Capitolo 18

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Karol

Kyle mi aveva lasciato sola, in mezzo a tutta quella gente.

Quando se n'era andato la sua espressione era veramente truce.

L'avevo fatto proprio incavolare!

Non dovevo restare lì, ferma come un imbecille, ma muovermi e risolvere questo stupido problema.

Mi avviai per la direzione che aveva preso Kyle, superando tutte quelle coppiette felici che invidiavo.

Anch'io pochi minuti fa ero come loro, tra le braccia di Kyle, ma avevo rovinato tutto e adesso dovevo rimediare.

Ramona

Avevo visto tutto, dall'inizio alla fine.

Quei due si erano baciati durante il ballo come una vera coppia, distruggendo nel frattempo il mio povero cuore, già in rovina per altri motivi.

Serrai i pugni e strinsi forte i denti, cercando inutilmente di controllare quel disastro di emozioni che avevo dentro.

Caddi per terra e mi coprii il viso con entrambe le mani cercando di trattenere singhiozzando le lacrime che scorrevano incessamente sul mio viso.

Distrutta. Ecco come mi sentivo.

Un'altra persona mi aveva ferito. Ferito profondamente.

Mi chiedo se riuscirò ad essere felice un giorno, senza tutti questi problemi, dubbi e delusioni che mi circondono.

Esiste un luogo in cui non ci sia sofferenza? C'è un modo per sfuggire alla tristezza? Pensai singhiozzando e cercando di rimettermi in piedi.

Dovevo subito uscire di lì, non volevo coinvolgere nessun'altro nella situazione in cui mi trovavo.

Corsi via da tutti quei visi pieni di gioia.

E se la facessi finita? Mi chiesi.

Se me ne vado potrei liberarmi di tutti quei dolori, essere in pace con me stessa.

Mi fermai in mezzo al corridoio buio, fissando il muro davanti a me.

Non mancherei a nessuno... mia madre mi dimenticherebbe come ha fatto con mio padre e avrebbe potuto sostituirmi con un altra bambina, dal suo bel assistente.

È troppo brava in questo, sostituire le persone.

Non avrebbe importato a nessuno, la mia esistenza era inutile per tutti, non servivo a niente.

Sono solo una valigia che raccoglie dispiaceri e dolori e mai felicità.

Potevo farlo, bastava solo che chiudessi gli occhi, lasciando che il mio corpo si lasciasse trasportare dal vento freddo della notte.

Non sarebbe stato difficile, tutti ballavano e non c'era nessuno nei corridoi.

Camminai verso il grande balcone che mi avrebbe liberato.

Perché non l'ho fatto prima? A giusto... Kyle.

Lui era la mia unica ragione di vita, ma adesso sono di nuovo sola, quindi perché continuare?

Gli altri dicono che la vita è bellissima, ma io nella mia non ci trovo niente di speciale, mi sento come uno stupido scarafaggio che non vale niente.

Aprii la porta in vetro e mi trovai all'aperto, nel balcone che si affacciava su un bosco.

Il tempo era tranquillo quella sera, solo con una leggera brezza che mi scompigliò i capelli.

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