facesse. Non abbiamo parlato delle cose passate. Parlare di quello mi fa male. Bianca è stata comprensiva, non voleva riaprire vecchie ferite. Sa già tutto, non serve parlarne. Lei era lì. Sempre. Lo sa. Abbiamo parlato di questi due anni di lontananza. Delle sue esperienze. L'ho ascoltata, era da tanto che non la ascoltavo. Abbiamo parlato dell'Università. Staremo in due dormitori diversi, ma saremo sempre vicine e questa volta per davvero. Abbiamo corso, abbiamo urlato. Ci siamo ripromesse di non separarci mai più. Mi ha accompagnata lei a casa, non si fidava a lasciarmi andare da sola. La macchina è rimasta lì, ma dopo mi riaccompagna a prenderla. Ho perso una mia molletta lilla. Mi è dispiaciuto. Ci tenevo. Era un regalo di mia madre, fatto in un periodo brutto. L'abbiamo cercata per ore, ma non c'è stato niente da fare. Beh, almeno ho l'altra.
Sento il cuore più leggero. Dopo tanto buio riesco a vedere un po' di luce. Non so quanto durerà. A volte mi sveglio più positiva e due ore dopo vedo tutto nero. A volte piango, a volte rido. A volte i brutti ricordi ritornano e mi chiudo in camera. A volte mi sento più leggera. Non lo so cosa succederà. Non so se questa serenità, di questo momento, durerà. Non lo so. Ma forse c'è speranza? Forse un giorno sarò felice anche io? Forse un giorno dimenticherò? Quando hai sofferto e quando soffri tendi a vedere la sofferenza come una cosa eterna, senza una fine. Ma l'inverno si trasforma sempre in primavera. L'inverno non dura per sempre. Poi c'è Bianca. Potrebbe riparare dove gli altri hanno ferito. Potrebbe aiutare a dimenticare. Ci aspetta una vita davanti, insieme, perché così abbiamo deciso. Con lei sarà più facile. Sono sicura di questo.
Decido di alzarmi dal letto, di andare a sistemarmi e di andare a fare colazione.

<<Buongiorno>> dico entrando in cucina. Sono già tutti a tavola.
<<Buongiorno Sole>> dice Federico dolcemente.
<<Buongiorno tesoro>> dice la mamma. <<Tutto bene?>> mi chiede.
<<Si mamma, tutto bene>> le rispondo e per la prima volta dopo anni sono sincera.
<<Manca una settimana alla tua partenza, vuoi che andiamo a fare un po' di shopping per prendere tutto quello che ti serve?>> mi chiede con voce amorevole.
<<Si, ma ci andrò dopo con Bianca>> non appena pronuncio questo nome il cucchiaino che teneva in mano le cade dalle mani sul piatto. So cosa sta per dire. Non so se sono pronta per questa conversazione. Anzi, preferirei non farla proprio. Sono di buon umore, ma non esageriamo ora. Sole smettila subito.
<<Con Bianca?>> chiede lei sbigottita.
Annuisco.
<<Sono così contenta Sole, è da tanto che non la vedevo qui in giro. Una volta era sempre qui, prima che tuo..>> si blocca subito pentendosi di quello che stava per dire.
<<Sono felicissima. Vi volete tanto bene, siete come sorelle>> si corregge e le vengono le lacrime agli occhi. So perché le viene da piangere. Ricordi, dannati ricordi. Bianca era sempre con me. Consolava anche mia madre a volte. Era sempre presente quando facevamo i nostri discorsi imbarazzanti. Una volta parlavamo di come, da grandi, avremmo vissuto insieme. Era sempre bello immaginarsi una vita, bella, lontana da quella che era la realtà. Era contenta perché sapeva che Bianca per me rappresentava la luce. Era contenta che almeno avessi un'amica su cui contare. Quando l'ho allontanata si è messa a piangere. Diceva che ero una stupida a farlo, che non potevo allontanare l'unica cosa buona della mia vita, che me ne sarei pentita. Aveva ragione. I miei pensieri vengono invasi dal rumore del campanello. La mamma va ad aprire e quando vede Bianca, lì in piedi davanti a lei, le si getta tra le braccia. La tocca quasi non ci credesse ai suoi occhi. Bianca si commuove. Ha sempre amato la mamma. Ci accoglieva in casa sua quando in casa nostra non si riusciva a stare. La vedeva piangere e le asciugava le lacrime. La mettevamo a dormire in una stanza e poi io, Bianca e Daniel parlavamo tutta la notte. Bianca è sempre stata una di famiglia. Beh come una figlia per mia madre e come una sorella per me e Daniel.
<<Ciao Elena>> dice Bianca a mia madre. <<Come stai? Spero tutto bene>> continua.
<<Adesso bene, adesso sto bene>> le risponde la mamma, si asciuga le lacrime e la riabbraccia di nuovo.
<<Io sono qui comunque>> mi faccio sentire.
<<Ciao Sole, allora sei pronta per il nostro shopping per la nostra nuova vita?>> chiede entusiasta.
<<COSA? IN CHE SENSO?>> di nuovo la mamma, ora si metterà a piangere di nuovo, suppongo.
<<Si Elena, andrò nella stessa Università di Sole, non te l'ha detto?>> chiede Bianca alla mamma.
<<Non ne ho avuto il tempo>> dico.
La mamma le corre di nuovo incontro, la abbraccia e la bacia. Le sussurra in un orecchio, pensando che io non senta <<La proteggerai tu vero?>> e lei annuisce. Decido di lasciar correre e di far finta di non aver sentito. Sono contenta per mia mamma. So che era preoccupata a lasciarmi andare da sola. Ora, sapendomi lì con lei, sarà più felice e serena.
<<Sole vieni qui>> mi chiama Federico e decido di lasciarle da sole e di andare dal compagno di mia madre.
Mi abbraccia. Non lo scosto. Gli voglio bene. Ha salvato la mamma, la ama e la fa stare bene. Si merita di essere amato anche da me e Daniel. Ha fatto una cosa che non tutti avrebbero fatto.
<<Hai reso molto felice tua madre, ti ringrazio>> mi dice e le sue parole mi colpiscono nel cuore. Mi viene da piangere. Ho sempre voluto rendere felice la mamma. Quando stava male, mi dicevo che un giorno l'avrei salvata io. Ma le cose non sono andate così. Sono caduta in un baratro. Non riuscivo a salvare me stessa, figurati lei.
<<Non pensare che non sia così>> mi dice come se sapesse leggermi nel pensiero.
<<Tu e Daniel siete la cosa più importante per lei, io non la posso rendere felice a pieno. Solo quando vedrà felici voi, sarà felice a pieno anche lei>> dice accennando un sorriso.
Credo che Federico mi abbia capita più di quanto io stessa pensassi. E' un uomo buono, una brava persona. Merita la felicità. Sono contenta per la mamma. La lascerò in buone mani.
<<Ora tieni questi>> mi dice passandomi dei soldi in mano e bloccandomi subito sapendo che non li accetterei mai <<No per favore, fammi felice>> continua. Prendo i soldi, con fatica, ma li prendo.
<<Allora andiamo Sole?>> ci interrompe Bianca e io annuisco.

