Abisso

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Due settimane sono passate da quando sono qui. A volte il tempo ti sembra quasi impercettibile, altre volte interminabile. Non sono stata capace, non sono stata capace nemmeno questa volta a non farmi risucchiare dal passato. Non sono stata capace di allontanarmi dall'orlo del precipizio. Non sono stata forte nemmeno questa volta. Forse sono troppo debole. Mi sento morire, non so come comportarmi, come agire, mi sento solo dannatamente debole e dannatamente spaventata. I giorni passano, i ricordi orribili hanno messo radici dentro di me. Mi ossessionano fino allo sfinimento. Mi trascinano sul fondo dell'abisso e non mi danno la possibilità di rialzarmi.
Federico mi sta per riaccompagnare all'Università. Devo tornare.. ho perso tante lezioni. Non so dove prenderò il coraggio di entrare in quel posto, di rivedere Linda.. Gabriel.. Ho tremendamente paura. Apro l'armadio per riprendere la mia borsa dell'Università, quella con cui quel giorno sono arrivata qui con un autobus scappando da lui. La apro e ritrovo la lettera. Non l'ho ripresa in mano da quel giorno. La prendo e la poggio al petto. Mi manca tanto Gabriel.. da impazzire. Ma in questo momento non riesco a fare a meno di pensare a tutte le cose orribili che questa lettera contiene e di come, rivedendolo, vedrò il vero lui e di come finalmente riuscirò a dare una risposta ai suoi occhi spenti. Sono terrorizzata, questa è la verità. Come potrò guardarlo? Cosa gli devo dire? Come riuscirò a non scoppiare in lacrime?
<<Sole..>> la voce della mamma interrompe i miei pensieri. Si siede sul letto e mi asciuga il viso. Non mi ero accorta che stavo piangendo. Ultimamente non me ne accorgo mai. La guardo e i suoi occhi si riempiono di lacrime. Questa settimana, dopo aver visto Yuri, ho parlato di più. Ma non più di tanto, sono stata quasi sempre nella mia stanza. E' che tutti vogliono sapere, ma io non voglio ricordare. Mi fa male vederla così, è la mia mamma e le voglio bene. Sta soffrendo per colpa mia e ora deve vedersi la figlia andare via senza aver ricevuto nessuna risposta. Forse.. si dovrei farlo.
<<Mi sono innamorata>> dico d'istinto. Voglio che lo sappia. Lei si asciuga il viso e poi sorride dolcemente. Ma quando non mi vede farlo a mia volta si rende conto all'istante che il motivo di tutto questo silenzio è questo e quindi cambia espressione.
<<Ti ha fatto soffrire lui?>> chiede e io faccio no con la testa. Non esattamente. Non è colpa sua. È la vita, la vita a volte è crudele. Prendo un profondo respiro e un po' di coraggio. Le racconto tutto, ma non le faccio leggere la lettera perché è una cosa di Gabriel. Lei ascolta attentamente e i suoi occhi piano piano si riempiono di lacrime e anche io sento gli occhi pesanti. Purtroppo mi sono resa conto, parlandone con Yuri e con mamma, vedendo le loro espressioni, la paura negli occhi, che questa storia tra me e Gabriel è impossibile. Lo farei soffrire.. e lui fa soffrire me. La verità è che stare con lui è come stare con le mie paure, è come vederle ogni giorno. E' come rivivere all'infinito tutto quanto. E' orribile.
<<Non pensi che potreste aiutarvi a vicenda?>> mi chiede dolcemente. Faccio no con la testa. Lei non lo conosce. Non conosce Giordano. Non conosce quel bambino meraviglioso e non ha visto i suoi occhi tristi. Ma conosce me, dovrebbe sapere che non sono la persona adatta, che farei loro solo del male, che insieme non andremo da nessuna parte. Io non sono forte. Scoppio in lacrime al solo pensiero di rivedere Giordano e di rendermi conto che il bambino che fa gli incubi è lui, che il bambino che ha visto il padre maltrattare il fratello è lui. Cosa dovrei dire? Come potrei farlo stare meglio se al solo pensiero di tutto questo mi ritornano alla mente tutte le cose brutte del mio passato che mi affossano e non mi fanno rialzare, respirare e vivere serena? Loro hanno bisogno di essere felici, di dimenticare e con me se lo ricorderebbero ogni giorno.
<<Tesoro mio, mi dispiace che ora i tuoi incubi comprendano anche lui, mi dispiace tanto>> dice abbracciandomi.
<<Non gli ho avuti per due mesi, per tutto il tempo che sono stata lì mamma>> dico e lei mi guarda incredula. Si, prima di sapere tutta questa storia non ho avuto incubi. Sognavo lui, i suoi occhi verdi, le sue mani. Non riuscivo a crederci, eppure lui era riuscito a cancellare una parte dei miei dolori. E' riuscito a regalarmi un po' di luce. Ma da quando so tutta questa storia, da quando so che il ragazzo che amo ha vissuto qualcosa di estremamente simile a me, che ha visto quello che ho visto io, chiudo gli occhi e vedo solo il buio.
<<Vorrei solo che non toccassero sempre tutte a te. I tuoi occhi non hanno mai visto la luce e non te lo meriti perché hai un cuore grande bambina mia>> dice abbracciandomi.
Qualcuno bussa alla porta. Daniel entra nella stanza e all'istante si fa più triste. La mamma ci lascia da soli. Lui mi guarda e poi si siede accanto a me. Daniel mi è sembrato strano in queste due settimane. Non ha mai insistito sul mio silenzio, non ha mai chiesto niente, non è da lui.
<<Sei pronta?>> mi chiede distaccato. Cosa gli prende? Annuisco.
<<Sai? Mi fa stare male che tu, in tutti questi giorni, non abbia sentito il bisogno di confidarti con me e di raccontarmi una cosa bella come il fatto di esserti innamorata>> dice.
<<Come fai a saperlo?>> chiedo stranita.
<<Non importa>> risponde. Avrà sentito me e la mamma..
<<E' che è tutto così complicato Daniel.. mi conosci, sai che non sono una che ama parlare>> dico cercando di giustificarmi.
<<Non sono arrabbiato Sole, vorrei solo che tu fossi felice e che tu contassi sempre su di me>> dice.
<<Ti voglio bene Daniel>> dico abbracciandolo.
<<Ti voglio bene anche io Sole>> risponde.
<<Sole?>> continua poi.
<<Si?>> dico.
<<Se lo ami veramente non dovresti lasciarlo andare via>> dice senza guardarmi negli occhi. Se solo fosse così facile.

In due il buio fa meno pauraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora