Capitolo 49

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11 gennaio;

Casa di Elijah, a Londra, è completamente l'opposto dell'appartamento che abbiamo lasciato a Dalmwin. La piccola villetta indipendente in cui ci troviamo adesso è tutto tranne che piccola. Certo, non è chissà quanto grande, però non è ciò che mi sarei aspettata conoscendo il mio ragazzo. In realtà non ci troviamo nel centro di Londra, la casa è situata in Hampstead Village, più a nord e, tra l'altro, dista solo una decina di minuti dall'Accademia. Ci viveva con Zayer e William, mi dice mentre sistemiamo le nostre cose nei cassetti della sua stanza, ecco perché è abbastanza grande per essere una casa in cui ci vive solo una persona. Prima di sistemarci mi ha mostrato le varie stanze, più o meno dello stesso stile di quelle a Dalmwin, forse un po' più semplici. Non ho portato molto con me, solo qualcosa di adeguato per la festa di Zayer, dell'intimo e un paio di abiti comodi. So già che indosserò i vestiti di Elijah, quindi non mi sono impegnata molto.

«Hai fame?» Mi chiede mentre appende il mio vestito accanto alle sue camice nell'armadio.

«No.»

«Sicura? Abbiamo mangiato solo un panino ed è stato due ore fa.» Corruga la fronte chiudendo le ante e guardandomi sedere sul suo letto.

«Sono sicura, sono solo stanca.» Rispondo ancora stiracchiandomi.

«Va bene, allora io vado a mangiare qualcosa di assolutamente squisito mentre tu decidi di restare sdraiata su quel materasso.» Rido guardandolo uscire dalla stanza con sguardo fiero e contrariamente a ciò che vorrebbe lui.

Il resto del pomeriggio lui lo trascorre a sistemare delle cose per l'esame, io invece a cercare su internet qualche museo da visitare visto che resteremo qui fino al sedici. Trovo una mostra d'arte moderna a soli venti minuti da qui, segno orario e luogo così da organizzarci per i giorni seguenti, non vedo l'ora di andarci con Elijah. Quando è sera ordiniamo del cibo thai e restiamo sul divano a guardare serie tv a caso per tutto il tempo. Qualche volta mi lascia dei baci tra i capelli, altre volte lo faccio io. E quando si addormenta con la testa sulle mie gambe sono costretta a scuoterlo bruscamente pur di svegliarlo. Lui apre gli occhi, borbotta qualcosa imbronciato e assonnato, si alza, spegne la televisione e mi trascina con lui in camera sua, dove si riaddormenta. Lui è la cosa migliore che mi sia capitata, ci penso sempre, anche quando mi fa arrabbiare.



12 gennaio;

L'Angel's sin è un piccolo locale che si affaccia lungo il Tamigi offrendo una vista stupenda del Millennium Bridge. Zayer essendo sofisticato e spendaccione, parole di Elijah, ha fatto di tutto pur di organizzare la sua festa qui. Ci sono alcune persone che conosco già, grazie alla festa di William, però la maggior parte mi è completamente estranea. Il vestito blu che indosso mi mette a disagio, non so neanche io perché ho deciso di indossarlo, fatto sta che il ricciolo al mio fianco mi tiene stretta a sé per tutto il tempo, maledicendo di tanto in tanto chi posa troppo lo sguardo sulle mie gambe. Non lo fa per gelosia, semplicemente sa che mi sento in difficoltà in un ambiente che non mi appartiene, quindi cerca di farmi sentire meno sotto il giudizio e gli occhi di tutti. Ogni tanto si guarda intorno, come se cercasse qualcuno, infatti quando glielo faccio notare mi dice che sta cercando Nathaniel.

«Dovrebbe essere qui da qualche parte.» Dice assottigliando gli occhi e alzando il collo per cercare di trovare l'amico tra le tante teste nella folla.

«Perché non ci facciamo un giro? Stando fermi qui non lo troveremo mai.»

Elijah annuisce e mi prende per mano portandomi lungo i lati del locale così da avere il percorso più libero. Quando finalmente troviamo Nathaniel, notiamo che ovviamente non è solo. C'è Zayer al suo fianco che parla con una ragazza alta dai capelli biondo cenere. Salutiamo il trio, facendo ovviamente gli auguri al festeggiato che ci ringrazia per essere venuti. Isabela è la ragazza di Nathaniel, poco più alta di lui e con due enormi occhi castani. È con lei che resto a parlare quando Elijah mi dice che si allontana un attimo per poter parlare con i due amici. Annuisco tirando su un sorriso che lui sa, eccome se lo sa, è finto perché dentro sono leggermente impanicata.

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