Non facciamo in tempo ad uscire di casa che Daniel esce dalla stanza e rimane sbigottito alla vista di Bianca. Lei arrossisce. Lui le si avvicina e l'abbraccia. Le dice qualcosa ma non riesco a capire. Lei risponde <<Anche io>>. Dopo altri venti minuti di smancerie varie usciamo finalmente di casa e ci dirigiamo come prima cosa a riprendere la mia macchina.

Sono tornata a casa in tempo per la cena. Ho mangiato e ora sono qui, a letto, a guardare il soffitto. Io e i miei nemici pensieri. Ma questa volta è diverso. Questa volta c'è un po' di luce nel buio. E' stata una giornata bellissima. Io e Bianca siamo uscite dopo tanto tempo che non lo facevamo. Ci siamo comprate tante cose: vestiti, materiale scolastico, cornici per foto, quadri. Bianca mi ha regalato una polaroid. Una volta le avevo detto che mi sarebbe piaciuto averne una e che volevo fare tante foto da incorniciare in modo da ricordare i momenti belli della mia vita. Non me la sono mai comprata perché non c'erano bei momenti da fotografare. Era inutile. Ho scattato una foto a noi due, ci ho scritto la data e l'ora e l'ho messa in una piccola cornice. Questo è un bel momento. Un bel ricordo. Uno tra tanti brutti. Questa foto rappresenta tante cose. Tante speranze. La speranza. Da qui inizierà tutto. Questa foto segna forse l'inizio della felicità? Della spensieratezza? Non lo so. Una volta non speravo mai. Avevo imparato a non sperarci troppo. Più ci speri più fa male. Ma cosa mi rimane ora se non la speranza? Quando cadi in fondo, non puoi cadere ancora più in fondo. Vero? Mi rendo conto che ripongo la mia speranza in un qualcosa di fragile. La speranza è fragile. Ma voglio crederci. Sono stata delusa tante volte, se sarò delusa anche questa volta non mi butterà più giù questa cosa. Sono abituata. Sento gli occhi chiudersi. Per la prima volta dopo anni non chiudo gli occhi per smettere di piangere. Non chiudo gli occhi per poi vedere il buio. Non chiudo gli occhi per vedere lui. Non chiudo gli occhi per sentire la sua mano su di me. Non chiudo gli occhi per sentire le urla, mia madre piangere e gli singhiozzi di mio fratello. Per la prima volta chiudo gli occhi e vedo un lampo di luce. Vedo la spiaggia. Vedo Bianca avvicinarsi e prendermi la mano. Vedo i suoi occhi e poi l'orizzonte. Sento il cuore leggero. Sento il coraggio salire attraverso le ossa. Vedo la speranza di fronte a me. Ed è bello, è dannatamente bello.

In due il buio fa meno pauraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora