Capitolo 28 - Fifa?

120 9 0
                                    

TOM

Erano le 10 del mattino e Meaghan dormiva ancora, quindi decisi di alzarmi dal letto e andare in cucina a preparare la colazione.
Mentre mi dirigevo alla stanza continuavo a pensare a ciò che era stato scoperto ieri, ero triste? Sì però non volevo dimostrarlo perché lei era già caduta a pezzi e l'ultima cosa che le sarebbe servita fosse una persona che non la confortasse.
Alle 10:30 sentii i suoi passi scendere le scale in modo lento.
"Buongiorno Tom" mi disse sfregandosi gli occhi
"Buongiorno dolcezza, tutto bene?"
"Ho visto giorni migliori" rispose sorridendo
"Allora lascia che io mi prenda cura di te" le dissi avvicinandomi a lei per darle un bacio.
Qualche istante dopo lei dovette correre in bagno per rimettere a causa della nausea, appena tornò in cucina le presentai un bicchiere d'acqua con sciolta all'interno una bustina di Biochetasi.
"Questi non sono i sintomi del ciclo mestruale?" chiesi
"Sì, ma la dottoressa mi ha spiegato che l'aborto spontaneo ha gli stessi sintomi però dovrebbero durare 2-3 giorni" rispose lei sorseggiando la medicina prima di doverla ingoiare.
Le chiesi se si sentiva di mangiare un pancake, lei rispose di sì. Mangiammo e poi ci distesimo sul divano, lei distesa e io con la testa appoggiata sul suo seno e il braccio che le abbracciava la pancia per provare a ridurre il suo dolore. Appena mi appoggiai la vidi sorridere, è bellissimo vederla con il sorriso.
Misi su Spotify la sua canzone preferita: We are the champions dei Queen.
"I've paid my dues,
time after time.
I've done my sentence, but committed no crime
And bad mistakes" cominciammo a canticchiare insieme finché lei non mi disse scompigliandomi i capelli e sorridendo:"Sai proprio come farmi sorridere eh. Piccolo diavolo"
"Il TUO piccolo diavolo" risposi guardandola prima di darle un bacetto sulle labbra.
"Però io non riesco a smettere di pensare che ho avuto in grembo, anche se solo per 3 settimane, un tuo figlio e che non ti abbia potuto neanche conoscere" disse, una volta terminata la canzone, mentre i suoi occhi si colmavano di lacrime.
"No, Meaghan. Già non stai bene, ti farebbe solo male ripensarci quindi tu prova a non pensarci. Lo so, è difficile, ma sei forte ce la puoi fare" dissi spostando la mano per toglierle le lacrime dagli occhi.
Dopo ci addormentano insieme, lei che mi stringeva a sé e io, appoggiato al suo petto, che cercavo di mitigare i suoi dolori stringendo a livello della pancia.

Alle undici ci svegliamo e appena capimmo di essere su questa terra ci posimo il problema del pranzo.
"Io non mi sento di mangiare" disse fissando il soffitto.
"No Meaghan, tu mangi. A costo di farti solo un'insalatina non condita però non posso lasciarti senza mangiare, ti farebbe solo che male" le risposi.
Lei, tra diverbi e negazioni, alla fine accettò.

Dopo aver mangiato l'insalata che le avevo preparato si risedette dolorante e tremante sul divano. Quasi istantaneamente, da dietro le misi una coperta pesante sulle spalle e tra le mani le misi una bustina di Oki e un bicchiere di the caldo.
"Grazie" disse stringendosi dentro la coperta e girando il collo per guardarmi e sorridendo.
Quando ingoiò tutta la bustina mi chiese se giocavo ai videogiochi, io risposi che mi piaceva, ma non avevo molto tempo.
Lei si alzò con la coperta sulle spalle e lasciò la tazza sul mobile sul quale era appoggiata la TV, poi accese la Play Station e mi diede un joystick.
"Fifa?" mi chiese sedendosi sul tappeto.
"Ok" risposi accendendo il pad.
"Facciamo Galles-Italia?" mi chiese sorridendo e guardandomi una volta che fummo dentro il gioco.
Passammo il pomeriggio così, a giocare e divertirci insieme.

Una serie e un amore || Tom EllisDove le storie prendono vita. Scoprilo ora