Capitolo 25

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Le mani di Louis sono ben distanti da quelle di Harry e quest'ultimo non sa neanche spiegare quanto faccia male; il suo ragazzo non lo prende per mano per la strada, al supermercato, nei negozi... Il suo ragazzo non lo prende per mano e basta, non in pubblico.

Harry rimane in silenzio, come ogni volta, continuando a fare la spesa con Louis, intento ad osservare gli ingredienti necessari per un tipo particolare di pasta che vuole preparargli.

-Harry, secondo te gli spaghetti sono più buoni se più grandi o no?- ed Harry vorrebbe urlare che non gliene frega proprio nulla di questi dannati spaghetti, perché dopo due mesi assieme, quindi due mesi da ufficialmente fidanzati ed altri otto mesi alle spalle, lui non si apre.

-Per me non fanno differenza, prendi i primi che capitano.- il suo tono è duro, non tanto da esser notato da Louis.

-Mh, okay, prenderò quelli più larghi, sai, mi piacciono più grandi.- fa un occhiolino al suo ragazzo ed Harry non rimane con il broncio, ma si lascia sfuggire una risata, arricciando il naso.

Louis sente l'irrefrenabile voglia di alzarsi in punta di piedi e baciargli quelle rughette che si sono formate sul setto nasale. Non ci pensa, non pensa a chi è intorno a lui o almeno, non subito; i suoi occhi si sgranano appena ed abbassa il viso verso terra, facendo sparire dal volto di Harry quel sorriso che tanto ama.



A casa, mentre Louis cucina i suoi spaghetti estremamente conditi e molto poco italiani, Harry è poggiato al tavolo, mentre ripensa al gesto di prima, al supermercato.

Se riguarda Louis, l'attesa ne vale la pena, ma a volte si chiede se non stia sbagliando a fidarsi così tanto, insomma, è comunque un rapporto malsano. Vivono una doppia vita, in casa si amano, si baciano, fanno sesso, Dio quanto è bello il sesso con Louis, pensa Harry, ma poi fuori, sono amici, compagni di squadra... Nulla.

Harry lo sa che il suo ragazzo lo ama, se lo dicono e quando sono a casa, Louis lo dimostra, ma è facile amare quando non hai interferenze, quando il mondo non viene ad intaccare il rapporto.

Il ragazzo riccio afferra il cellulare e da un'occhiata ai social, a lui sconosciuti; non pubblica più una foto da un bel po' e soprattutto ha disattivato le notifiche, perché le tifose, appena entrato in squadra, sono impazzite per lui.

Tra i tag c'è ancora qualche rimasuglio della prima esultanza, mentre Louis gli bacia la fronte ed Harry lo guarda con occhi sognanti; era bello essere così, pensa lui, quando Louis ancora non aveva paura.

Perché anche se ora al mondo si mostrano solo come amici, proprio come è sempre stato, Louis era più dolce con lui, prima, anche in pubblico.

-Haz, ehi, potresti mettere il timer tra un quarto d'ora?- Louis indossa una felpa nera, troppo larga per il suo corpo magro, ma Harry ama vederlo così piccolo, il suo piccolo.

La risposta del riccio è un flebile annuire, non guarda neanche il castano negli occhi, in questo momento vorrebbe stare a casa da solo, per pensare.

-Sono sicuro che ti piaceranno! Come ti è piaciuto il mio primo esperimento culinario!- Louis ci prova, cerca di raggiungere lo sguardo di Harry, così lontano e vuoto.

Ma lui non risponde, sorride a malapena, annuendo di nuovo.



Non ci sono chiacchiere, c'è solo Louis che versa la pasta nel piatto e lo passa ad Harry e lui lo ringrazia, schiarendosi la gola.

-Spero ti piaccia.- risponde Louis, sedendosi accanto a lui ed affondando la forchetta nel mucchio di spaghetti.

Harry assaggia gli spaghetti iper-speziati con il sugo, sono buoni, vero, ma non sono di certo quelli italiani, lui li conosce, lui li ha mangiati a Roma.

Why would you ever kiss me?// Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora