Capitolo 7

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Quella mattina mi svegliai da sola, trovando vicino al letto un carrello con sopra la colazione.

Mi alzai sbadigliando e andai subito a prepararmi.

Avevo un armadio nella mia camera e una cassettiera.

Dentro l'armadio trovai tantissimi abiti che per mia grande felicità erano tutti della mia taglia; dentro la cassettiera invece, trovai una montagna di biancheria intima e tante paia di scarpe.

Tutti i vestiti che c'erano erano per lo più abiti eleganti, ma riuscì a trovare anche un paio di jeans e una felpa blu con sopra stampata una decorazione floreale.

Scelsi quelli, più un paio di di snakers blu, con lo stesso motivo.

Li presi e andai a cambiarmi nel bagno, che era collegato alla mia stanza attraverso una porta in legno di ciliegio.

Subito dopo mangiai in parte quello che c'era sul carrello.

Quando ebbi finito di mangiare entrò Delia, facendomi sobbalzare per lo spavento.

-È pronta lady Karol?- mi chiese.

-Sì, eccomi...- risposi.

-È quasi mezzo giorno, la veggente è arrivata e la regina è in attesa che voi scendiate.-

-Okay, possiamo andare.-

Delia mi accompagnò fino alla stanza della regina, e prima che aprissi la porta mi lasciò senza parlare.

Cortesemente bussai tre volte, e quando la regina disse -Avanti.- aprì la porta ed entrai.

-Ti aspettavamo.- aggiunse poi.

Ero piuttosto imbarazzata, ma gentilmente la regina mi invitò a sedere su una poltrona in stile vittoriano, come il resto della camera.

Mi accorsi solo adesso che ogni stanza del palazzo aveva uno stile completamente differente.

La stanza della regina era molto confortevole: aveva un letto a baldacchino sempre in stile vittoriano, attaccato alla parete sinistra, messo in cima ad una breve scalinata.

Mi ricordava la casa delle bambole che avevo da bambina, quella ricevuta dalla mia nonna paterna, ormai defunta.

Eravamo sedute intorno a un tavolino, su cui era posta una sfera argentata ed un servizio da tè.

A capo tavola sedeva la regina, alla sua sinistra la veggente, una signora molto anziana che mi ricordava la befana, visto che aveva molti nei sulla faccia e dei capelli grigi avvolti da un velo color bordeaux.

Io ero seduta al suo lato opposto,

-Bene, visto che ci siamo tutti, possiamo incominciare, a lei la parola veggente Sixia.- disse la regina.

-Lady Karol, come mi era stato chiesto dalla regina, ti mostrerò attraverso questa sfera quello che succede sulla Terra, dai tuoi genitori.- disse Sixia con una voce roca.

Iniziò a muovere le mani intorno alla sfera, chiuse gli occhi e pronunciò quello che doveva essere un incantesimo.

Improvvisamente dentro la sfera si formò uno stormo di nuvole nere che poi scomparvero, mostrando quello che stava succedendo nell'auto dei miei genitori: c'ero anch'io e tutti e tre cantavamo allegramente mentre papà guidava verso casa.

-Come puoi vedere, è come ti avevo descritto,  adesso, puoi fidarti di noi?- disse la regina.

-Sua maestà... io...- balbettai.

-Chiamami Celia Karol. So che non è facile, ma ti prego aiuta Auria... Ho troppo bisogno del tuo aiuto... Da quando è morto mio marito, non riesco più a governare serenamente... e a badare a Ramona. Sento di non essere una buona madre per lei... Ti prego, aiutami.- m'implorò asciugandosi una lacrima.

Sapevo benissimo che stava cercando di convincermi, facendomi tenerezza, ma non potevo non aiutarla.

Però sapere che sulla Terra andava tutto bene mi rassicurava, forse avrei dovuto veramente aiutarli.

Sospirai e dissi rassegnata: -Va bene, vi aiuterò...-

Celia mi guardò spalancando occhi e bocca e sorridendomi e abbracciandomi disse: -Grazie, grazie, grazie infinite! Ti giuro che non ti annoierai qui... te lo prometto...- infine singhiozzò e  si asciugò le lacrime.

Ci guardammo negli occhi per un attimo, lei nei miei blu ed io nei suoi verdi.

Era davvero una bella donna.

-Il mio lavoro è finito qui, arrivederci...- disse la veggente Sixia alzandosi e uscendo sorridente.

-Sixia, passa da Guido, lui ti darà la paga per questo lavoro!- disse la regina infine.

La veggente annuì e lasciò la stanza.

-Bene, e adesso che si fa?- chiesi a Celia che per tutta risposta mi sorrise.

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