Capitolo 19

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-Harry, ti prego, io sono troppo giovane per morire.- dice Louis, puntando i piedi sul vialetto di casa Styles.

-Lou, mio dio, è solo la mia famiglia, non mordono.-

-E se dovessi non piacergli? L'hai mai presa in considerazione questa ipotesi? E poi, mio dio, tu hai i poster con la mia faccia in camera tua, che ansia, Haz.-

Harry prende Louis per mano, intrecciando le loro dita e lo trascina verso la porta, dove, in poco tempo, fa capolino la figura dal sorriso gentile di Anne.

-Ma eccovi finalmente! Harold, sei il solito ritardatario!- stringe il figlio in un abbraccio caloroso, per poi poggiare i suoi occhi su Louis.

-E finalmente ti vedo, Louis Tomlinson, non ne potevamo più di vedere Harry sbavare davanti alla tv.- Louis scoppia in una risata che fa tingere di rosso le guance di Harry.

-Mamma, ti prego...- Louis si avvicina ad Anne, porgendole la mano e stringendogliela delicatamente.

-E' un piacere Anne, davvero.- il più grande non può non notare quanto gli occhi di Harry siano simili a quelli di Anne.

-Entrate pure, starete congelando qui fuori!-


Louis sul divano di casa Styles si trova decisamente a suo agio, Anne è affettuosa e Robin è un uomo buono.

-Allora, Louis, Harry mi ha detto che la squadra gli sta un po' stretta... Tu come stai? Ti ci trovi bene?- Robin parla mentre osserva gli occhi intensi e blu di Louis.

-In realtà... Non sapevo che la squadra stesse stretta ad Haz... Io ho avuto vari diverbi con Simon, ma alla fine sto bene. Giochiamo alla grande, mi sto impegnando perché è da quando sono piccolo che vorrei indossare la fascia da capitano.- Louis non può non guardare Harry, cercando in lui una spiegazione.

Harry è aperto, è vero, è buono, romantico, forse testardo, ma genuino, però Louis lo sente, non è tutto.

-Non ho problemi con la squadra, penso di avere problemi con chi la allena, solo tu riesci a perdonargliele tutte. Io neanche gioco più, mi tiene a scaldare la panchina con il culo.- Harry fa spallucce e Louis sente un fastidio allo stomaco nel vederlo così.

-Beh potevi comunque parlarmene...- la frase di Louis aleggia nella stanza, tra il triste ed il nervoso.

Anne osserva come suo figlio sia nervoso e poi osserva il suo presumibile ragazzo, con un cipiglio sul volto e gli occhi che urlano di essere considerati, che chiedono un perché.

-Ragazzi, penso proprio che farò un thè... Harry, perché non fai vedere la tua stanza a Louis?- il più piccolo incontra gli occhi di Louis che a sua volta lo sta già guardando.

La stanza di Harry ha le pareti coperte di poster di cantanti, piene di scarabocchi, non c'è l'ombra di una squadra di calcio, se non fosse per il poster ritraente Louis in divisa da calcio.

Proprio vicino alla sua scrivania c'è una pianola ed a Louis si stringe il cuore nel ricordare che Harry sappia cantare e suonare.

-Beh, questa è la mia stanza, nulla di particolare.- il tono di voce di Harry continua ad essere nervoso e Louis a quel punto poggia una mano sulla sua spalla.

-Haz, ma che hai? Sembri così agitato... C'è qualcosa che non va?-

-Lou, non ho nulla, semplicemente mi da fastidio parlare della squadra.- i suoi occhi si inteneriscono alla visione di Louis preoccupato, con la fronte aggrottata.

Quest'ultimo continua a guardarlo, provando a leggere la sua anima, il dolore che si cela dietro a quei due occhi verdi.

-Haz... Vorrei così capirti, a volte mi sento impotente, davvero.- il suo tono è alterato dalle lacrime che cercando di uscire -Ti sento con me, perché so quello che provi per me, ma poi oltre al nostro amore, non vedo il vero Harry.-

Il volto di Harry assume un'espressione colpevole, colpito nel segno.

-Io sono sempre me stesso, Louis, non capisco cosa tu stia dicendo.- Louis a questo punto toglie la mano dalla sua spalla e si lascia trasportare dall'ondata di rabbia che gli circola in corpo.

-Lo so, Harry.- prende un respiro profondo -Semplicemente con me non parli mai. Io sarò anche un cazzone che scappa da una probabile relazione, ma appena ho qualcosa che mi appesantisce il cuore, te la dico. Con te è sempre tutto un enigma ed a me da talmente fastidio che non puoi neanche immaginare.-

Harry abbassa lo sguardo e scoppia a piangere, senza preavviso, lasciando Louis di sasso.

-Oh, no, amore, ti prego.- le sue braccia circondano il corpo muscoloso del più piccolo.

E rimangono abbracciati, mentre Harry piange, senza proferire parola. Il cuore di Louis batte forte contro la sua cassa toracica e spera con tutto se stesso che Harry lo possa sentire, così che capisca quanto ci tiene.

-Mi sento così stretto in questa squadra Lou e poi...- Harry tira su con il naso, alzando gli occhi verso l'alto -Quanto ancora dovremmo aspettare io e te per essere una coppia? Per baciarci in pubblico? Ogni volta che usciamo, Lou, sembriamo due amici.- boom, una freccia dritta nel petto; è questo che sente Louis.

Harry sta così per lui, perché non riesce ad aspettarlo, ma infondo h ragione, lui sa che Harry non potrà aspettarlo per sempre.

-Io... Haz, Dio, guarda come ti ho ridotto.- i suoi occhi si riempiono nuovamente di lacrime ed il suo sguardo si sposta verso il basso. Harry lo avvicina a sé e gli lascia un bacio sul naso.

-Lou, non posso fartene una colpa, capisco quanto sia... Difficile, ecco perché non volevo parlartene.-

Il liscio non risponde, si alza in punta di piedi e bacia Harry, afferrando il suo viso con le mani, stringendolo forte. Il bacio seppur irruento è un bacio casto.

Harry tiene le mani strette al corpo di Louis e poi lo solleva per le cosce, portandolo sul letto.

A quel punto si separano e si guardano, si guardano come mai fatto prima d'ora, tanto che Louis si sente stordito, sul punto di svenire.

Harry dal canto suo sente sulla punta della lingua quella dichiarazione pura e profonda, ma troppo affrettata per il cuore di Louis, quindi rimane in silenzio, continuando ad osservarlo.

Why would you ever kiss me?// Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora